ATP Madrid interviste, Grigor Dimitrov: "Se fossi stato in Schwartzman non mi sarei rivolto la parola"

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ATP Madrid interviste, Grigor Dimitrov: “Se fossi stato in Schwartzman non mi sarei rivolto la parola”

ATP Madrid interviste, primo turno: P. Carreno Busta b. G. Dimitrov 7-6(3) 6-3. L’intervista del dopo partita a Grigor Dimitrov

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Sembrava che non fossi a tuo agio, che non riuscissi a trovare il ritmo. Il motivo è dovuto ai campi differenti rispetto ad Istanbul oppure dal fatto che è passato troppo poco tempo dalla tua finale in Turchia?
Tutto è diverso, è un torneo e un match differente. Che vuoi che ti dica? Qualsiasi cosa suonerebbe come una scusa. Non ho scuse, non voglio mentire. Ho avuto una finale dura in Turchia e ieri mattina sono arrivato qui in aereo. Ieri non ho potuto testare i campi e oggi ho avuto solamente 20 minuti prima del match per fare degli aggiustamenti. L’unica cosa che potevo fare era giocare e provarci. Devo accettarlo e andare avanti. Cerco di vedere il lato positivo. Mi potrò riposare un paio di giorni ed arrivare presto a Roma, sperando che le cose vadano meglio.

Come ti senti emotivamente? Domenica hai avuto una finale dura da digerire. Come ti sentivi prima di quel match? Credi che questo sia un brutto periodo per te?
Non credo che sia un periodo duro, ma sono molto severo con me stesso. Voglio sempre la perfezione, anche se so che non esiste. Comunque cerco sempre di fare il massimo e questo dimostra che a me importa delle partite che gioco, a differenza di quello che dicono alcuni. La finale di domenica è stata dura, ma sono contento che sia qualcosa che appartiene al passato. La vedo come una tempesta che è appena passata e cerco di sorridere e di essere contento per quello che faccio. Ci sono molti tornei davanti a me, devo solo continuare a lavorare e ad essere positivo.

Tornando al match di Istanbul, che ne pensi? Cosa ti passava per la testa mentre rompevi le racchette e ricevi i warning?
Sono accadute tante cose. Quello che ho fatto non è bello. Il fatto che sia accaduto dimostra che siamo tutti umani. So di aver deluso me stesso, i miei genitori, i miei amici e tutto il pubblico. Sapete che di solito non faccio questo genere di cose. Certamente non è stato un bell’esempio per i giovani. Il fatto che sia accaduto non vuol dire che io voglia nasconderlo. Sono sicuro che tutti hanno visto quello che ho fatto e quindi non posso nascondermi. L’ho fatto perché tengo molto ai match che gioco. Anche a Sydney ho avuto match point e ho servito per chiudere l’incontro. Ad ogni modo, sono tutte cose che ti fortificano.

Hai parlato con Diego (Schwartzman, NdR) dopo la partita? Sicuramente è stato un modo strano per lui di vincere il suo primo titolo Atp.
Certo, l’ho incontrato negli spogliatoi e mi sono scusato. Sapevo che era il suo primo titolo. Mi sono comportato in maniera orribile e, se fossi stato in lui, non mi sarei rivolto la parola. Mi sono scusato. Spero di imparare da quest’esperienza. Mi sono scusato anche su Twitter perché mi sembrava giusto. Comunque a volte a la foga del momento ti porta a fare cose che non vorresti.

A inizio anno hai detto che dal 2016 sarebbe iniziata una nuova fase della tua carriera. Come giudichi questi primi 4 mesi?
Credo di essere un giocatore migliore adesso rispetto a un anno fa. Sono in una posizione migliore, ma ci vuole tempo per ristrutturare il mio gioco. Mi sento più forte dal lato del rovescio, sento che posso contare di più su questo colpo rispetto al passato. Sto cercando di mettere insieme tutti i pezzi del gioco e di trovare il ritmo. Ora non mi sento di dover ricominciare. Mi sono stabilizzato come persona, ho sistemato le situazioni che mi circondavano. Certamente voglio tornare al mio ranking precedente e poi vedere che succede. Credo di aver imparato la lezione. Adesso so cosa si prova ad essere numero 8 e numero 28 del mondo, perciò quando tornerò in quella posizione saprò come comportarmi.

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