La settimana degli italiani: brutte prestazioni riscattate in parte da Lorenzi

Rubriche

La settimana degli italiani: brutte prestazioni riscattate in parte da Lorenzi

Lorenzi in semifinale a Quito. E basta, purtroppo. Questo il magro bilancio di una delle tante settimane da dimenticare per il tennis italiano, compreso il brutto finale di Marsiglia. Per il tricolore il futuro è nelle mani di Fognini e Giorgi

Pubblicato

il

 

La prima settimana di febbraio, che nel settore maschile programmava tornei di seconda fascia(Atp 250 con un solo top ten iscritto) ed in quello femminile la Fed Cup, è stata per i colori azzurri la solita settimana. La FIT forse direbbe positiva, noi aggiungiamo “solo se ragguagliata al basso standard di rendimento tenuto dalle racchette italiane durante il primo mese dell’anno”. Gennaio difatti è stato purtroppo deludente per il tennis italiano sin dai tornei di preparazione al primo Slam stagionale (nessuna semifinale, due quarti di finale tra gli uomini con Fabbiano a Chennai e Fognini ad Auckland ed un analogo risultato tra le donne raggiunto una volta a testa da Vinci a Brisbane, Errani a Sidney e Giorgi ad Hobart). A Melbourne poi, la sola Vinci, di tutta la spedizione azzurra, è riuscita a raggiungere appena il terzo turno, per non parlare della mancata qualificazione al tabellone principale di tutti quelli (ben 11) che avevano provato ad accedere al tabellone principale. Se aggiungiamo che questa volta neanche il doppio ha regalato soddisfazioni, con Bolelli e Fognini fuori al secondo turno e la Vinci fermatasi prematuramente in coppia con la Kuznetsova, il desolante quadro è completo.

Solo in questo contesto deludente, si può comprende la gioia tra gli addetti ai lavori e gli appassionati italiani, con la quale è stata accolta la semifinale all’Atp 250 di Quito da parte di Paolo Lorenzi. Capace di raggiungere questo traguardo per la seconda volta in carriera (la prima a San Paolo nel 2014, quando arrivò anche in finale, dove perse da Del Bonis), il senese è arrivato in Ecuador con tanta fiducia proveniente dal circuito challenger, nel quale quest’anno ha già vinto un titolo e raggiunto una finale, e con il ricordo dei quarti raggiunti lo scorso anno nella capitale ecuadoregna, quando si arrese a Verdasco. Dopo un agevole esordio contro la wild card locale Gonzalo Escobar, mancino n°364 del mondo, liquidato 6-1 6-2, già al secondo turno Lorenzi è stato bravo a sconfiggere 6-3 6-2 in sessantacinque minuti un avversario in calo di rendimento, ma sempre ostico, come Alejandro Falla, colombiano anche lui mancino, attualmente al n°126 del ranking (ma con migliore classifica un buon 48 ). Nei quarti di finale è però arrivata la grande gioia per Paolo contro l’australiano Bernard Tomic, numero 20 al mondo, il senese ha sfoderato al meglio tutte le sue qualità di agonismo e intelligenza tattica e, dopo aver perso il primo set al tie-break, ha imbrigliato il talento del ventitreenne avversario riuscendo dopo 2h10’ ad ottenere probabilmente quella che è la vittoria più prestigiosa della carriera, andata in archivio col punteggio di 6-7(5) 7-5 6-3 ( aveva già battuto nel 2014 a San Paolo Tommy Haas, allora 12 del mondo, ma il tedesco si ritirò quando perdeva 3-6 2-3). Purtroppo in semifinale Paolo, probabilmente un po’ stanco per la battaglia del giorno precedente, non è riuscito ad avere la meglio contro Thomaz Bellucci, ventottenne brasiliano al trentaciquesimo posto del ranking: un peccato, perché il match era alla sua portata, come testimoniato dai due precedenti scontri diretti, entrambi vinti dal senese sulla terra battuta. Invece, dopo un inizio molto promettente che ha consentito al nostro giocatore di portare a casa il primo parziale, il match ha visto salire di rendimento e nel controllo degli scambi il giocatore carioca, che è riuscito ad ottenere l’accesso alla finale vincendo 3-6 6-2 6-3 in poco meno di due ore di gioco.
Resta in ogni caso una settimana da incorniciare per Paolo, che da lunedì sfiorerà il suo best ranking (numero 49 nel marzo 2013) con buone possibilità di migliorarlo nel prosieguo della trasferta sudamericana in questo mese (l’anno scorso a Buenos Aires, Rio e San Paolo ottenne una sola vittoria e due eliminazioni al primo turno).

Con il nostro numero 1 Fabio Fognini “a riposo” questa settimana, in vista delle tre partecipazioni consecutive ai tornei sulla terra rossa sudamericana ai quali è regolarmente iscritto (da lunedì è in tabellone a Buenos Aires dove è testa di serie numero 6 ed al primo turno affronta Del Bonis) e con Simone Bolelli non in gara per curare i dolori alla schiena, che lo hanno fatto cancellare anche da Rotterdam, gli altri azzurri a giocare nel circuito maggiore sono stati Andreas Seppi e Thomas Fabbiano, entrambi impegnati nel nuovo torneo di Sofia.
Il tennista di Caldaro difendeva i 150 punti ottenuti con la finale a Zagabria nella prima settimana di febbraio del 2015: vi è riuscito purtroppo solo parzialmente, arrivando ai quarti dove è stato sconfitto nettamente 6-4 6-3 dal compagno di doppio nella stessa capitale bulgara, lo slovacco Martin Klizan, 44 del ranking Atp. In precedenza, aveva usufruito di un bye al primo turno, in qualità di testa di serie numero 4 ed aveva poi sconfitto facilmente l’olandese Thiemo De Bakker col punteggio di 6-2 6-1 in meno di un’ora di gioco.
Fabbiano per partecipare al tabellone principale è stato bravo ad usufruire della porta di servizio delle quali, superate in scioltezza sconfiggendo il serbo Djere (223 del mondo) e l’ungherese Fucsovics (203) senza perdere un set. A differenza di quanto accaduto a Chennai, non è però riuscito a sfruttare il buon sorteggio e, seppur opposto all’altro qualificato, il lungagnone(195 cm di altezza) tedesco Daniel Brands ha dovuto soccombere al 134 del ranking Atp con lo score 7-6(5) 6-3.

A Montpellier si giocava l’unico 250 che vedeva partecipare un top ten, Richard Gasquet ed il solo azzurro in gara nel tabellone principale (Andrea Arnaboldi non è riuscito a superare le quali) è stato Luca Vanni: il giocatore nato a Castel Del Piano, attualmente 103esimo in classifica, alla ricerca come Lorenzi del miglioramento del best career ranking (numero 100 a maggio scorso) ha imbastito una grande battaglia al primo turno contro Alexander Zverev, uno dei migliori e più promettenti teen ager del circuito, ma contro il diciottenne di Amburgo si è dovuto arrendere dopo circa due ore e mezza di gioco. Il tedesco, che poi arriverà in semifinale sconfiggendo anche Cilic, ha infatti battuto il nostro giocatore toscano col punteggio di 6-7(3) 6-4 7-5.

Ad eccezione della Vinci che si è preparata per i prossimi tornei ed ha raccolto la meritata popolarità andando negli studi Sky per varie ospitate, e della Knapp che purtroppo si è cancellata dai tornei sino a Miami per il protrarsi della convalescenza post intervento di settembre, le nostre migliori giocatrici sono state invece impegnate nella sfortunata trasferta di Fed Cup a Marsiglia. La vera novità è che purtroppo anche dal versante femminile non solo non arrivano buone notizie ma temiamo possano non arrivarne ancora a lungo. L’unica che ha vinto un match, Camila Giorgi, è la nostra speranza per il futuro e sarà il caso di evitare di pressarla troppo. È stato detto tante volte che la ragazza potenzialmente potrebbe essere in grado di darci grandissime soddisfazioni e siamo tutti in attesa di quel “clic” che potrebbe cambiare la sua carriera. Camila è ancora relativamente giovane, considerato l’innalzamento dell’età media dei vincitori di Slam e della top10, e i difetti sono tutti quanti ampiamente eliminabili. Tutti quanti, noi addetti ai lavori per primi forse, dovremmo fare lo sforzo di evitare di caricarla eccessivamente. Il che non significa non segnalare discutibili comportamenti magari dovuti alla timidezza o modalità di gestione della gara rivedibili.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement