ATP Madrid interviste, Novak Djokovic: “Felice di essere tornato, sono pronto ad arrivare a Rio!”

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ATP Madrid interviste, Novak Djokovic: “Felice di essere tornato, sono pronto ad arrivare a Rio!”

L’intervista di Novak Djokovic prima dell’esordio all’ATP di Madrid

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Come ti senti? Pronto per questo torneo a Madrid?
Beh, sono felice di essere tornato. L’ultima volta in cui sono stato a Madrid, risale a tre anni fa. Mi è mancato stare in questa città, mi è mancato essere parte di questo torneo. Sfortunatamente, nel 2014 non mi è stato possibile venire qui a causa dell’infortunio: lo scorso anno la decisione presa dal team è stata quella di ripetere la cosa. Sfortunatamente, lo scorso anno Madrid non è stata inclusa nel programma. Per questo ho saltato gli ultimi due anni, ma sono felice di essere tornato, soprattutto perché questo è sicuramente uno de più grandi tornei che abbiamo al mondo, specialmente per questa superficie particolare. Sono ovviamente emozionato di tornare su questo campo d’argilla. A Monte-Carlo non ho giocato così bene, spero di poter fare più incontri durante questa settimana.

Dopo le vittorie a Monte-Carlo e Barcellona di Nadal, pensi che lui sia il tuo più grande rivale qui a Madrid, nel prossimo torneo su terra rossa? Come guardi a Rio? I Giochi Olimpici inizieranno tra meno di cento giorno. Ti senti abbastanza sicuro da poter vincere un oro?
Prima di tutto, penso che Nadal sia il rivale numero uno di tutti su un campo in terra rossa, per quella che è la sua storia a riguardo e per i risultati che ha raggiunto durante la sua carriera, che lo hanno portato ad essere uno dei migliori, se non il migliore su qualsiasi campo in terra rossa, ed è un dato di fatto. Sicuramente durante la stagione 2015 non ha avuto le stesse performance che siamo abituati a vedere. Quest’anno sta mostrando una qualità sicuramente superiore per quanto riguarda il suo gioco. Ha giocato in maniera eccellente sia a Monte-Carlo che a Barcellona. Sono sicuro che sia molto motivato a fare del suo meglio qui a Madrid, ma soprattutto a dare del suo meglio sul suo campo di gioco preferito. Lui è sicuramente il giocatore da battere. Per quanto riguarda Rio, sicuramente è quello a cui aspiro. I Giochi Olimpici avvengono ogni quattro anni, e per ogni atleta professionista al mondo è un grande onore prendervi parte. Ho avuto il piacere di esserci ben due volte nella mia vita, una volta a Pechino nel 2008 e a Londra, dove ho ottenuto alcuni buoni risultati. Ho vinto il bronzo a Pechino mentre a Londra ho tenuto alta la bandiera del mio paese. Sono state esperienze, sai, momenti incredibili che non dimenticherò mai. Per questo sono molto entusiasta, penso come chiunque altro, di partecipare a Rio ed essere in forma e ben preparato per combattere per la medaglia.

Hai vinto questo torneo nel 2011; ora, cinque anni dopo, sei il miglior giocatore ATP. Ti senti abbastanza sicuro da poter vincere ancora?
Beh, ho sempre avuto grandi aspettative da me stesso. Sapendo di aver vinto questo torneo nel 2011 e di aver giocato un paio di semifinali e tornei molto bene in passato a Madrid, sicuramente mi dà una ragione in più per credere che posso farcela. Sicuramente oggi sono un giocatore diversi rispetto a tre o cinque anni fa. Mi sento più sicuro in campo e fisicamente e mentalmente più sicuro che nel 2011. Nonostante quell’anno abbia giocato una delle mie migliori stagioni. Ma le condizioni di Madrid sono differenti rispetto a qualunque altro torneo. L’altitudine è molta e la palla vola velocemente, bisogna adattarsi a queste particolari condizioni. Sono felice di essere arrivato qui prima. Ho alcune buone sessioni di allenamento da fare e spero solo di dare il meglio di me questa settimana.

Oggi ti stavi allenando con Andy Murray. Hai mostrato di avere un buon livello. Come ti senti dopo la tua prima sessione di allenamenti, qui a Madrid?
Fino ad ora, tutto bene. Dopo Monte-Carlo ho avuto tempo di starmene a casa, di passare del tempo con la mia famiglia, ricaricare le batterie, e ho avuto il tempo di analizzare cosa ho fatto sino ad ora, durante questa stagione. Perché è stato uno degli inizi di stagione migliori della mia carriera. Molti incontri e non molto tempo fuori. Quindi, è stato fantastico avere alcuni giorni in più. Sono arrivato qui alcuni giorni prima e mi sono già allenato tre volte. Mercoledì giocherò il mio primo incontro, e spero che andrà sempre meglio durante i prossimi giorni. Sto lavorando per questo. Vedremo cosa succede.

Nelle scorse settimane Rafa ha fatto parlare di sé per la causa fatta a Parigi contro Roselyne Bachelot per diffamazione. Sono sicuro che ne sei al corrente, anche sul fatto che lui sia risultato positivo ai test o qualcosa di simile. È curioso vedere l’effetto che la causa possa aver avuto sullo sport ed anche sui migliori giocatori. Lui ha affermato di voler più trasparenza da parte dell’ITF pubblicando i risultati dei test, pensi che potrebbe essere un buon modo di uscire anche da questa causa?
Penso che siamo tutti d’accordo sul voler uno sport pulito e il più trasparente possibile. Penso che tutti noi vogliamo giocare a pari livello, in termini di competizione. La folla, quando viene a vederci giocare nei tornei più importanti, vuole sapere se giochiamo pulito. Sicuramente per Rafa questa è una situazione difficile, un momento difficile. Sono dell’idea che abbia fatto bene a proteggere se stesso e l‘integrità del suo brand, i risultati che ha raggiunto in tutti questi anni. E lo sport in sé, poiché Rafa è sicuramente uno dei migliori giocatori nella storia di questo sport, uno dei migliori giocatori che abbiamo. Questo è ciò che penso.

Continuiamo su questo. Andy è stato citato per aver detto che forse ci sono stati problemi di doping nel tennis. Qual è il tuo pensiero, in generale, su questa situazione?
C’è molta speculazione. Sai, tutto ciò è sotto i riflettori da inizio stagione. Io credo che il doping, come le partite truccate e qualsiasi altra cosa del genere siano cose inaccettabili e che non devono aver nulla a che fare con il nostro sport. Ma noi giocatori stiamo ovviamente ricevendo molte domande a riguardo. Credo che tutto ciò che noi possiamo dire, ed è così, è che non siamo abilitati a parlare troppo di tutto ciò. Dobbiamo lasciare tutto nelle mani delle autorità e delle strutture sportive che sono qualificate per farlo. Sicuramente devono trovare una conclusione a queste ipotesi e quando il risultato esce fuori, allora possiamo dirne di più. Al momento, questa è la situazione in cui ci troviamo.

Ripensando a Monte-Carlo, con il senno di poi, sicuramente è stata una sconfitta in anticipo rispetto a ciò a cui noi siamo abituati. Come ti senti, ripensando a quel match, oggi?
Onestamente, me ne sono proprio dimenticato. Non era abbastanza positivo per ricordarmene. Ripeto, giocare nel tennis club dove ho passato moltissimo tempo negli anni è sempre bello per me. Vivo molto vicino a quel tennis club. Non è stato piacevole perdere in casa, praticamente. Non mi sono sentito del tutto pronto a giocare su un campo di terra rossa dopo aver passato gli ultimi cinque mesi molto intensamente, ma con altrettanta soddisfazione. Ma, sai, mi ha tolto molte energie. Pensavo di essere pronto, ma solo un paio di giorni dopo Miami non bastavano. Vesley ha giocato molto bene e si è meritato la vittoria. Per me è stato positivo poter passare più tempo con la mia famiglia, cosa rara dato il mio stile di vita. Ora sono qui, ancora sul campo e sicuramente sono più fresco, sicuramente mi impegnerò di più.

Tre anni fa il tuo ultimo incontro qui è stato con Grigor Dimitrov. Un match molto, molto intenso. Pensi che sia possibile ripetere la finale quest’anno? Come ti sembra?
Sia Boris che Marian erano a Monte-Carlo. Come hai pensato di avere il team completo ad ogni torneo? Era programmato come questo?
Si, beh, Boris doveva venire a Miami e ci sono state complicazioni. Poi, Marian non era in grado di stare con me dopo gli Indian Wells. Dusan Vemic, con il quale ho lavorato, è venuto a Miami un paio di settimane e ha dato una mano. Bori sarà qui solo per due giorni. Torna a casa domani. Abbiamo un piano generale che cerchiamo di rispettare. Approssimativamente, sappiamo quale coach sarà presente ed in quale torneo. A volte è bello avere entrambi, perché entrambi contribuiscono al miglioramento mentale e fisico. E ovviamente quello emotivo, a modo loro. Comunicano entrambi con me, ma in modo diverso.

Gilda Dota

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