Il Roland Garros visto da (troppo) vicino: in vino veritas, in Gondor Legolas, in Ramos Vinolas

Tennis da ridere

Il Roland Garros visto da (troppo) vicino: in vino veritas, in Gondor Legolas, in Ramos Vinolas

Uno Slam andrebbe visto, certo, con estrema cautela. Il problema è che quando Ramos-Vinolas accede ai quarti di finale e Granollers nasce con la camicia, le cautele non sono mai abbastanza

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Il Roland Garros visto da (troppo) vicino – puntata 1 : la strategia di Murray e la sfortuna di Almagro

Esistono cose che hanno del clamoroso. Appena ieri sera Ramos guidava il suo Real Madrid alla conquista dell’undicesima Champions League e oggi neanche scalfito dalle fatiche futbolistiche – e dal cambio di superficie, ormai sono davvero tutte uguali – ha dominato in lungo e in lungo Milos Raonic.

Concentrato anche se un pelo avvinazzato per i festeggiamenti – da qui il suffisso Vinolas aggiunto al cognome – Ramos ha regalato un dispiacere al neo-coach del canadese John McEnroe, che comunque aveva già rassegnato le dimissioni dopo avergli visto giocare un approccio di rovescio. Raonic ha provato a dissuaderlo con un ingenuo “You cannot be serious”, e da lì una serie di “You don’t know who I am” di John punto nell’orgoglio e di schiaffi inside-out da parte di Milos, che di rovescio proprio niente niente. Insomma screzi, Piatti rotti, una Moya mortale.

Comunque se Podgorica piange certo Montreal non ride. Eugenie Bouchard non è più la giovane reginetta del circuito, né accenna a poter diventare l’erede sui campi di Maria Sharapova, che pare stia indirizzando la sua linea difensiva verso un chiaro e ineccepibile “Non avrei mai potuto assumere sostanze proibite da una confezione così orrenda

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La chiara fresca et dolce Genie è sembrata affranta nell’ultima conferenza rilasciata prima di abbandonare Parigi, e in risposta all’indiscreta domanda “Ma quali sono le cause di questa crisi?” non ha potuto far altro che scoppiare in lacrime singhiozzando “Non sei tu, davvero, sono io”.

Si sta forse divagando ma in effetti il tennis giocato in questa settimana ha offerto poco, pochissimo a parte le strategiche difficoltà di Murray. L’altra notizia a fare scalpore l’abbiamo trovata sempre stesa al sole perché Nadal ha abbandonato il torneo, si è ritirato. Striminzito, gocciolante e ancora stropicciato si è presentato di fronte ai giornalisti per dare il triste annuncio non prima di aver cercato di addossare la colpa a un programma sbagliato e all’alta temperatura. Rimandato – forse per sempre – il tanto atteso appuntamento con la “Decima” ora tutti affermano con sicurezza che questo Roland Garros Djokovic lo può soltanto perdere, mentre insomma secondo me qualche chance di vincere ce l’avrebbe anche. Giornalisti, valli a capire.

Si entra appena in campo e se ne esce subito, un po’ come Tsonga contro Gulbis. Jo si è infortunato e adesso il lettòne si gode il meritato riposo prima di affrontare Goffin. Il buon Ernesto come al solito non le ha mandate a dire denunciando la disparità di trattamento tra i big e il resto dei giocatori. Laconico il commento di Granollers, a cui ormai basta tirare una seconda di servizio per raggiungere gli ottavi di un torneo: “Gulbis non sa cos’è il duro lavoro altrimenti non parlerebbe così. A Montecarlo io ho perso, ma mi sono rialzato e sono arrivato al secondo turno. Forse dovrebbe provarci anche lui”.

Fuori dalle inutili polemiche gli azzurri continuano a stupire. Oggi nessun italiano è stato sconfitto tra tabellone maschile e femminile, ed è già la seconda volta che succede in stagione dopo l’altrettanto illibata Domenica di mezzo degli Australian Open. Della stessa salute non può certo godere il movimento francese, che con Gasquet coglie una sola misera vittoria ai danni dell’altalenante Nishikori. Il giapponese ormai gioca così a tratti che le sue partite possono essere tradotte in linguaggio morse. Quella di oggi era “Bella giornata di m….”, trattino più trattino meno.

Insomma, la settimana volge delicatamente al termine eppure non è ancora tempo, perché mentre scrivo Stosur e Halep continuano a tenere in ostaggio i tifosi con estenuanti scambi (di opinioni sui rispettivi outfit) e viene da pensare che per fortuna non si sono ancora affrontate due tenniste a marchio Adidas. Zebre a parte, forse in campo non ci siamo divertiti come avremmo voluto, ma abbiamo comunque riso tantissimo perché Federer in palestra è una vera schiappa.

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