Esiste un giocatore davvero imbattibile? Novak Djokovic? Federer non l'ha capito [VIDEO]

Editoriali del Direttore

Esiste un giocatore davvero imbattibile? Novak Djokovic? Federer non l’ha capito [VIDEO]

MELBOURNE – AUSTRALIAN OPEN. Roger Federer non si ritiene vecchio. Per gli altri tennisti non lo è. Per Novak Djokovic invece sì. Il serbo è ormai di un’altra categoria. Rapporti rovesciati. Se diventerà il più vincente dei Fab Four diventerà il GOAT

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MELBOURNE – È stato il solito insuperabile Novak Djokovic, quello del 2015. Ancora una volta. Ma dobbiamo ringraziare ancora una volta Roger Federer per non essersi arreso dopo due set che lo avevano travolto; più o meno come Serena Williams aveva schiacciato Aga Radwanska.

Un campione meno orgoglioso di Roger avrebbe gettato la spugna, ammainato bandiera bianca. Invece lo svizzero a 34 anni e mezzo non si è arreso, ha provato a buttarsi più spesso in avanti, a prendere dei rischi anche se – come aveva previsto Goran Ivanisevic – prendendone tanti, sarebbe inevitabilmente incappato anche in molti errori (51 alla fine contro i 20 di Novak). Novak lo ha fatto respirare un attimo quando sulla pallabreak che si era conquistato sul 2 pari nel terzo – una palla che se l’avesse trasformata avrebbe probabilmente ucciso il match già moribondo – non ha chiuso 3 passanti non impossibili per lui sullo stesso punto, con Roger Federer impegnato a far muro disperato là davanti. Nel game successivo Roger si è procurato l’unico break del match, quello che gli ha consentito di conquistare il terzo set e salvare la faccia. Nemmeno la chiusura del tetto – francamente contestabile, certo giocare indoor poteva diventare un piccolo vantaggio per Roger – quando non pioveva, e nemmeno il tifo assordante del pubblico tutto schierato per lo svizzero, sono riusciti a rovesciare una superiorità che è apparsa netta anche nel quarto set. Di nuovo infatti il serbo ha ripreso a dominare i propri games di servizio: in cinque turni ha ceduto 6 punti appena, quindi sono stati 13 in 12 games di battuta. Pazzesco.
Djokovic aveva letteralmente dominato i primi due in 54 minuti (5 punti persi in 4 turni di servizio nel primo set, 2 in 4 turni nel secondo). Nel primo set si era concesso due errori gratuiti. Federer, al contrario, sembrava un po’ uno di quei giocatori che presi dall’ansia di fare qualcosa di straordinario per sovvertire il pronostico, andava fuori giri, pretendeva di giocare al di sopra dei propri mezzi (attuali).

Djokovic ha superato adesso anche il muro Federer, 23 a 22, così come aveva superato il muro Nadal 24 a 23, Murray 21 a 9 e Wawrinka 20 a 4. Li ha battuti tutti almeno 20 volte e con tutti è in vantaggio con pochissime chances che qualcuno lo riprenda. Per questo, anche se il caso Vinci che supera Serena all’US Open dice che nessun match è mai vinto prima di essere giocato, se Novak Djokovic batterà in finale il vincente di Murray-Raonic (stanno 3 pari, forse il miglior servizio in circolazione contro la miglior risposta) e conquisterà il sesto Australian Open… potrò sempre riscrivere quel che scrissi qui un anno fa: Novak può battere tutti i record, i 14 slam di Nadal quasi certamente, i 17 Slam di Federer con buona probabilità. Perché non si profila all’orizzonte, a meno che si voglia considerare Milos Raonic la prima… riserva dei Fab Four, un giocatore in grado di essere davvero competitivo con lui. C’è stato un buco generazionale, è evidente. Djokovic e Murray sono classe ’87, ma nei primi anni Novanta non c’è nessuno all’altezza dei Fab 4. Vedremo se spunterà qualcuno di classe ’95 (in poi).
Federer stasera (nostra mattina) ha tirato quel che poteva, lo dicono i suoi 34 vincenti contro i 33 di Djokovic che pure non voleva davvero lasciargli l’iniziativa sapendo quanto può essere ancora pericoloso lo svizzero.
Il tennis di Roger è ancora eccellente, per carità, ma quello di Novak è titanico. D’altra parte Federer batteva un certo Sampras (a Wimbledon, non al challenger di Roccacannuccia) quando Djokovic giocava ancora fra gli under 14.

Djokovic domina ora più o meno come dominava Federer negli anni 2004-2005-2006-2007, ma Djokovic ha un grosso vantaggio: non ha gli stessi avversari che ha avuto Federer. Che piaccia o no, Federer ha trovato in Nadal una sorta di bestia nera che soprattutto sulla terra battuta, ma anche in un paio di Wimbledon, gli ha tolto la possibilità di vincere almeno un poker di Slam, forse di più. Djokovic invece non ha nessuno, perché questo Federer non è il miglior Federer, di Nadal non parliamo neppure, e Murray… beh Murray ha vinto solo due Slam fin qui, non 14 come Nadal.

Reduce dalle due interviste con Federer e Nadal aggiungo a quanto già scritto che Djokovic ha ammesso di aver giocato contro Federer i migliori primi due set della sua carriera. Federer, che aveva fatto soltanto due punti nei primi tre games, ha ammesso di non essere partito alla grande, poche prime, risposte così così, e di essersi quindi trovato in difficoltà perché “Novak è un buon front-leader, se comincia bene è duro riprenderlo”.

E riprendendo il mio discorso, Federer è stato fortissimo praticamente dai suoi 21 anni ai 35 attraversando diverse generazioni. Per quanto riguarda Djokovic… beh io gli ho chiesto se pensasse che il suo futuro potesse essere dominante come lo è stato a suo tempo il passato di Federer… pur sapendo che lui non avrebbe potuto darmi una risposta affermativa. Sarebbe apparso troppo presuntuoso e al contempo, poco rispettoso dei giocatori che ancora devono affermarsi. Roger Federer, da svizzero sempre politically correct, si preoccupa sempre di non urtare la suscettibilità dei suoi colleghi, motivo per cui ad un interrogativo del genere – giornalisticamente più che corretto – preferisce non rispondere. Djokovic, più schietto, ha fatto capire, quando ha citato i casi di Becker e Chang come situazioni oggi praticamente irripetibili, che oggi è molto più difficile di un tempo emergere. Sia in età giovanile, sia pure dopo. Il punto è solo questo: ci sarà un’altra banda di quattro… Beatles a far contorno a Djokovic e a metterlo ogni giorno, ogni torneo, alla frusta nei prossimi tre anni oppure no? Djokovic ha accennato ai giovani più promettenti, ha parlato di Kyrgios, di Coric, di Zverev (a mio avviso ha dimenticato Rublev…) ma onestamente secondo me questi ragazzi nei prossimi 3 anni potranno magari fare qualche grande exploit ma non li vedo in grado di avere quella continuità che i Fab Four hanno avuto.

Tornando al match così tanto atteso, devo dire che tutto sommato mi ha deluso. Ma non per il nome del vincitore, sia chiaro. Ma come chi mi conosce sa, io faccio sempre il tifo per la partita e la partita non c’è stata. Come ho già scritto poteva essercene ancora meno se Djokovic l’avesse chiusa sul 2 pari del terzo set, quando ha mancato quei tre passanti di fila contro un Federer quasi disarmato. Ma, insomma, dopo che Djokovic aveva dominato a quel modo i primi due, complice anche una partenza semi-disastrosa di Federer al servizio come sulla risposta, vera suspence secondo me non c’è mai stata. Non mi è mai capitato di pensare per un minuto che Djokovic potesse perdere questa partita. E quindi la suspence che a me piace tanto nelle partite equilibrate non l’ho mai avvertita. Vi dirò che all’inizio, dopo quei 54 minuti a senso unico, ho addirittura pensato per qualche attimo alla sindrome Sharapova quando gioca contro Serena… Ok, lo so, ovviamente era un pensiero ingiusto… Roger ha lottato sempre molto di più, non merita di essere messo sullo stesso piano di una Maria che non tenta mai qualcosina di diverso, di nuovo, ma subisce e basta.

Però qualcosa di Roger non mi convince nell’approccio mentale a certe partite… a suo tempo con Nadal, ora con Djokovic. Mi sembra come attanagliato da una tensione eccessiva. Che gli impedisce quasi di fare anche le cose che sa fare meglio. Servire più prime ad esempio, attaccare in modo diverso… Ricordo che Martina Navratilova diceva sempre che quando si invecchia la pressione la si avverte di più e non invece di meno, come se si temesse che qualcosa possa sfuggire per sempre e si debba dimostrare per forza che non è così… Come se, insomma, l’esperienza dovuta all’età si trasformasse in un boomerang che si trascina dietro troppe insicurezze. Federer si rifiuta di considerarsi vecchio e risponde a chi gli chiede se pensa di poter battere ancora Djokovic in uno Slam, tre set su cinque: “La fiducia ce l’ho ancora, non svanisce troppo presto. So che non è facile, non è mai stato facile, ma tre set o tre set su cinque, io so che posso correre ancora quattro o cinque ore, non è un problema, l’ho provato in allenamento, nella off-season, e non sudo. Non mi preoccupano i palleggi prolungati, voi pensate che io sia vecchio etcetera etcetera, ma non è un problema per me. Non mi spaventa affrontare nessun giocatore giovane in uno Slam, credo che avevo un tabellone non facile, sono contento del mio livello in questo avvio dell’anno. Novak ormai è un punto di riferimento per tutti noi, è il solo giocatore che è riuscito a fermarmi ultimamente e Stan quando ha giocato ‘on fire’ a Parigi. Va bene, avrei voluto giocare un poco meglio, e chissà che cosa sarebbe potuto succedere. Oggi Novak era molto, molto forte. Non c’è dubbio”.

Ecco, secondo me, che le ho sentite dal vero, tono di voce compreso quindi, Roger mi dà la sensazione di non rendersi conto che ormai c’è un gap abbastanza profondo fra lui e Djokovic. Perde, ripetutamente ormai negli Slam – che non sono i tornei ATP, come ricordava l’altro giorno Goran Ivanisevic – e crede sempre che avrebbe potuto giocare un po’ meglio e che se avesse giocato meglio chissà…? A me pare che Djokovic sia oggi di un’altra categoria. Un conto è correre 4 o 5 ore in allenamento, come dice Roger di saper fare senza sudare, un altro conto è opporsi a un Djokovic che ti fa correre a ritmi intensissimi da una parte all’altra del campo. Perfino Scanagatta può giocare 4 ore contro uno molto più scarso e non sudare, ma se trova uno appena più bravo di lui, dopo 10 minuti scoppia. Federer non dopo 10 minuti, ma comunque non arriva a stare sopra ad un Djokovic né nella prima ora – in cui soffre mentalmente la superiorità evidente dell’avversario – né dopo le due ore e mezzo quando la superiorità anche atletica di Djokovic rende il confronto assolutamente impari.

È sempre difficile per un campione, che continua ad essere superiore a tutti gli altri giocatori del mondo, rendersi conto ed ammettere pubblicamente che un altro è più forte di lui. È difficile soprattutto per Roger Federer che per oltre una decade ha pensato – più che legittimamente e quasi come Serena Williams nel pianeta donna – che se arrivava una sconfitta era quasi sempre perché era stato lui a giocare meno bene di come avrebbe potuto e non invece l’avversario ad essere più forte. Oggi, non ci sono santi, Djokovic è più forte. E nei mesi che verranno Federer non riuscirà a scalfire questa superiorità, se Djokovic non gli darà una mano. I rapporti, rispetto a qualche anno fa, si sono rovesciati.

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