ATP Roma: Nishikori supera Thiem. Come a Madrid semifinale con Djokovic

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ATP Roma: Nishikori supera Thiem. Come a Madrid semifinale con Djokovic

Ottima prova di Kei Nishikori che, nonostante i soliti acciacchi, regola in due set un Dominic Thiem troppo falloso

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[6] K. Nishikori b. [13] D. Thiem 6-3 7-5

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Hanno poco meno di quattr’anni di differenza Kei Nishikori e Dominic Thiem ma nel sentire comune è solo l’austriaco ad essere considerato fra i giovani leoni del circuito. Forse è una questione di moda, una necessità dettata dal bisogno di trovare presto un’alternativa al dominio dei soliti noti, ma nella realtà dei fatti i due avversari di stasera sono entrambi fra i migliori esponenti della generazione post-Nole. Certo, il giapponese non ha un bel bilancio nel confronto con il numero uno serbo e onestamente comincia ad essere stucchevole il ricordo della sua vittoria in semi a NY nel 2014.

Dominic Thiem invece sembra avere la forza mentale – o la sfrontatezza, fate voi – necessaria per crederci. Ha già battuto sia Nadal che Federer , ha perso con onore da Nole e possiede colpi che fanno male uniti ad una gran fiducia nel proprio gioco. I due si sono incontrati una sola volta, nel 2015 sull’erba di Halle, superficie di gran lunga più indigesta all’austriaco, e Nishikori si impose in un match lottato.

Thiem vince il sorteggio e sceglie di partire alla risposta, forse sta dicendo all’avversario che non teme la sua battuta ma le insidie per lui sono anche altrove. Nei feroci scambi dal fondo infatti i colpi anticipati di Kei tolgono un po’ di tempo alle sue ampie sbracciate e lui commette qualche errore di misura in avvio. Ma sta solo aggiustando l’alzo e nel terzo gioco il suo braccio è a punto. Nishikori si fa trascinare in un lungo game ai vantaggi, manca quattro occasioni per chiudere e la paga cara. Thiem trova un angolo irreale col dritto ma soprattutto gioca con intelligenza, per ben due volte chiama il giapponese a rete, la prima lo ributta indietro con un lob e chiude, la seconda lo passa col lungolinea di dritto strappandogli il servizio. Se prima l’austriaco aveva usato la testa subito dopo usa il coraggio quando si trova sotto 15-40. Questa la serie che lo porta sul 3-1: rovescio vincente, dritto vincente, ace centrale, altro dritto nel sette. Ma di là c’è un campione e nel turno seguente di battuta il coraggio non basta più perché Nishikori aumenta ritmo e anticipo e pareggia i conti con una risposta incrociata al fulmicotone che rende superfluo il seguente rovescio. Dal tre pari Thiem scompare dal campo, Kei è bravo ad accorciare gli scambi con qualche discesa a rete ma l’altro prende a sbagliare l’inverosimile e subisce un sanguinoso parziale di cinque giochi a zero che consegna quasi senza sforzo il primo set al giapponese col punteggio di 6-3. Nell’ippica si chiama rottura prolungata ma Thiem si ribella di puro orgoglio alla situazione, anche perché il suo tennis stasera è discontinuo, per essere lievi.

La fortuna, sotto forma di chiamata errata , lo aiuta a non subire il break nel terzo gioco ma da quel momento lui se la merita tutta. Improvvisamente la qualità del gioco sale vertiginosamente. Sarebbe troppo lungo raccontare per intero i due games seguenti, vi basti sapere che nessuno dei due perde il servizio ma entrambi devono annullare tre palle break, quelle di Nishikori consecutive, fra incrociati strettissimi e seconde di servizio mostruose per piazzamento e… fegato. La rissa si placa sul punteggio di tre due Thiem perché il giapponese esce dal campo per un MTO. Al suo rientro la lotta riprende serrata, Dominic è rientrato in partita, i suoi kick da sinistra spingono Nishikori fra le braccia degli spettatori e lui tiene due turni a zero per il 5-4. Kei resiste, soffre di più in battuta ma la sua maggiore esperienza ora si fa sentire. Assesta la mazzata nel momento migliore, strappa il servizio a zero all’avversario nell’undicesimo gioco, o meglio, lo perde l’austriaco con quattro errori, e serve per raggiungere Djokovic in semifinale. Thiem lotta fino all’ultimo, si mette ad alzare parabole che neanche il Vilas dei tempi belli e con il mortifero dritto inside out va 30-40. Poi perde l’incontro perché viene tradito dal fido rovescio. Ne sbaglia tre in fila, i primi due li scentra, il terzo lo spara largo al termine di un palleggio asfissiante.

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