Nel buio si intravede la flebile fiammella di Sonego

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Nel buio si intravede la flebile fiammella di Sonego

Sette sconfitte su otto partite, difficile trovare motivi di consolazione per il tennis italiano. Eppure non tutte le sconfitte sono uguali e non tutti gli sconfitti hanno motivi per disperarsi. Il caso di Caruso, Cecchinato ma soprattutto di Lorenzo Sonego

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Sulla situazione complessiva del tennis italiano ci siamo già soffermati sia dopo il sabato nero che oggi, con l’editoriale del nostro direttore che potete leggere a fianco. Ma è forse il caso, in mezzo a questo disastro, di provare a lasciare un qualche barlume di speranza all’appassionato italiano che si è via via rassegnato a non avere più un Panatta, prima, un Barazzutti, poi, magari un Canè, in seguito; e che adesso teme che una volta stufatosi Fognini si dovrà rassegnare a cercare oltre le alpi qualcuno per cui palpitare, cosa che temiamo faccia già adesso. Oggi, nel solito terribile bollettino dei caduti, figurano però tre ragazzi che per motivi diversi non sono certo tacciabili di chissà quali responsabilità.
Prendiamo il caso di Salvatore Caruso. Il ragazzo siciliano – di Avola un paesino che adesso è noto per i suoi vini ma che fu teatro di terribili scontri nel 1968, quando la polizia represse i contadini sparando ad altezza d’uomo durante le loro manifestazioni – ha raggiunto buoni risultati al Challenger di Napoli ma poi non si è confermato a Torino. Ha giocato però un gran match nell’ultimo turno di qualificazione contro Arnaboldi all’Estoril. Il ragazzo, sentito dopo il match con Kyrgios, ha ambizioni tutto sommato modeste (sogna i primi 100) e, forse ancora scosso dalla lezione subita dal più giovane rivale, era più rammaricato dall’essersi fatto sopraffare dalla tensione che dal fatto che la distanza tra i due sembra già incolmabile. In tutta franchezza, e augurando tutto il bene possibile a Salvatore, non sembra che lo aspetti un futuro luminoso, ma da grande lavoratore come sembra essere magari potrà togliersi qualche soddisfazione.

Chissà se davvero Cecchinato – altro siciliano, di Palermo stavolta – è davvero più soddisfatto che arrabbiato per la partita persa contro Raonic. Oggi il canadese era in modalità svogliatissima (e farà bene a darsi una regolata, perché Kyrgios potrebbe rappresentare un ostacolo molto severo per Milos) ed è stato bravo Marco a non dargli nessuna mano per svegliarlo. Purtroppo la differenza di talento tra i due rimane troppo ampia e nel terzo set Milos ha messo più attenzione al servizio, ha giocato due game da numero 10 del mondo e anche quando ha corso il rischio di far rientrare nel match il palermitano, gli è bastato aggiustare la prima per cavarsi fuori dagli impicci. In ogni caso Cecchinato è uno che ha compiuto notevoli passi avanti e l’ingresso nel main draw del Roland Garros sembra il giusto premio per il suo lavoro.

Ma la scoperta di oggi è senz’altro Lorenzo Sonego, che già aveva catturato qualche attenzione. Ora, non fidatevi di chi vi dice che sa riconoscere un campione dalle prime movenze e che vi porta degli esempi di quando c’è riuscito in passato. In genere, non per dolo ma per umana vanità, si sottolineano le volte che è andata bene e si dimenticano quelle, purtroppo più numerose, in cui è andata male. E quindi non vi diremo che abbiamo visto un ragazzino che se lasciato in pace può essere la vera sorpresa del tennis italiano futuro, ci limiteremo a sperarlo. Lorenzo ha fatto una gran partita contro un cagnaccio come Joao Sousa – che si è cavallerescamente complimentato alla fine del match – uno che aveva portato al terzo set Nadal e che non è certo abituato a mollare un punto. Ma oggi, nel campo 2, di fronte ad un pubblico che piano piano si è invaghito del piemontese, Joao ha vacillato. Non si aspettava che il ragazzino avesse la grinta per recuperare un set da due break sotto e soprattutto non si aspettava che dopo un interminabile primo game del terzo set, che avrebbe demoralizzato giocatori ben più esperti, Lorenzo come se nulla fosse riuscisse a recuperare il break e addirittura portarsi a soli due punti da un’incredibile vittoria. Purtroppo la storia si è interrotta sul più bello, perché Lorenzo che era andato avanti di pura adrenalina è crollato fisicamente in vista del traguardo, subendo un parziale di 10 punti a zero. Ma a parte questo innegabile animus pugnandi, ed un invidiabile equilibrio per un ragazzo che sembra persino più giovane dei suoi 21 anni (li compie domani, gli auguri sono obbligati), Sonego ha tennis. Il servizio è quasi a posto e il dritto deve solo acquistare un altro po’ di pesantezza. Che sembra il limite per adesso più evidente, visto che dal punto di vista fisico sembra gracilino, e appunto con una palla che dovrebbe viaggiare di più. Ma anche tatticamente Lorenzo sembra il più maturo del mazzo, cercando soluzioni spesso brillanti (dalla palla corta al – evviva! – S&V) e mostrando una più che discreta solidità nel momento in cui viene attaccato. Certo, Sousa non ha la palla di Djokovic e Sonego dovrà mostrare in molti altri contesti se i suoi miglioramenti, che sembrano continui, debbano farci sperare nel messia. Ma intanto sembra più avanti dei suoi coetanei. Comprendiamo che scrivere su di lui non sia il modo migliore per lasciarlo in pace, magari ci ripromettiamo di centellinare l’attenzione, ma forse la giornata di oggi, al Foro Italico, non era tutta da buttare. E Sonego merita un secondo sguardo.

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