Angelique Kerber: “Non so se sono la nuova Steffi Graf. Il mio modello è Rafa Nadal”

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Angelique Kerber: “Non so se sono la nuova Steffi Graf. Il mio modello è Rafa Nadal”

La tedesca, trionfatrice a Stoccarda domenica scorsa, dopo la vittoria all’Australian Open aveva concesso un’intervista a El Español. Tra “L’Alchimista” e Rafa Nadal il racconto di una ragazza che lavora sognando

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Sorprendentemente, Angelique Kerber, tedesca classe 1988, non si sposta contornata da una marea di gente, il primo sintomo che di solito appare dopo aver vinto un Grande Slam. Lontana dall’essere scortata da un esercito di nuovi volti, la tedesca non ha toccato un solo componente del suo team nel momento in cui è entrata nella fase più dolce della sua vita d’élite.

Kerber, che a Melbourne ha alzato il suo primo grande titolo, dopo aver sconfitto in finale Serena Williams, rapidamente inizia a raccontare di come ha celebrato la sua più importante vittoria con più di 40 persone quando è tornata a casa, e del fatto che ha impiegato quasi una settimana a rispondere a tutti i messaggi che ha ricevuto sul suo telefonino, assaltato da mille persone che si sono ricordate di lei.

Nonostante insista nel dire che la sua vita non è affatto cambiata, la sue uscite precoci dai tornei successivi della stagione, svela che la pressione è adesso diversa perché alla responsabilità di vincere si unisce il suo nuovo status, e lì ci sono il resto delle grandi giocatrici a confermarlo. Questo inevitabilmente dovrà imparare ad accettarlo con il passare del tempo.

Durante l’intervista, che si svolge sopra un sofà dallo stile arabo, la numero due del mondo riflette una felicità che è impossibile da spiegare a parole. È così che deve essere la gloria, anche se ad oggi non ha ancora trovato il trofeo da campionessa, perso in qualche punto tra l’Australia e la Polonia, dov’è residente.

Chi era Angelique Kerber prima di essere una giocatrice professionista di tennis?
Era una ragazza normale, sono andata a studiare in collegio, lì mi feci moltissimi amici perché potevo stare molto più tempo a casa, cosa che oggi è quasi impossibile. Da quando ho iniziato a giocare da professionista non mi sono mai fermata. Vado da una parte all’altra del mondo tutto l’anno. È questa la vita nel circuito. Alla fine credo di essere la stessa persona di prima. Lo dico seriamente, sono cambiate poche cose in me.

Lei però sarebbe potuta essere una nuotatrice.
Sì, ho dovuto prendere una decisione. Perché ho scelto il tennis? Perché ci giocavano i miei genitori. Mi è toccato scegliere fa il tennis e il nuoto e ho scelto la racchetta perché era qualcosa che apparteneva alla mia famiglia. Tutti praticavano questo sport e avevo molta più connessione con il tennis che con il nuoto.

Le ha cambiato la vita vincere l’Australian Open?
No, assolutamente. Sono la stessa persona di prima. Certo, adesso noto che molta più gente mi riconosce per strada, per esempio, o mi richiedono molte più interviste, ho molti più impegni con i mezzi di comunicazione, soprattutto in Germania ma anche nel resto mondo. Ma niente di più, questi sono  i cambiamenti significativi che ho avuto da quando ho vinto.

Prima della sua vittoria, Serena aveva vinto 21 delle sue 24 finali in un Grande Slam.
Non ci pensavo a quello. Non pensavo alle statistiche o a tutto quello che Serena aveva ottenuto. Tantomeno prima di scendere in campo. Semplicemente ero felice e soddisfatta di essere riuscita a raggiungere la prima finale di uno Slam e ho solo cercato di crearmi delle opportunità, le mie opzioni perché ero già riuscita a batterla alcuni anni fa a Cincinnati. Sapevo di dover giocare al miglior livello possibile e l’ho fatto. Non ho pensato a quanti Slam aveva già vinto Serena né nei suoi spettacolari risultati. Ho solo pensato a giocare e a fare del mio meglio.

Ha parlato con Graf dopo? Grazie a lei ha mantenuto il suo record.
Sì! Mi ha inviato un messaggio. Mi ha scritto dicendo di essere molto contenta per me e che il lavoro duro porta sempre delle ricompense, che avrei dovuto godermi ogni istante, ogni momento che sto vivendo.

I sostenitori dicono che lei è la nuova Steffi.
Sono la giocatrice tedesca ad aver vinto uno Slam dopo di lei ma non so se sono la nuova Steffi Graf. Lei è un esempio, una giocatrice storica, qualcuno nel quale mi sono sempre rispecchiata, fin da piccola. Lei è una leggenda perché ha vinto davvero tutto.

Adesso è una campionessa di uno Slam. La spaventa non rispondere alle aspettative?
No, assolutamente. Vincere uno Slam è sempre stato il mio sogno ed è davvero da poco che si è realizzato. Ovviamente vorrei vincere tutti i tornei, ma il tennis è uno sport in cui ogni settimana hai la possibilità di vincere ma c’è anche il rischio di perdere. Non ho alcun dubbio che quest’anno mi capiterà di perdere delle partite, è così.

Cosa ha imparato dalla sua vittoria a Melbourne?
Ho imparato molto. Adesso so che posso vincere dei grandi tornei. So che ho del potenziale e delle capacità, soprattutto la fiducia di poter vincere un grande torneo e di poter fare una grande stagione. È questo che ho imparato, che posso farcela.

È possibile avere delle amiche nel circuito?
Ovviamente! O per lo meno lo spero (ride). Andrea Petkovic è un buon esempio.

Quante volte ha letto ‘L’alchimista’?
L’ho letto molte volte.

Come mai lo rilegge sempre?
La cosa interessante è che ogni volta che lo rileggo trovo nuove prospettive, nuovi angoli che prima non avevo notato. Anche a livello mentale è stato interessante apprendere gli insegnamenti che mi servono giorno dopo giorno nella mia carriera. Credere in quelli che ti circondano ed in te stessa, questo è il principio essenziale che trovo in quel libro.

Se dovesse paragonarsi ad uno di loro, il suo stile di gioco si avvicina di più a quello di Federer, Nadal o Djokovic?
Mi piace avere il mio stile personale, ma allo stesso tempo le direi che mi piace moltissimo lo spirito battagliero di Nadal, il modo in cui lavora e come si muove in campo, ed il fatto che sia mancino mi fa identificare maggiormente. Ma allo stesso tempo mi piace molto vedere come Federer riesca ad essere così concentrato e rilassato in campo. Fa sempre la cosa giusta e sembra non sudare mai, una cosa incredibile.

Cosa prenderebbe da loro?
Da tutti loro l’etica del lavoro che hanno. Come lavorano duramente in campo e come dopo, una volta fuori siano così rilassati, sapendo di aver fatto un buon lavoro. Stanno bene fuori dal campo anche se sono sempre concentrati su quello che devono fare. Magari riuscissi a farlo, sarebbe il modo di separare il dentro e il fuori.

Lei non smette mai di sorridere, lo dicono anche le sue avversarie. Dov’è il trucco?
Il mio segreto è godermi il momento. Mi piace la mia vita, essere nel circuito, conoscere nuovi posti, viaggiare per il mondo e conoscere sempre nuove persone. Ho un grande team attorno a me e chissà se anche lì c’è un altro segreto del perché sorrido sempre.

Qual è stato il miglior consiglio che le hanno dato?
Il miglior consiglio? Senza alcun dubbio, ‘credi nei tuoi sogni’. E lavorare sodo, davvero tanto.

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