Il ciclismo copia il tennis, il ranking ricalcherà ATP e WTA

Rubriche

Il ciclismo copia il tennis, il ranking ricalcherà ATP e WTA

L’Uci conteggerà le ultime 52 settimane di corse come nel tennis, ma l’assegnazione dei punti crea discussione: vincere Tour o Giro non sarà la stessa cosa

Pubblicato

il

 

Se un sistema funziona, è probabile e giusto che serva da modello, da fonte di ispirazione. I ranking Atp e Wta, da questo punto di vista e qualsiasi cosa si possa pensare a riguardo, sono strutturati in maniera funzionale e non mentono, premiando la continuità dei giocatori nell’ultimo anno.
Il ciclismo deve avere preso nota e dal 2016 cambierà le proprie classifiche mondiali “copiando” di fatto il ranking di stampo tennistico. Con uno slogan a effetto, potremmo scrivere che «il tennis scatta, il ciclismo si alza sui pedali per rispondere». Forse con colpevole ritardo.
L’Uci, la federazione internazionale delle due ruote, aggiorna il sistema di calcolo dei punti dei singoli corridori adattandolo a quello dell’Atp (o della Wta): un rolling di assegnazione che terrà conto dei risultati delle 52 settimane precedenti, cambiando così ogni sette giorni con punti in entrata e in uscita (mentre finora si azzerava ogni stagione e coincideva con il circuito World Tour). Per adeguare la classifica al nuovo modello sarà necessario attendere la fine dell’anno, dunque il ranking andrà a pieno regime soltanto a inizio 2017. Le liste individuali e per Nazioni terranno conto dei piazzamenti in tutte le gare, dal circuito World Tour a quelli internazionali Continental compresi campionati nazionali, continentali, Mondiali e Olimpiadi su strada.

La più grande differenza rispetto al recente passato è la volontà di premiare il rendimento del singolo atleta e del Paese di appartenenza, visto che finora il ranking veniva calcolato in base ai risultati dei team del World Tour. Cambiano, e tanto, anche i punti assegnati nelle principali corse.
In base ai criteri scelti dall’Uci, il vincitore del Tour de France guadagnerà 1.000 punti, mentre il re di Giro d’Italia e Vuelta soltanto 850. Una tappa nella Grand Boucle darà 120 punti contro i 100 delle “cugine” spagnole e italiche; il vincitore delle grandi classiche di un giorno (per intenderci: Milano-Sanremo, Parigi-Roubaix, Giro delle Fiandre, Amstel Gold Race, Freccia Vallone, Liegi-Bastogne-Liegi, Giro di Lombardia) otterrà 500 punti, lo stesso premio delle brevi corse a tappe (esempio: Parigi-Nizza e Tirreno Adriatico) e delle due prove World tour in Canada. A scalare, previsti (si intende al vincitore) 400 punti per le altre corse internazionali, quindi 200, 125 e 40 in base al livello della competizione. Olimpiadi e Mondiali in linea daranno 600 punti, 350 per le cronometro.

La domanda che tutti si pongono, addetti ai lavori e non, è se questo metodo di calcolo sia effettivamente tarato sul prestigio delle corse oppure no. Perché premiare la maglia gialla di Parigi in maniera maggiore rispetto a quella rosa o rossa? Nel tennis questi distinguo non esistono, la vittoria in una delle quattro prove del Grande Slam garantisce 2.000 punti, sebbene a Wimbledon possano avanzare pretese di maggior prestigio rispetto, per esempio, a Melbourne. In fondo il Tour è una corsa di 21 tappe come Giro e Vuelta, spesso con un tracciato meno impegnativo a livello altimetrico seppure con una diversa pressione mediatica e ambientale. Da notare che fino al 2015 questa differenza non esisteva.
Si potrebbe discutere anche dei 500 punti al vincitore di una classica, prendiamo la Roubaix, identici al premio di chi metterà le mani su una breve corsa a tappe (Giro di Polonia?). Come ipotizzare che nel tennis Indian Wells possa valere quanto Doha o Rio de Janeiro. È chiaro che nel ciclismo esiste una grande differenza rispetto allo sport della racchetta, ed è lo sforzo diluito su più tappe rispetto alle corse in linea. Un divario che porta a un’elevata specializzazione, molto più incisiva di quella che nel tennis contrappone “terraioli” ad amanti delle superfici veloci, tanto da sembrare quasi due sport distinti.
Questo incide in maniera sostanziale, mentre nel tennis l’unica vera diversità di “percorso” è rappresentata da tabelloni a 32, 48, 56 o 64 giocatori (escludendo gli Slam), nella gran parte dei casi con lo scarto di un solo turno e dunque di un match. Le fatiche sono più uniformi e i premi in termini di punti più facilmente definibili.
Sarà il tempo, quindi tutto l’anno solare 2016, a chiarire se il sistema rispecchierà fedelmente i valori del ciclismo mondiale. Conterà la strada e sarà l’agonismo a eleggere il primo vero numero uno del nuovo ranking Uci, ma è chiaro che (solo per fare qualche nome) Alberto Contador, Chris Froome, Vincenzo Nibali, Peter Sagan o Alexander Kristoff avrebbero un fascino diverso rispetto all’improbabile Mister X di turno, dove X sta per «piazzato in innumerevoli corse di medio-alto livello».

A dover idealmente difendere il primato, conquistato col vecchio metodo, è Alejandro Valverde, altro calibro da novanta. E anche la top ten di fine 2015 non è niente male, forse a conferma della bontà del sistema di calcolo che andrà in pensione: Valverde, Rodriguez, Quintana, Kristoff, Aru, Froome, Contador, Van Avermaet, Rui Costa, Pinot.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement