Paralleli: John McEnroe e Lorenzo Bernardi, odi et amo

Personaggi

Paralleli: John McEnroe e Lorenzo Bernardi, odi et amo

Per la rubrica sui confronti fra tennisti e campioni di altri sport oggi vi proponiamo due atleti, due forti personalità, che hanno sempre diviso gli appassionati dei rispettivi sport: John McEnroe e Lorenzo Bernardi

Pubblicato

il

 

È il luglio del 1999 quando John Patrick McEnroe entra di diritto nella Hall of Fame del tennis mondiale. È stato numero uno del ranking per ben quattro anni consecutivi dal 1981 al 1984, conquistando i campi verdi di Wimbledon tre volte in carriera. Il suo stile è fantasia pura a partire dal servizio effettuato da una posizione particolare rispetto ai suoi avversari. Nel corso della sua carriera non solo ha dominato sul campo imponendo un nuovo stile di gioco, ma ha rotto ogni schema nell’ingessato mondo del tennis con sfuriate verso direttori di gara, pubblico e rivali.

In una sera di inizio ottobre a Buenos Aires, per la precisione venerdì 5 ottobre 2001, la Federazione Internazionale di Pallavolo assegna invece a Lorenzo Bernardi il premio di Giocatore del Secolo. Nel corso della stessa cerimonia la nazionale italiana di volley, della quale Bernardi è stato per anni la punta di diamante, riceve il riconoscimento di Squadra del Secolo. Come avrebbe potuto essere diversamente d’altro canto? L’Italia dal 1989 al 1999 ha vinto tutto, tutto tranne l’oro olimpico. Lorenzo ha conquistato ogni titolo anche con la maglia dei club nei quali ha militato: Panini Modena prima e Sisley Treviso poi. Il ruolo è quello di schiacciatore. Tecnica sopraffina in ricezione, potenza e intelligenza in attacco, istinto in difesa, ma la vera differenza tra Bernardi e gli altri grandi giocatori è il carattere. In campo Lorenzo è sicuro di sé, a tratti addirittura strafottente, in alcune occasioni irriverente nei confronti di arbitri e avversari. Dopo un attacco vincente non lancia un urlo rivolgendosi al giocatore dall’altra parte della rete, no quello lo fanno tutti, lui si limita a guardare l’avversario intensamente come a sottolineare la sua evidente superiorità.

Gli spettatori restano affascinati quando hanno la fortuna di assistere dal vivo a un attacco di Bernardi o a una voleé di McEnroe, restano senza parola davanti ai loro colpi impossibili, ma malgrado l’ammirazione non possono far altro che schierarsi.

O ti innamori di loro o li detesti.

Nel tennis non esistono vere tifoserie. Gli appassionati molto spesso si schierano in base alle emozioni che un campione sa trasmettere e non in base alla provenienza dello stesso. E così sull’erba di Wimbledon nel 1981 una parte del pubblico seduta ad assistere al primo turno tra McEnroe e Gullikson non può che lasciarsi conquistare da quel ragazzo americano che oltre a dare prova di una classe cristallina arriva a insultare il giudice di sedia, ma la maggior parte dei tradizionalisti spettatori resta scandalizzato dalle urla di John senza sapere di trovarsi davanti a una scena che entrerà nella storia. “You cannot be serious” esclama infatti McEnroe dopo un’infelice decisione arbitrale. Quattro parole che si trasformeranno nel suo marchio di fabbrica.

Al contrario nel volley è semplice la scelta per il pubblico: se Bernardi gioca nella tua squadra lo ami alla follia, se è un avversario non puoi che odiarlo. Nel corso della finale scudetto del 1999 giocata tra Modena e Treviso con Bernardi tra le file della squadra veneta, i suoi ex tifosi, amanti traditi, hanno speso l’intero incontro a beffeggiare il campione. La reazione di Lorenzo? Semplice, un punto dopo l’altro e dopo ogni punto un giro di campo con le braccia spiegate a aeroplano, fino all’attacco decisivo che regala alla sua squadra la vittoria finale e allora il silenzio e lui immobile al centro del campo, le braccia al cielo e un sorriso beffardo sul viso.

Sia il campione di volley che l’immenso tennista conoscono però anche la sconfitta bruciante, entrambi scoprono sulla loro pelle cosa significhi arrivare a un passo dal sogno e cadere per una manciata di punti.

Wimbledon 1980: nella finale il glaciale Bjorn Borg infrange al quinto set il sogno del giovane McEnroe di alzare il trofeo più importante dell’intero circuito tennistico. Il campione americano si riscatterà l’anno seguente e in due altre occasioni.
Sia alle olimpiadi di Barcellona 1992 che in quelle di Atlanta 1996 l’Italia è la favorita a conquistare l’oro nel torneo di pallavolo, ma in entrambe le occasioni cade al quinto set per mano della sua storica rivale, l’Olanda. Per Bernardi il sogno Olimpico resterà l’unico non realizzato di un’intera carriera.

Eppure, malgrado il carattere ingestibile, Bernardi sa mettersi completamente al servizio della sua squadra. Il peggior avversario da incontrare ma il miglior compagno con il quale dividere il campo. Lo stesso McEnroe nelle occasioni in cui si cimenta nel doppio è assolutamente impeccabile con il fortunato partner. Emblematica in questo senso una dichiarazione proprio di Fleming: Il miglior team di doppio del mondo è John McEnroe insieme a chiunque altro”.

Attraverso le bordate di fischi e le standing ovation, attraverso le urla e le reazioni esagerate, attraverso le sconfitte affrontate con rabbia e orgoglio, attraverso le vittorie celebrate con sufficienza, attraverso un pubblico di appassionati divisi tra detrattori e innamorati, alla fine delle loro carriere Bernardi e McEnroe sono divenuti la storia dei rispettivi sport.

Se Manzoni aveva ragione i posteri hanno emesso la loro insindacabile sentenza.

Chiara Gheza

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement