Sconfitte al primo turno: 9 per un solo set vinto. Camila Giorgi vera vittoria. Knapp un po' meno?

Editoriali del Direttore

Sconfitte al primo turno: 9 per un solo set vinto. Camila Giorgi vera vittoria. Knapp un po’ meno?

ROLAND GARROS 2016 – Fabio Fognini “vuole staccare” come Roby Vinci e Sara Errani. Seppi si sposa. Psicoterapia di gruppo? Era dal 2001 che i maschi non perdevano tutti al primo turno

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PARIGI – I primi giorni di uno Slam mi creano quasi sempre l’imbarazzo – assai fastidioso – della scelta dell’argomento. Optare per quella più provinciale, e concentrarsi sugli italiani, oppure ampliare l’orizzonte all’intero torneo? Beh, oggi come ieri, i risultati dei nostri impongono giocoforza la prima opzione – tanto nei prossimi giorni quest’opzione non si presenterà più – e poi sono più che tranquillo perché Antonio Garofalo, cui ho assegnato il “resumè” quotidiano internazionale, gode della mia piena fiducia. Il brillante articolo scritto ieri e da lui titolato “Wawrinka si salva dalla furia ceca, Murray forse” e la sua lunga storia in seno a Ubitennis, dimostra quanto sia ben riposta. Certo mi ha fatto effetto sentir dire a Fabio Fognini, quasi brutale nella sua disarmante sincerità, frasi come “Non ho voglia di giocare, riprenderò quando mi tornerà, non mi riconosco nei momenti importanti, devo staccare” …dopo aver gridato più volte sul campo 4 – come ha riferito Laura Guidobaldi, nostra inviata – “Mi batto da solo, da solooooo!” e… davanti a noi ha pure aggiunto, sempre a Laura che gli ricordava con la sua grazia innata che in fondo oggi era anche il giorno del suo compleanno: “Mi sono fatto un bel regalo di merda!”. Per poi, sempre con la grande franchezza che devo dire lo ha sempre contraddistinto nel bene e nel male, chiosare: “A Roma perdo perché sono a Roma, a Nizza perché sono a Nizza, a Parigi perché sono a Parigi… il problema non è il tennis, è la testa”. Se lo dice lui… Quante volte lo abbiamo scritto e detto anche noi? Fabio è onesto nel dirlo e in questo, nei momenti bui, va apprezzato: “Devo staccare la spina…il matrimonio non c’entra”. È stato lì che ho osservato, direttamente a lui pur sapendo che non poteva essere Fabio a rispondere per gli altri… “Ma ieri Sara e Roberta hanno detto anche loro che hanno bisogno di riposo, di staccare la spina…possibile siate tutti in queste condizioni?”. 

Solamente Angelo Binaghi continua a credere che il tennis italiano vada benissimo, madama la marchesa… Se leggete quel che ha detto Francesca Schiavone forse… darete più credito a lei di quanto molti -che mi considerano critico nei confronti della FIT per partito preso – abbiano fin qui dato a me. Tutto quel che ha detto, e non è la prima volta che lo dice peraltro, mi trova perfettamente d’accordo. Roba da matti, però. Perché si dovrebbe smettere di negare la verità. O magari basterà battere l’Argentina in Coppa Davis per riascoltare proclami di grandeur in mezzo ad una folla plaudente. Per inciso, e per quanto possa significare, qui gli argentini in tabellone erano nove. Hanno passato il primo turno in cinque. E non c’è Juan Martin del Potro. Poi magari vengono a Pesaro e ci lasciano le penne. Alla fine di una giornata in cui Lorenzi ti dice candidamente “Tutto mi aspettavo fuorchè di perdere 6-3 6-0 6-2 con l’argentino Berlocq (n.126 Atp) in meno di due ore (1h e 51 m)” e in cui Seppi ha detto che di tutte le sconfitte patite dai connazionali “la più sorprendente è la mia, anche quando ero sotto due set a zero pensavo di poter tornare su e invece…” – e io non sono per nulla d’accordo con Andreas perché Gulbis non è un brocco – l’unico ad aver strappato un set al proprio giustiziere è stato il piccolo Thomas Fabbiano, 26 anni e 172 centimetri che lui spaccia, sorridendo amabilmente, per 174. Onore al merito di questo giocatore pugliese che ha sempre creduto in se stesso, aiutato fino ai 21 anni dalla FIT, poi da se stesso e una gran garra, e che si è battuto alla pari, o quasi, con quel vecchio volpone di Feliciano Lopez, 57 Slam di fila, la serie più lunga in attività dopo che Roger Federer a quota 65 ha dato forfait alla vigilia di questo torneo. Ma se penso che Fabbiano era un lucky loser (sconfitto da Trungelliti 7-6 6-0… e ripescato grazie al forfait di Federer) e che nella migliore delle ipotesi la sua carriera potrebbe portarlo sulle orme di Paolo Lorenzi top 50 (“Magari!” ha detto lui) dopo aver fatto irruzione fra i top 100 intorno ai 29 anni, c’è ben poco da stare allegri.

Alla fine di questa catastrofica giornata ci hanno salvato Camila Giorgi e Karin Knapp, alla sua prima vittoria su una top 5, l’insopportabile Vika Azarenka che ha fatto del cinema lungo tutta la partita per via di un ginocchio dolorante. “Ormai la conosciamo” ha sorriso Krin che è stata brava a mantenersi calma, mentre la bielorussa chiamava i fisioterapisti ogni piè sospinto (è proprio il caso di dire). Brava anche a non scoraggiarsi, né a distrarsi, quando la Azarenka, ispirata certamente dalla lettura di Moliere e del suo “Malato immaginario”, le ha cancellato un matchpoint nel secondo set con un dritto poderoso. Quando le due ragazze sono andate al terzo, il commento unanime in sala stampa – dove eravamo tutti confinati perché c’erano troppi incontri da seguire contemporaneamente – è stato “Ora vince la Azarenka”. Tutti cattivi profeti, il sottoscritto incluso. La Azarenka ha perso 4 games di fila, ha strillato, ha pianto sotto l’asciugamano che le copriva il volto a cambio campo, si è tirata una racchettata anche sul ginocchio sano, insomma avrebbero dovuto… costringerla a ritirarsi ben prima che lo facesse lei stessa. Antonio Garofalo mi segnalava che sul campo 18, abbandonato da Dio e dagli uomini molto dietro al Suzanne Lenglen – a proposito tanti auguri Oltretomba alla Divina, era il suo compleanno – che Gulbis si è fermato per 12 minuti nel primo set sul 3-1. Anche per il fisio era un viaggio, ma 12 minuti sono tanti e non dovrebbero essere concessi. La Azarenka si è resa indisponibile anche per la conferenza stampa.

L’ha fatta invece Camila Giorgi. Ribadendo che per lei il piano B non esiste, ma proprio dopo che invece nel match è stata scorta perfino mentre – udite udite – ha giocato un paio di pallonetti difensivi, in mezzo a 40 punti vincenti contro la bellissima Alizé Lim. Un mio apprezzamento sul twitter di Ubitennis, peraltro suggerito da una dozzina di apprezzamenti similari rimbombati in tutta la sala stampa di nostra pertinenza, ha suscitato vibrate proteste da un gruppo di sostenitori “talebani del “politically correct ad oltranza” che in pratica mi hanno dato del sessista, o forse del “male chauvinist pig” perché ho accennato a quanto fosse piacevole da vedere il loro “beauty contest”. In effetti anche le loro due mises erano davvero notevoli, pazienza se con Clerici ed altri che non cito perché non vorrei attirare su loro altre critiche abbiamo fatto un po’ la figura dei voyeurs. Camila ormai ha lanciato la sua linea d’abbigliamento Giomila – che brava mamma Giorgi! – che dovrebbe fare invidia alla grandi case di moda tennistiche. Mi è sfuggita invece la marca dell’abitino della Lim, ma giuro che mi informerò, anche se non tutte possono indossarlo. La vittoria sulla Lim non è una grandissima vittoria, sia chiaro. La francesina fidanzata con Chardy è n.156 del mondo… Però Camila, come ha raccontato, era ferma e senza racchetta in pugno da 3 settimane quindi si è trattata di una piccola impresa. Sarà certo più dura con la Kiki Bertens, giustiziera della Kerber – nemmeno quest’anno qualcuno conquisterà il Grande Slam, Steffi Graf che lo realizzò nell’88 può stare tranquilla – i cui preoccupanti risultati in Fed Cup e altrove sono stati ben descritti da Antonio Garofalo. Ma se Camila riuscisse a superare l’olandese… mmm il suo tabellone sarebbe stato da sogno. E per i… gufi cui ha alluso papà Giorgi nell’intervista che troverete su questa home page, da incubo.

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