Carlos Moya sulla Coppa Davis: "Basta pensare a chi gioca la finale quest'anno e chiedersi perchè succedono queste cose"

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Carlos Moya sulla Coppa Davis: “Basta pensare a chi gioca la finale quest’anno e chiedersi perchè succedono queste cose”

Carlos Moya critica il format della Coppa Davis e racconta la sua esperienza di capitano della nazionale spagnola

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Carlos Moya affronta la questione Coppa Davis e non omette le sue critiche a riguardo, raccontando anche la sua esperienza da coach dell’Armada.  “Sicuramente non sono stato capace di trovare il modo per convincere i giocatori a rispondere alla mia chiamata. Forse anch’io ho preteso troppo, ma lo capisco. E’ anche un errore mio pensare che i giocatori possano venire. Abbiamo anche avuto la sfortuna di giocare due sfide fuori casa”, ha dichiarato a Planeta Tenis l’ex capitano della nazionale spagnola, che prosegue dicendo: “In Davis giocare in casa o in trasferta sono due competizioni totalmente diverse, ma devi pensare a chi gioca la finale quest’anno (Belgio e Gran Bretagna) e chiederti perchè succedono queste cose. Quando ciò accade tante volte e mancano tanti giocatori di qualsiasi Paese, pensi che l’errore sia nel sistema, nella competizione che non è cambiato. Se continua a non cambiare, ogni volta vedremo più finali come quella di questa stagione“. Un polemico Moya continua l’intervista sulla falsa riga delle precedenti dichiarazioni, parlando dell’eventuale sfida tra  il numero 108 del mondo, Ruben Bemelmans, e il 100, Kyle Edmund, match che sarà decisivo qualora Goffin vincesse contro Murray: “Al momento questa partita potrebbe essere una finale Challenger, e invece è l’ultimo match di Coppa Davis che chiude l’anno. Credo che l’anno scorso ci siano state partite molto belle con Francia e Svizzera, ma i top players una volta vinta la Davis non danno importanza a questa competizione. Bisogna trovare il modo per far si che un giocatore vinca la competizione e abbia motivazione”.

Infine l’ex numero 1 del mondo afferma di non escludere un suo probabile ritorno sulla panchina della Spagna: “Non so se me lo merito o no, se ci sarà in futuro quest’opportunità ci potrei pensare. Sono entrato non nel miglior momento, ma ce ne sono stati anche alcuni belli. Sia in Germania che in Brasile mi è piaciuto stare coi giocatori nonostante abbiamo perso. Mi sono goduto anche il fatto di far parte di questa competizione, che è una delle cose che ti manca quando ti ritiri. Teoricamente non entra nei miei piani a breve termine ma non sai mai che può accadere”.

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