Fabio Fognini a Monaco potrebbe fare l'exploit. L'Italia femminile sta fallendo

Editoriali del Direttore

Fabio Fognini a Monaco potrebbe fare l’exploit. L’Italia femminile sta fallendo

Fognini in corsa per la finale a Monaco. Dopo Schiavone, Pennetta, Vinci e Errani, il tennis femminile azzurro sembra stia finendo in una crisi senza via d’uscita

Pubblicato

il

 

Questo articolo è stato pubblicato su Snai.it, e per gentile concessione lo pubblichiamo su Ubitennis

Ha ripreso a giocare da poche settimane, dopo una serie di problemi fisici, Fabio Fognini, oggi n.30 del mondo, ma il promesso sposo di Flavia Pennetta (che Giovanni Malagò si ostina a non voler considerare “pensionata” e vorrebbe convincere a rientrare per le Olimpiadi di Rio), non se la sta cavando male. Contro un Nadal quasi completamente recuperato (principe a Montecarlo e vittorioso al Conde de Godò) a Barcellona Fabio ha perso in modo più che dignitoso. A Monaco di Baviera Fognini, testa di serie n.5, era certamente favorito nel quarto di finale contro il lucky loser slovacco Kovalik. Fognini, che ha superato al primo turno la wild card tedesca Marterer e poi al secondo turno il kazako Kukushkin, nostro implacabile giustiziere ad Astana nel match di Coppa Davis perso 3-2 dal Kazakhstan e con il quale aveva perso due volte su tre, non ha perso neanche contro questo semisconosciuto Joseph Kovalik, 23 anni e n.139 del mondo, allenato dall’ex n.6 ATP Karol Kucera. Ma con Fognini non si può mai sapere, tutto dipende da come gli gira. Credo che – dopo aver approfittato del corridoio lasciatogli dal forfait della testa di serie n.2 Gael Monfils (finalista a Montecarlo dopo un gran ben torneo nel Principato) – potrebbe anche vincere il torneo. In semifinale non è però facile il suo compito contro il tedesco dal magnifico rovescio Kohlschreiber, vincente del “quarto” assai interessante contro il redivivo  argentino dai polsi fragili Juan Martin Del Potro (cui è stata assegnata una meritata wild card).

Dalla metà alta del tabellone era difficile capire chi sarebbe arrivato in finale: c’erano tre giocatori che avevano tutte le carte in regola per farcela. Mi riferisco al belga Goffin, testa di serie n.1 che però ha perso contro uno dei tennisti più promettenti, il tedesco Zverev favorito n.8, e all’austriaco Thiem che ha battuto con qualche difficoltà il croato Dodig. Curioso il fatto che in nella metà superiore del tabellone i due giocatori teste di serie, Goffin n.1 e Thiem n.3, sembrino molto più talentuosi quando giocano il rovescio piuttosto che il dritto. Il terzo era appunto Zverev, che per molti addetti ai lavori non sarà solo un top-ten in pectore ma addirittura un possibile n.1 del mondo. Per la Germania, che dai tempi di Becker e Stich negli anni Novanta, non ha più avuto stelle di prima grandezza in campo maschile, è un sogno che potrebbe diventare realtà. Sono curioso di vedere che cosa farà in questo semifinale in Baviera dove tutto il pubblico sarà per lui e potrebbe trascinarlo alla prima grande vittoria. Zverev a questo punto…non è il Leicester di Ranieri che ad inizio campionato veniva pagato 500 a 1. A questo punto questo torneo lo possono vincere tutti. Non dimentichiamo che due dei più importanti tornei vinti da Fabio in carriera sono stati proprio tornei tedeschi, Stoccarda ed Amburgo, quando Fabio – che poi fece finale anche ad Umago – inanellò una serie di risultati che lo issarono al suo best ranking, n.13 ATP (il migliore mai raggiunto da un italiano dai tempi di Panatta e Barazzutti).

Era interessante, all’Estoril, il duello fra l’argentino Leonardo Mayer e il nostro Paolo Lorenzi, anticipo di un possibile confronto di Coppa Davis (in programma a luglio a Rimini, quarti di finale). Lo ha vinto Mayer 76 (7-5 nel tiebreak) 64. Credo che a Rimini i titolari saranno più probabilmente Fognini e Seppi, ma manca ancora troppo tempo. Chiudo con le donne… dopo che Camila Giorgi ha preso una bastonata dalla Pliskova in quel di Praga. Ha fatto solo tre games Camila. Troppo pochi per un tennista che aspira a raggiungere una classifica ben diversa dall’attuale, n.50. Ma il vero problema è quello del tennis italiano che è vissuto per anni, dal 2000 in poi, sugli exploit di quattro ragazze capaci di raggiungere un posto tra le top-ten, anzi tra le top-eight: Francesca Schiavone n.4, Sara Errani n.5, Flavia Pennetta n.6, Roberta Vinci n.8. Posizioni in classifica raggiunte grazie a grandi risultati in singolare e a grandi sacrifici compiuti fin da ragazzine, accompagnate ad una grande serietà e professionalità. Una felice coincidenza temporale ha fatto sì che fossero forti quasi contemporaneamente e così hanno potuto vincere quattro Fed Cup per l’Italia, dando grande lustro al nostro tennis…e anche alla nostra federazione che si è a lungo gloriata dei loro successi, anche se a mio avviso non ha avuto troppi meriti sulla loro crescita. Mentre mi pare che abbia più di qualche demerito se oggi alle spalle delle quattro tenniste ci ritroviamo con… il deserto assoluto di prospettive.

Dietro Camila Giorgi, n.50, che ha “rotto”i ponti con la federtennis, e la Knapp n.72, con la Schiavone n.89, precipitiamo nell’abisso del nulla per trovare un’altra tennista italiana: Martina Caregaro è n.275, Giulia Gatto-Monticone n.285, Anastasia Grymalska è n.320, Cristiana Ferrando n.335, Nastasia Burnett n.336, Alice Matteucci n.338, Gioia Barbieri n.334, Martina Trevisan n.335. Si tratta di un fallimento di dimensioni epocali per quanto riguarda il lavoro dei nostri tecnici federali. Le quattro top-eight di cui sopra hanno mascherato, nascosto, questa tragica realtà, ma francamente un disastro così non era proprio ipotizzabile. Fra n.89 e n.275 nemmeno uno straccio di tennista presentabile a livello internazionale, in grado di competere dignitosamente in un torneo del circuito WTA.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement