Parigi, gioca la pioggia un ostacolo in più per lo Slam di Djokovic (Clerici), Gasquet, l'occasione del talento timido (Bertolucci), Piovono acqua e polemiche sul Roland Garros (Mancuso), Djokovic, sei pronto per il cinema (Valesio)

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Parigi, gioca la pioggia un ostacolo in più per lo Slam di Djokovic (Clerici), Gasquet, l’occasione del talento timido (Bertolucci), Piovono acqua e polemiche sul Roland Garros (Mancuso), Djokovic, sei pronto per il cinema (Valesio)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Parigi, gioca la pioggia un ostacolo in più per lo Slam

 

Gianni Clerici, la repubblica del 30.05.2016

 

E’ piovuto tutto il giorno, e per la terza volta i match del Roland Garros, iniziato nel 1925, sono stati rinviati al giorno seguente. Era accaduto nel 1930, e nel 2010. Dovevo nascere, nel luglio del 1930, e papà suggerì al ginecologo di impedire alla mamma di raggiungere il Roland Garros. Non si seppe mai se avesse trascorso il soggiorno di appassionato spettatore anche alle Folies Bergeres. Nel 2000 ero già abbastanza grande per restare perplesso alla divulgazione del Terzo Segreto di Fatima, e meno sorpreso per la seconda vittoria di quel grande terraiolo sorridente di Gustavo Kuerten. Siamo qui tutti, in sala stampa, a chiederci cosa scrivere. D’improvviso, viene in mente a un blogger, ormai la maggioranza, che stasera è la serata del premio Philippe Chatrier e un paio di televisivi disperati giungono a rivolgermi domande. Lo conoscevo, quello che fu il Presidente della Federazione Internazionale, dopo esser stato n. 3 di Francia e giornalista? Ero addirittura riuscito a batterlo e, insieme, avevamo giocato una stagione in doppio. Avevamo, anche, fondato un’alleanza franco-italiana che si chiamò Amici del Tennis e che conquistò la federazione francese, mentre tali Stante, De Vecchi, Tommasi e Clerici fallirono simile operazione con la Fit di allora, rifiutandosi di dividerne la complicità. Divago, mi fa notare un vicino di banco, secondo la definizione di Dottor Divago che mi diede Tommasi. Che premi verranno dunque assegnati, martedì sera, nel nome di Chatrier? I due maggiori premi saranno offerti a Serena Williams e a Nole Djokovic. Qui, a Roland, come lo chiamano familiarmente i francesi, i due premiati del 2015 sono non solo in corsa, ma favoriti nel singolare. Serena ha battuto nei suoi tre turni tali Rybarikova e Pereira, smarrendo in tutto 5 games, mentre ha faticato, come ho puntualmente annotato, contro Kristina Mladenovic, francese grazie allo ius soli, per 6-4, 7-6. Presenziando a questa partita ci si domandava, come l’anno passato, se Serena fosse in grado, se non proprio di raggiungere il Grand Slam inibito dalla sconfitta in finale a Melbourne dalla Kerber, di appropriarsi dei prossimi tre Slam. Nonostante l’abbia ammirata vincitrice a Roma, nutro qualche dubbio, lo stesso che mi visitò il giorno della sua sconfitta contro l’incredibile Vinci dello US Open. Ormai abituale cliente del coach francese Mouratoglou, Serena ha adottato un tennis complementare ai suoi 34 anni, ma non sempre possibile da attuare. Colpisce, cioè, ogni palla per segnare il punto, una tattica che lascia il sospetto di non poter far fronte ad un normale impegno podistico. Non so se il suo trionfante coach si sia mai spinto alla lettura dell’indimenticabile Big Bill Tilden ( appena rieditato in Italia da Luca Bottazzi) ma simile riflessione gli avrebbe suggerito i dubbi che non sembra aver trasmesso alla sua assistita Il premio maschile verrà assegnato a Nole Djokovic, e anche qui mi domando se il fenomeno sarà in grado di raggiungere il poker, finora realizzato da due altri maschi ( Budge e Laver due volte) e ben tre ladies ( Court-Smith, Con- nolly, Graf). Ricordo, di passata, che la vicenda denominata Grand Slam nel 1933 dal mio amico Allison Danzig del Brooklyn Eagles, il giorno in cui l’australiano Crawford non riuscì a battere il britannico Perry e ad attribuirsi cosl i 4 Grandi Tornei, è viziata dal tardo inizio del professionismo, nel 1968. Simile vicenda impedì probabilmente a Laver, tagliato fuori come professionista per 20 tornei, di raggiungere una terza corona, così come ad altri, come Rosewall (8 tornei Slam ) di raggiungere almeno un Grand, in 47 assenze. E Diokovic? L’armo passato quel fenomeno atletico e insieme tennista pensante, raggiunse tre quarti di Slam. Cedendo a un Wawrinka infuocato qui a Parigi. Quest’anno Nole, intoccabile sino all’inizio del Tour Rosso, ha avuto due improvvise assenze a Montecarlo e Roma. L’ostacolo di Parigi, forse il più duro, dipenderà anche dalla programmazione alla quale ci costringerà la pioggia . Match di 3 su 5, senza la successiva giornata di riposo, divengono impervi. Nole potrebbe soffrire un turno di riposo ritardato nei confronti di altri tennisti. Lo posso immaginare vincitore se Giove e il Meteo gli saranno favorevoli. Non è un pronostico che posso permettermi, dunque.

 

Gasquet, l’occasione del talento timido

 

Paolo Bertolucci, la gazzetta dello sport del 31.05.2016

 

Un eterno incompiuto fino a poco tempo fa, un eroe ieri. E oggi? È un altro giorno, chissà. Nel fantastico mondo di Richard Gasquet non c’è mai certezza. C’è il dritto e c’è il rovescio. Ci sono le esaltanti imprese e gli inspiegabili capitomboli. Giocatore baciato dal talento ma non certo un cuor di leone. Le partite di Richard fino ad oggi seguivano una trama dettata dallo stato d’animo, con poche tracce logiche e senza la certezza di un felice esito finale, malgrado i pronostici di chi lo vide giocare da ragazzino parlavano di un possibile dominatore. 11 peso di una nazione esigente come la Francia aveva finito per schiacciarlo e la minore cilindrata fisica gli aveva impedito di viaggiare, se non per brevi tratti, al fianco dei big. Pochi nel circuito tennistico possono però vantare la facilità di gioco e lo stesso arsenale di colpi, le accelerazioni di rovescio e la delicatezza della mano sono lampi che squarciano la monotonia del palleggio. Il tempo vola via, tra gioie e dolori e finalmente tra un cambio di allenatore e l’altro trova prima in Piatti e poi in Bruguera il coach che lo aiuta a trovare l’identità giusta. Il troppo raziocinio ha dovuto essere diluito con iniezioni di foga e l’indolenza, che spesso faceva capolino nel linguaggio del suo corpo, sembra aver lasciato spazio anche alla carica nervosa. L’età, non più verde (va per i trenta), lo ha portato a dolorose ammissioni di colpa abbinate a fermi propositi di riscatto per permettere alle notevoli qualità di emergere in tutto il loro splendore. In fondo non è mai troppo tardi. E l’esame Murray di oggi dovrà dimostrarcelo.

 

Piovono acqua e polemiche sul Roland Garros

 

Angelo Mancuso, il messaggero del 31.05.2016

 

Un Roland Garros che più bagnato non si può. Ieri, poco prima delle 14, gli organizzatori si sono arresi alla pioggia che imperversava su Parigi e che sta pesantemente condizionando il torneo. La nona giornata è stata cancellata senza giocare neppure un quindici. Era accaduto solo due volte in 86 edizioni: il 25 maggio 1930 e il 30 maggio 2000 (curiosamente la stessa data di ieri). Poco dopo pranzo gli spettatori hanno lasciato delusi il complesso di Bois de Boulogne. La poli-cy prevede una certa tutela del pubblico: se si gioca meno di un’ora in tutta la giornata i biglietti vengono rimborsati nella loro interezza (si pub optare per tornare l’anno dopo). Se si gioca per un tempo compreso tra i 60 e i 120 minuti c’è un rimborso del 50%, mentre dalle 2 ore in su non sono previsti rimborsi. LE TV PROTESTANO Sono una voce preponderante nelle entrate di uno Slam e pretendono certezze, ovvero un tetto per giocare quando piove e garantire le dirette. Nel 1988 lo hanno introdotto agli Australian Open (ora i tetti sono addirittura 3), nel 2009 ecco il Centre Court di Wimbledon. Agli US Open sarà pronto per la prossima edizione, resta indietro solo il Roland Garros. Il circuito del tennis segue la stagione estiva nel mondo, ma deve fare i conti con cambiamenti climatici sempre più evidenti (pure a Roma la pioggia ha creato problemi e si è riparlato del tetto sul Centrale). Gli esperti meteo hanno fatto notare che un maggio così piovoso e freddo a Parigi è un’anomalia. Così il Roland Garros rischia di diventare la gamba zoppa dei 4 Major. BUROCRAZIA FRANCESE Lo sa bene il nuovo direttore del torneo, Guy Forget, che se la prende con la burocrazia, problema non solo italiano. «In giorni come questi si capisce quanto sarebbe importante il tetto – ha sottolineato – è una questione di rispetto per tutti, dai giocatori al pubblico. Ma di questo passo per avere il tetto sullo Chatrier dovremo aspettare fino al 2020». Il problema non è solo la mancanza del tetto: 8,5 ettari di superficie, meno della metà degli altri Slam, non sono più sufficienti. L’obiettivo è arrivare a 12,5 allargandosi nella Serre d’Auteil attigua. «Noi abbiamo fatto tutto il possibile, ma un’esigua minoranza ci ha impedito di andare avanti», ha aggiunto Forget. Tutto bloccato, infatti: a settembre il Consiglio di Stato si pronuncerà sul progetto di ampliamento. E intanto la prima settimana del torneo si è chiusa con oltre 13mila biglietti in meno venduti rispetto alla scorsa edizione. Non c’è stata una sola giornata in cui il dato del 2016 ha superato quello del 2015.

 

Djokovic, sei pronto per il cinema

 

Piero Valesio, tuttosport del 31.05.2016

 

Giriamoci intorno finchè vi pare: per costruirsi un futuro ormai conta più uno spot pubblicitario riuscito che una volèe in tuffo carpiato. E’ una delle leggi del mercato: in campo puoi essere un campione assoluto ma c’è una celebrità che conquisti solo quando il tuo nome e la tua figura vengono utilizzati in altri ambiti dell’umano comunicare. Prendete John McEnroe, ad esempio. Chi non sa chi è il grande Mac? Tutti, fra i tennisti almeno. Da qualche tempo però pure lui, forse stufo di parodiare se stesso nei tornei senior, ha deciso sì di continuare a parodiare ciò che lui è stato in campo, ma in tv. Ecco allora che il noto gruppo bancario parigino ne ha fatto il testimonial del proprio impegno nel tennis prima tra-sformandolo in una sorta di sergente Hartmann (quello di Full Metal Jacket) di un campus di paramat ines che si allenano per il tennis (Voto 7 all’idea, 8 all’interpretazione di John) e in in questi giorni è invece diventato…se stesso. Ma nei panni di una sorta di “Wolf of Wall Street’,’ un colletto bianco sempre incazzoso che propone il tennis con la stesso accattivante e diabolico ghigno di un promotore finanziario che nei tempi che precedettero la crisi di Lehmann Brothers proponevano derivati a ignari acquirenti desiderosi di implementare il loro gruzzoletto (Voto 6,5 all’idea, sempre 8 a lui). Come Alfred John però è un ex: o meglio lui un vero ex non lo sarà mai (è notizia di questo giorni il suo ingresso nello staff di Raonic per insegnargli come si vince sull’erba: auguri) ma diciamo che non compete. Altri invece gareggiano. Uno su tutti, che poi è il dominatore annunciato, non solo del piovoso Roland Garros cui stiamo tristemente assistendo in questi giorni madella stagione in corso e di quelle a venire: Noie Djokovic. 11 quale proporrà anche un tennis che non brilla per fantasia: ma mettetegli un telecamera davanti e come per incanto si trasformerà Lo spot girato a Montecarlo del suo allenamento con palline scagliate in un secchio più o meno a era già un piccolo gioiellino di recitazione: quello on air in questi giorni è ancora meglio (tranne che per un dettaglio che vedremo fra poco). Noie bambino studia violino in una Belgrado che sembra molto la Costa Azzurra ma insomma Durante una lezione però prende a impugnare il violino a due mani, come un racchetta a due mani. A fine commerciale lo rivediamo adulto mentre dimentica la racchetta in auto: la mamma gliela porge (va ad allenarsi con la mamma) e lui la impugna come un violino. Noie ha una dimestichezza recitativa degna di miglior causa: il passaggio migliore del filmato è una quello in cui viene fatto oggetto di una inquadratura che avrebbe incontrato il gradimento di Hitchcock, dato che il grande maestro in “Psycho ” ne ha girata una eguale: lui all a guida (nel film era la fuggitiva Janet Leight) inquadrato di fronte mentre il senso del movimento è dato dalla strada che vediamo scorrere attraverso il lunotto posteriore. E sul volto dipinto una sorta di sorriso mefistofelico che trasmette alla sequenza addirittura un sotto-senso misterioso. Non male per uno che trascorre la vita ad tirare racchettate ad una pallina no? Domanda: perchè il regista non ha pensato a utilizzate i morphing fare in modo che il volto del bambino si trasformi in un alto temporale in quello di Noel adulto? Avevano finito i soldi? Consolidare Il fatto è che Nole, consolidata la sua sovranità in campo, sta consolidando pure il suo futuro siamo ad un punto in cui se vince o perde, se conquisterà Parigi e conseguentemente lo Slam oppure no, poco importa. E’ nella pubblicità e nelle sue iniziative collaterali che Nole sta trovando un nuovo modo di capitalizzare se stesso. E attenzione: non già la qualità del suo gioco che più o meno è rimasto quello nel corso degli anni. Ma una certa sua versatilità comunicativa e attortale di cui quasi avevamo perso le tracce: risale più o meno ai tempi in cui appena si presentava in un contesto pubblico qualcuno gli chiedeva di esibirsi in una qualunque delle sue imitazioni. Ed è su quelle versatilità che Noie sta preparando il suo futuro. Se dovessimo cercare un precedente nella storia del tennis si pensi ad Andre Agassi. Era colui che giocava la partita lunga un anno (grande spot con ascendenze letterarie che lo vedeva opposto a Sampras in uno scambio che non finiva mai; avrebbe potuto scriverla Soriano, la sceneggiatura) ; ma mentre Pete poi si è ritirato a vita privata lui ha continuato a esser e un volto televisivo trascinando anche sua moglie Steffi a diventare (grazie alla casa di orologi di cui entrambi sono testimonial) il volto del tennis benefico. Altro che prime di servizio: ormai senza dei primi ciak ben riusciti non sei nessuno.

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