Madrid: Djokovic buon rientro, Fognini quanto spreco (Crivelli). Fognini ne combina una delle sue (Semeraro). Roma, a Cecchinato e Caruso le wildcard delle prequalificazioni (Grilli)

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Madrid: Djokovic buon rientro, Fognini quanto spreco (Crivelli). Fognini ne combina una delle sue (Semeraro). Roma, a Cecchinato e Caruso le wildcard delle prequalificazioni (Grilli)

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Djokovic buon rientro, Fognini quanto spreco (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)

II vecchio è ancora meglio del nuovo. Conclusione ovvia, se i passati e presenti splendori sono incarnati da Novak Djokovic: per il ritorno dopo l’improvvisa e inattesa caduta di Montecarlo (perché anche i robot, a volte, soffrono di stanchezza), il tabellone di Madrid offriva al numero uno l’incrocio con quello che per molti sarà il Nole del futuro, il croato Coric, il più in alto in dassifica (numero 40) tra gli under 20. Timing perfetto sulla palla, gambe di caucciù, capacità di trasformare con un solo colpo la difesa in offesa: il giovane Borna, in effetti, ha molto del Djoker, ma non ancora (e forse mai) la feroce concentrazione e la capacità di sfruttare ogni piccola occasione che ti viene concessa. Così, dopo aver ottenuto solo cinque punti sul servizio dell’avversario nel primo set, nel secondo Coric fa partita pari, per due volte porta ai vantaggi il serbo in battuta, ma nel decimo game, di fronte alle prime due palle break del parziale che ovviamente sono anche match point, manda largo un facile dritto a sventaglio. In ogni caso, un buon test per entrambi, con Djokovic che torna a vincere un match a Madrid dopo quattro anni (nel 2013 uscì subito contro Dimitrov e nel 2014-2015 non ha giocato il torneo) e poi si concede una serata calcistica di lusso al Bernabeu per la Champions (e c’è pure Nadal).

Come già un anno fa contro Dimitrov, invece, l’uscita di scena di Fognini è un altro inno all’occasione perduta. Basta sentire Nishikori, numero 6 del mondo, uscito vincitore dopo due ore e 12′ da una battaglia che nel terzo set sembrava avere un solo condottiero in campo, ed era Fabio: «Avrebbe meritato di vincere. Ha giocato in modo più aggressivo, serviva meglio e rispondeva meglio. Non so cosa gli sia capitato negli ultimi due game, sono stato un pochino fortunato. Nel terzo set mi stava praticamente dominando nel gioco da fondo campo». Nel parziale, Fogna spreca tre palle break per salire 3-1, l’ultima con un incredibile smash in tribuna, poi finalmente strappa la battuta al giapponese e va a servire perla partita sul 5-4, ma con un paio di errori clamorosi rimette in gioco Nishikori e finisce per perdere la testa. Infatti, nel 12 game, la pallina lanciata in tribuna all’ennesimo svarione gli vale il secondo warning e quindi il penalty point che in pratica consegna la sfida al samurai. Peccato, dopo la sosta condizione e gioco sono in crescita, ma la testa ha di nuovo bisogno di raffreddarsi.

A proposito di maturità: quando pensa solo a se stesso e non ai fastidi del mondo che lo circonda, Nick Kyrgios, non serve scoprirlo, è un giocatore che spacca. La sfida con Wawrinka, con tutto quello che continua a portarsi dietro (il caso Vekic-Kokkinakis ad agosto, per chi non si ricorda, con squalifica congelata dell’australiano e 20.000 euro di multa), toccava corde delicate, ma il ragazzo di Canberra strappato al basket la doma ottenendo l’85% di punti con la prima, favorito dall’altura di Madrid che non frustra gli attaccanti, rendendo più penetranti i colpi. Tra le donne, saluta la campionessa in carica Kvitova (…)

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Fognini ne combina una delle sue (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

La buona notizia è che Fabio Fognini dopo il lungo stop per infortunio agli addominali sta tornando se stesso, ovvero un potenziale top-10 capace di far male a chiunque sulla terra battuta, come ha dimostrato ieri per nove decimi del 2° turno del Masters 1000 di Madrid, giocato contro il numero 6 del mondo Kei Nishikori e perso in tre set (6-2 3-6 7-5) dopo essere stato a un soffio dal trionfo. La brutta notizia, oltre alla sconfitta, è che per quell’ultimo decimo Fabio è tornato il Fogna dei giorni meno felici, beccandosi prima un warning, poi un penalty point per una pallina scagliata fuori dallo stadio, e uscendosene dal campo senza stringere la mano al giudice di sedia.

Intendiamoci: nella spelale scala-Fognini, da 1 a 10, quello di ieri vale un sisma di intensità 1,2. Di sicuro però non è stato un bel modo di chiudere un pomeriggio in cui dentro la ‘Caja Magica’ Fabio ha fatto vedere grandi cose, creando (e disfando) tennis, mandando in sollucchero il pubblico che tifava apertamente per lui e meritandosi, con un lob da prestigiatore estratto da sotto la rete, anche un posto fra i video ‘hot’ del giorno sul sito web dell’Atp. Roba fina, delicatessen sempre meno facili da degustare attorno ad un campo da tennis che fanno ben sperare in vista di Roma. Dove però per Fabio ricadere nei bradisismi nervosi del passato sarà verboten, forbidden, insomma: proibito.

Peccato davvero per lo scivolone arrivato a un passo dall’impresa, perché fino alla volata del terzo set il n.1 d’Italia, oggi n.31 Atp, aveva meritato di vincere, e dimostrato di saper reggere anche mentalmente il confronto con il muretto nipponico. Dopo un primo set dominato fino al 4-0 dal giapponese, Fabio nel secondo ha continuato ad alternare colpi sublimi ad errori scoraggianti (nove palle-break sciupate) piazzando comunque il break vincente per il 6-3: Anche nel terzo set il match è andato avanti a strappi, fra occasioni scialate da Fognini – un paio di smash facili facili – e la tigre di un Nishikori per niente a suo agio. Quando Fabio ha ottenuto il break al settimo gioco, presentandosi a servire per il match sul 5-4, pareva fatta. Invece proprio lì gli è scivolata la frizione: un paio dl erroracci pesanti, il controbreak fatale dell’avversario; quindi il warning incassato nel cambio di campo (per una perdita di tempo durante il game di risposta) e la pallata rabbiosa, arrivata peraltro quando i giochi erano fatti e la centralina nervosa definitivamente fusa. La stretta di mano negata e l’applausino ironico al giudice di sedia francese Dumusois – certo – sono da matita blu. Il rimpianto maggiore resta però l’ottavo regalato a Nishikori, che se lo giocherà contro Gasquet (…)

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Roma, a Cecchinato e Caruso le wildcard delle prequalificazioni (Massimo Grilli, Corriere dello Sport)

Da Palermo a Siracusa, la Sicilia irrompe al Foro Italico, grazie a due ragazzi del ’92, Marco Cecchinato e Salvatore Caruso, che si sono aggiudicati nel torneo di pre-qualificazione due wild card per il tabellone principale (oggi un’altra uscirà dal match tra Arnaboldi e Sonego). Per il palermitano Cecchinato – milanista di fede calcistica, di stanza a Bordighera con i maestri Sartori e Piatti e il gruppo di Seppi – l’ingresso nel torneo, ottenuto battendo in due set Arnaboldi, è solo l’ultimo tassello in una stagione che, almeno sul campo, gli ha regalato già qualche bella soddisfazione. «Sì, ho debuttato in Davis contro la Svizzera vincendo il mio incontro, anche se a risultato già acquisito, ho raggiunto i quarti a Bucarest dove ho battuto Baghdatis, ora voglio insistere. Per ora sono molto soddisfatto perché la qualificazione non era un risultato scontato. Da quando sono qui sto giocando un buon tennis e contro Arnaboldi il mio livello è salito ancora».

Rovescio a una mano come quell’Almagro che gli piace tanto (da bambino però tifava Safin), Cecchinato – numero 118 del mondo, ma nell’ottobre scorso è stato anche 82 – si affida nel suo gioco di pressione soprattutto al servizio e al dritto: «Due siciliani qui a Roma in tabellone credo non sia mai successo, ma non è una coincidenza. Nei tornei siamo in tanti a spingere, come Naso, Giacalone… sentirete ancora parlare di noi». Già due anni fa Cecchinato aveva vinto le pre-qualificazioni, perdendo poi al primo turno del tabellone principale di Roma con l’olandese Sijsling, per 7-6 7-5. «Ricordo bene quel match – ha sorriso ieri – vincevo nel primo set per 41, con due occasioni per il 5-1. Ora però è tutta un’altra storia. Mi sento più esperto, riesco a gestire medio le partite, sono diventato insomma più forte». Nessuna parola sul deferimento ricevuto un paio di mesi fa dalla Procura federale della Federazione Tennis (domani nuova udienza), con l’accusa di avere alterato un match di un torneo Challenger nell’ottobre scorso (…)

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