Impressioni direttamente dalla Caja Magica, parte seconda

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Impressioni direttamente dalla Caja Magica, parte seconda

Lunedì di festa, sconfitte inattese e brutte sorprese al Mutua Madrid Open. A raccontarcelo il nostro inviato a Madrid

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dal nostro inviato a Madrid

Oggi, come ieri, è festa a Madrid. Si celebra il giorno della comunità madrilena; Puerta del Sol e Calle Mayor sono transennati e addobbati per ospitare la parata di tutti i corpi militari e non della città. Bello spettacolo, niente da dire, ma se rimani bloccato dalla parte sbagliata delle transenne e invece vorresti prendere la metro perché sul Santana stanno iniziando Kvitova e Vesnina, beh non è proprio tutto questo divertimento. Fortuna vuole che, dopo il passaggio delle guardie del re a cavallo, ci sia una pausa e la polizia apra i cancelli consentendo il flusso delle persone.

Poi scopri di non essere in ritardo perché Feliciano Lopez e Leonardo Mayer la stanno tenendo lunga ma non se li fila quasi nessuno perché la notizia del giorno (ma era nell’aria già da ieri quando lo svizzero aveva annullato la conferenza stampa) è il forfait di Roger Federer. Ufficialmente è stato il mal di schiena a metterlo fuori uso (per la gioia dei romani, che così potranno vederlo dal vivo. Forse…) ma più di una malalingua mormora che in realtà Roger abbia deciso solo dopo aver dato un’occhiata alla schedule of play di domani, nella quale era previsto il suo debutto come secondo match della sessione serale, non prima delle 21:30. “Col freddo che fa non se ne parla” avrebbe sussurrato lo svizzero, prima di aggiungere: “A Roma mi hanno garantito che ci sarà molto più caldo e mi faranno giocare di giorno”. Tutto questo perché altrimenti non si spiegherebbe come sia possibile che, domani sera, il secondo match della sessione serale sia Kovinic-Cirstea.

Splendido colpo d’occhio (e non solo per la presenza di Ana Ivanovic, che in quanto a splendore ci mette sempre del suo) invece sul Sanchez-Vicario dove l’Adidas, in risposta al monopolio viola della Nike di ieri, ha trasformato la sfida della serba contro la giovane statunitense Louisa Chirico (a proposito, si pronuncia cirico, come De Mita senza la “a”) in un festival di colori. Ana e Louisa indossavano entrambe il medesimo completino arcobaleno e fin lì vada pure ma, avendo anche la stessa visiera e i capelli dello stesso colore con la stessa acconciatura, per distinguerle una dall’altra e non pensare di essere finiti su “Scherzi a parte” o in un curioso esperimento di videogioco riprodotto dal vivo, ci si doveva concentrare su piccolissimi particolari come la polsiera (uguale ma indossata sulla destra dall’americana e sulla sinistra dalla Ivanovic) o l’evidente differenza quando prendevano a calci le palline. Ana, nonostante la vicinanza costante di un calciatore nella sua vita, scavava solchi sulla terra rossa mentre la Chirico, che ha lasciato il calcetto per il tennis (e ancora non sa se ha fatto la scelta giusta), palleggiava quasi come Cristiano e sicuramente meglio di Bale. Poi, nella bolgia inattesa dello stadio, ha vinto Louisa e allora è lecito pensare che abbia fatto bene ad appendere le scarpette al chiodo.

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