ATP Madrid interviste, Novak Djokovic: "Tomic deve gestire meglio la sua vita"

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ATP Madrid interviste, Novak Djokovic: “Tomic deve gestire meglio la sua vita”

ATP Madrid interviste, ottavi di finale: N. Djokovic b. R. Bautista Agut 6-2 6-1. L’intervista del dopo partita a Novak Djokovic

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Dal 2 pari del primo set hai iniziato a giocare estremamente bene. Anche il tuo coach (Vajda) era sorpreso. Quali pensi che possano essere i motivi?
[Vajda] non mi ha detto che era sorpreso. Non so se sembrava sorpreso, ma sono contento di essere ancora in grado di sorprenderlo. Da quando sono riuscito a strappare il servizio a Roberto (Bautista) sul 2 pari, dopo un game molto combattuto, tutto ha funzionato bene ed ho fornito una prestazione senza sbavature. Rispetto a ieri, oggi era nuvoloso e quindi i campi erano più lenti, perciò mi sono dovuto adattare ed entrare con i piedi in campo. Ho variato molto il gioco con colpi piatti, cambi in lungolinea, slice, oltre alle diverse rotazioni che ho dato al servizio. Ho variato molto il ritmo, e credo che questo non gli sia piaciuto. Sono molto soddisfatto.

Domani affronterai Tsonga o Raonic. Chi preferiresti?
Entrambi servono molto bene, anche se forse Raonic serve leggermente meglio, ma Tsonga si muove meglio sulla terra e in generale gioca meglio su questa superficie. Questo però non vuol dire niente, perché Milos negli ultimi anni ha giocato molto bene qui sfruttando anche l’altitudine. Entrambi si affidano molto alla prima di servizio. Se riescono a mantenere una percentuale alta di prime palle in campo, sono una minaccia per chiunque su qualsiasi superficie. Chiunque sarà il mio avversario, dovrò avere un’alta percentuale di prime palle in campo, concentrarmi sulle cose più importanti da fare, rimandare in campo più palle possibile e sperare che tutto vada per il meglio.

Ieri hai detto che in qualche modo sei un mentore per Coric. Abbiamo visto che ti sei allenato con Tomic, ti senti così anche per lui?
Sì, credo che sia in grado di realizzare i suoi obiettivi. Prima lo farà meglio sarà. Sa che io penso che è in grado di farlo, ma penso che non gestisca al meglio la sua vita fuori dal campo. Negli ultimi due anni ho avuto modo di conoscerlo meglio ed è un bravo ragazzo, è ancora giovane, ma non riesce a fare quello è necessario in questo tipo di sport. Spero che tutto possa andargli per il meglio.

Ieri, riguardo all’aver giocato il match point contro Fognini con il manico della racchetta, ha detto: “Perché mi dovrei preoccupare di questo? Ho 23 anni e ho guadagnato già 10 milioni di dollari”. Ti sembra che abbia detto una cosa saggia?
No, ma non credo che lui pensi davvero queste cose. Si fa prendere dalla foga del momento. Chiunque lo conosce sa che è una brava persona, ma riceve troppa pressione dall’esterno ed ha bisogno di mandarla via in qualche modo. Lo scorso anno è stata una delle sue stagioni migliori, ha iniziato a lavorare duramente e ad allenarsi meglio. Tuttavia, la tua vita privata e le tue decisioni fuori dal campo influenzano molto le tue prestazioni. Sta imparando, anche io quando ero più giovane ho detto tante cose di cui mi sono pentito. Questa vita è una grande scuola da cui possiamo sempre imparare molto e ti consente di diventare più saggio.

Ieri sera ti abbiamo visto al Bernabeu a vedere la partita tra Real Madrid e Manchester City. Che ne pensi di quest’esperienza?
Penso che sia stato uno sballo. C’erano due grandi squadre, in una partita importante. Penso che qui a Madrid starete festeggiando per la finale tra Real e Atletico (ride).

Oggi sei stato colpito dal cameraman. Prima Andy (Murray) si stava arrabbiando per la Spyder Cam e questo accade spesso nei tornei. Cercate di non badare a questo tipo di situazioni oppure vi sforzate di non farci caso?
Oggi è successo che il cameraman mi stava seguendo e non ha visto che Roberto stava passando, così mi sono fermato un attimo e mi ha colpito. Si è scusato più volte con me, anche alla fine. Non è una sorpresa la Spyder Cam, siamo abituati. Fa parte dell’intrattenimento.

Pensi di poter fare il Grande Slam quest’anno?
Mentirei se dicessi che non ci credo. Credo sempre in me stesso. Tuttavia è una stagione lunga e sbaglierei a pensare e a parlare di questo. Voglio parlare solo di questo torneo, anche se ovviamente è la sfida più grande che c’è in questo sport ed è riuscita solamente ad un uomo (in realtà è riuscita a due tennisti, Don Budge e Rod Laver ndr). Sarebbe irrispettoso per questo torneo parlare degli Slam o di altri tornei, quindi sono solamente concentrato su Madrid e su quello che mi potrà portare.

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