Vazquez, ex coach di Del Potro in Davis: “Per tornare ai massimi livelli devi giocare il rovescio a una mano”

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Vazquez, ex coach di Del Potro in Davis: “Per tornare ai massimi livelli devi giocare il rovescio a una mano”

L’ex capitano di Davis dell’Argentina, Modesto “Tito” Vazquez, suggerisce via Facebook a Juan Martin Del Potro di rivoluzionare almeno in parte il suo gioco, sulla scia di Pete Sampras e Stefan Edberg, per tornare a essere comunque competitivo risolvendo al contempo il problema dello stress al polso sinistro

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Attraverso la sua pagina di Facebook, Modesto “Tito” Vazquez, ex capitano dell’Argentina di Coppa Davis, giovedì 12 Novembre ha mandato una “LETTERA APERTA A JUAN MARTIN DEL POTRO”.
L’ex coach dell’argentino ha insistito su diversi aspetti. “Vedo dai messaggi che metti sui social che non hai affatto l’idea di ritirarti. Sono felice di questo ma sappi che è per te l’ultima occasione per rientrare nel circuito. Ci tengo a sottolineare che dovrai allenarti molto duramente per essere al top a livello fisico, senza aspettare di essere guarito del tutto, altrimenti c’è il rischio che tu possa non riprendere a giocare ad alti livelli. È chiaro che se vuoi ritornare col tuo gioco naturale dovrai recuperare l’utilizzo del polso sinistro al 100%”.

Però, proprio a partire da questa ultima frase arriva il consiglio a sorpresa: “siccome non puoi essere sicuro di non stressare il polso sinistro, col rischio di arrivare all’ennesima lesione, che a questo punto sarebbe l’ultima, perché non decidere di giocare il rovescio a una mano? So bene che la cosa non ti convince, ma molti in passato l’hanno fatto ottenendo grandi benefici. Sampras ed Edberg cominciarono col rovescio bimane ma poi hanno cambiato. Certo, sappiamo bene che loro l’hanno fatto a 16 e 17 anni, mentre tu nei hai 27, però ci sono anche esempi di cambiamenti tardivi nella carriera di un giocatore: sappi che Paul Mc Namee cambiò il rovescio, passando da quello bimane a quello a una mano, su consiglio di Harry Hopman, all’età di 26 anni ed è stato numero 1 di doppio e intorno al n. 20 in singolare (in doppio Mc Namee vinse due volte Wimbledon, nel 1980 e nel 1982, e due volte gli Australian Open, nel 1979 e nel 1983, mentre in singolare raggiunse la semifinale degli Open australiani nel 1982, ndr)”.

Vazquez ha aggiunto che, considerato il gran servizio e il dritto terrificante, “per tornare a competere con i migliori del ranking ti basta un buon rovescio in slice. Ovviamente dovrai migliorarlo giorno per giorno ed essere più aggressivo in partita con questo colpo, come facevano Connors, Rosewall e Orantes. Hai un gioco di volo e una capacità di chiudere gli spazi decisamente migliore di quanto pensi. Il rovescio in topspin per ottenere i passanti non dovrebbe darti problemi se ci lavori sopra”.

Ha ragione il coach albiceleste? Il suo suggerimento è figlio del timore che il polso sinistro, martoriato da guai e due operazioni, non possa più tornare quello di prima, così giocare il rovescio a una mano taglierebbe la testa al toro. Il capitano di Davis del periodo 2009-2011 ritiene che il gioco di Del Potro, fatto soprattutto di soluzioni servizio e dritto, non verrebbe rivoluzionato così tanto come sembrerebbe a una prima lettura. La perdita di solidità del rovescio con cui ha sempre giocato potrebbe essere compensata da un gioco d’anticipo e da una presa della rete più frequente, senza stravolgere gli schemi consolidati del gigante di Tandil.

Insomma, una rivoluzione a metà per costruire un giocatore “misto”: solido e potente con dritto e servizio ed aggressivo a costo di prendersi molti rischi dal lato del rovescio. Una strategia che potrebbe funzionare nel medio-lungo termine, mettendo magari in conto diverse sconfitte inevitabili per adattarsi al nuovo tipo di gioco almeno per un anno. Juan Martin accetterebbe una situazione di questo genere? La risposta è sì solo se durante il periodo di ripresa Del Potro si convincesse pienamente che la nuova strategia possa effettivamente riportarlo fra i primi giocatori del mondo.

D’accordo la passione e la voglia di tornare a giocare, ma chi ha già vinto uno Slam (gli US Open del 2009 in finale contro Federer), si è poi dovuto fermare, è tornato ad alti livelli e poi è stato costretto a fermarsi di nuovo difficilmente accetterebbe di giocare per attestarsi in posizioni di classifica anonime, ricoprendo un ruolo da comprimario o al massimo da mina vagante che francamente Del Potro non merita.

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