La Coppa Davis non deve diventare la Coppa del Nonno! La mia proposta - Pagina 2 di 2

Editoriali del Direttore

La Coppa Davis non deve diventare la Coppa del Nonno! La mia proposta

Ubaldo Scanagatta propone una nuova formula per rendere di nuovo attraente la Coppa Davis. È possibile far tornare la competizione agli antichi splendori?

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Per molti giocatori, soprattutto quelli di secondo piano oppure anche i campioni di piccole nazioni di modeste tradizioni tennistiche, la Davis resta una grande vetrina, un’opzione importante per accrescere la propria immagine e popolarità in patria, oltre che il proprio portafogli. Ed è soprattutto in questi Paesi che non hanno magari avuto la soddisfazione per decenni di avere avuto un campione capace di imporsi in uno Slam (mai o raramente) che un incontro di Davis disputato all’interno dei propri confini viene vissuto come un evento importante, nell’accezione popolare perfino più di quei tornei dello Slam dove i tennisti del proprio Paese non arrivano alla seconda settimana di gara. Per questo la formula che consente, anno dopo anno, di ospitare qualche match di Davis in casa, ha retto fino ad oggi. E sono stati spesso più avvertiti in patria gli incontri della propria squadra nazionale che non la stessa finale della Davis, cioè quella che dovrebbe laureare la squadra più forte dell’anno (e che spesso premia invece soltanto la più fortunata, quella che ha giocato tutti gli incontri in casa, e/o che ha approfittato delle assenze altrui).

Se voi infatti andaste in molti Paesi del mondo, anche fra gli appassionati di tennis, a chiedere chi ha vinto la Coppa Davis e contro chi in finale negli ultimi 10/20 anni scoprireste che quegli stessi appassionati che saprebbero snocciolarvi i vincitori degli ultimi 10/20 Slam (magari sbagliando qualche anno), non saprebbero rispondere. Il principale difetto, oggi, della Coppa Davis è proprio questo: la finale interessa quasi sempre soltanto i due Paesi che la disputano. La penultima di Lille è stata una formidabile eccezione, per via di Federer, il campione di tutti i record, che non l’aveva ancora vinta. E l’ultima idem per via di Andy Murray e della Gran Bretagna che non la vinceva da 79 anni…mentre che ad arrivarci ci sia stato il Belgio non ha certo giovato alla fama della Coppa. Nel 2007, quando gli Stati Uniti affrontarono a Portland (Oregon) la Russia in finale, i soli giornalisti presenti non americani e non russi, furono i francesi de “L’Equipe”. Quando Croazia e Slovacchia giocarono la finale vinta da Ljubicic e soci, i media extraeuropei ignorarono completamente l’avvenimento. E anche per le due recenti vittorie consecutive della Repubblica Ceca… – credete forse che tutti ricordino contro chi hanno vinto e come? – la presenza della stampa extraeuropea era ridotta ai minimi termini. E le tv che hanno trasmesso quegli eventi, tv di secondo piano.

Onestamente, vi pare che Supertennis avrebbe i soldi per acquistare i diritti della Coppa Davis – nonostante la megalomania non del tutto disinteressata dei suoi dirigenti – di una vera finale mondiale, se questa valesse quanto potrebbe? Ben altri network televisivi si batterebbero per avere i diritti se la Coppa Davis, o almeno la sua fase finale, avesse un altro status.   Se la Federgolf avesse una sua tv – perchè no? basta buttarci dentro 4 o 5 milioni di euro l’anno – pensate che potrebbetrasmettere la Ryder Cup?  L’ITF tanto a Lille che a Gent è stata costretta ad invitare alcuni giornalisti, perché altrimenti i loro giornali non li avrebbero mai inviati. In Belgio c’erano un paio di americani e due australiani “spesati” dall’ITF e, tanto per fare un esempio, la nostra Gazzetta dello Sport non aveva neppure ritenuto opportuno mandare un proprio inviato, mentre lo aveva mandato sia a Singapore sia a Londra per i due Masters di fine circuito e stagione. Se la squadra campione del 2015, la Svizzera, fosse stata esentata dai primi due turni e fosse entrata in lizza soltanto dalla fase finale probabilmente Roger Federer e Stan Wawrinka, non si sarebbero defilati. Invece contro il Belgio già a febbraio hanno dato forfait.

Anche se la fase finale della Fed Cup allorquando fu disputata in sede unica con quattro squadre sfiorò il fallimento – perché se la squadra locale avesse subito perso il pubblico avrebbe ignorato tutte le altre sfide – io credo che una Davis che riunisse 8 Paesi sarebbe un grande successo, economico e di interesse sportivo. Con un montepremi multimilionario incassato dai diritti televisivi sarebbero felici le star, molto più seguite mediaticamente, e le 8 federazioni che potrebbero spartirsi la torta. Interesserebbe 40 giocatori di primo piano perché allargherei le convocazioni a 5 componenti per squadra, per consentire di sostituire affaticati ed infortunati, visto che in sede unica si dovrebbero disputare 3 sfide per le due nazioni finaliste, dai quarti in poi, e anche per le eliminate nei quarti se si volesse mantenere in gara. In ultima ipotesi le quattro squadre sconfitte nei quarti potrebbero venire sorteggiate e  giocare semifinali e finale per stabilire chi arrivi quinta, sesta, settima e ottava, così se la squadra locale perdesse disputerebbe anch’essa almeno un altro paio di match davanti ai propri spettatori che quindi farebbero di tutto per procurarsi i biglietti per tutte le giornate, sapendo di poter vedere all’opera i propri beniamini per più volte. Di quest’ultima fase di…recupero, non sono però troppo convinto, però con tanti soldi in palio, si potrebbero forse attrarre giocatori e federazioni.

Attualmente, lo dico per replicare a chi pensa che non si debba snaturare gli incontri casalinghi e in trasferta e la loro funzione promozionale, si giocano 15 incontri all’anno nel World Group, inclusa la finale ed escludendo i play-off e i play-out. Con il formato qui proposto gli incontri diventerebbero 21, escludendo tutti quelli della fase finale.

Che ne dite?

 

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