Pagelle: Miami o non mi ami, tutto il resto è Novak

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Pagelle: Miami o non mi ami, tutto il resto è Novak

Il combined di Miami dà gli stessi responsi di Indian Wells, con Novak Djokovic padrone indiscusso, i suoi presunti rivali in affanno e i giovani che crescono a debita distanza. Mentre Azarenka è la numero uno in pectore e l’Italia fa harakiri

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Purtroppo ci tocca. Come ogni lunedì bisogna dare i voti, anche se siamo stati rapiti dai misteri del contratto e della rottura tra Camila Giorgi e la FIT, dalla spasmodica attesa della squalifica della Sharapova, della preparazione dell’immaginifico torneo di Napoli e dunque il torneuccio di Miami lo abbiamo chiaramente e dovutamente trascurato. Tanto lo hanno vinto gli stessi due del torneo precedente, e allora sempre grazie a Camila Giorgi (10) che ci ha dato qualcosa di interessante di cui occuparci.

Per carità, non diremo mai che il tennis maschile è noioso se no i tifosi di Novak Djokovic (9,5) se la prendono a male nè che i suoi avversari sono scarsi: chi vince ha sempre ragione e quindi Nole ha ragionissima e se ne facciano una ragione gli orfani di Roger&Rafa e tutti quelli che non lo amano. Lo stesso dicasi per Vika Azarenka (10) tornata dall’inferno e candidata a riprendersi lo scettro, ora che è più o meno ufficiale che Serena Williams (5) abbia perso la voglia.

A proposito di voglia pare che anche Andy Murray (4,5) ne abbia sempre meno, tra la famiglia che giustamente è la prima cosa che conta, il fratello che è diventato numero 1 prima di lui, le battaglie da paladino femminista e quelle a suon di tweet con Stakhovsky. Oddio non è che Federer sia messo meglio da questo punto di vista, beccato a smaltire l’influenza in spiaggia in compagnia di Bobone Vieri.

Non ci resta che sperare che Thiem (7) e Goffin (8) si fortifichino, Kyrgios (8) metta la testa a posto (eehehhhh), Zverev (6) o Pouille (7) diventino continui e nel frattempo arrivi Fritz (6,5).
Perché in fondo se il tennis è diventato troppo fisico anche per Rafa Nadal (4,5) o per David Ferrer (4,5) possiamo ancora credere che Raonic (6), il vacanziero Wawrinka (3), il solito Berdych (6), il folle Monfils (7), l’ex speranza Dimitrov (7) o il distratto Tsonga (5) siano da corsa in un major? Senza dimenticare che qualcuno vede in Nishikori (7,5) il primo rivale di re Nole: siamo a cavallo.

I sognatori si aggrappano ad un miracoloso rientro di Del Potro (6,5) – magari dopo luglio penserà Barazzutti – che ci ha fatto spaventare tutti ancora una volta, tutti tranne il connazionale Zeballos (8 per il torneo, 4 per l’euforia) che ha festeggiato la vittoria manco avesse vinto Wimbledon. Forse ci abitueremo ad accontentarci degli exploit di uno Dzumhur (8) o di un Kuznetsov (7,5).

Il tempo di aggiungere una a e ci troviamo tra le donne. Detto che una Svetlana Kuznetsova (9) così fa solo rabbia per quello che non è stato e che tra qualche anno finiremo per dire lo stesso di Petra Kvitova (4), notiamo che Kerber (7), Muguruza (6,5) e Halep (6,5) danno segni di vita, Baczinsky (8) cresce, Konta (7) si conferma, mentre Radwanska (5) perde la solita occasione.

Con Giorgi che per sua stessa ammissione subirà la sorte di Bolelli (4,5), Fognini rotto, Seppi (5,5) in calo, Vinci (6) appagata ed Errani (4) abulica, le buona e notizie per i colori azzurri arrivano da Thomas Fabbiano (8) che approda in top-100 e dal torneo giovanile di Firenze dove hanno trionfato i nostri Samsonova e Balzerani. Peccato che gli abbiamo subito ricordato che la doppietta italica in quel torneo mancava dai tempi delle vittorie di Gaio e Trevisan: resta che vincano Wimbledon juniores e il futuro sarà senza dubbio loro.

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