60 anni per Bjorn Borg, pioniere del tennis che ha cambiato la storia

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60 anni per Bjorn Borg, pioniere del tennis che ha cambiato la storia

60 anni fa nasceva a Stoccolma Bjorn Borg, uno dei tennisti che ha scritto e mutato la storia del tennis. Atleta formidabile e grande regolarista dalla calma serafica, Borg è il “padre” di tanti campioni che hanno brillato negli ultimi decenni

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È il “padre” del tennis contemporaneo, del bum-bum atletico, chirurgico e regolare, fino all’ultimo respiro e all’ultimo punto. Assistendo ieri al trionfo di Novak Djokovic al Roland Garros, non possiamo non considerare che, tutto sommato, il serbo, in campo, ricorda un po’ gli exploit del fuoriclasse Bjorn Borg, soprattutto dal punto di vista atletico. Certo, i paragoni vanno fatti con le dovute riserve. Djokovic ha vinto – e vincerà ancora – più di Borg. Inoltre, il livello del tennis oggi si è alzato notevolmente, è uno sport ancora più fisico e potente di quello ai tempi del tennista svedese così come sono cambiati gli attrezzi e i materiali. Tuttavia, i grandi atleti regolaristi che hanno calcato i campi da tennis negli ultimi decenni raccolgono l’eredità lasciata dal campionissimo di Stoccolma. 60 anni fa, nasceva colui che ha saputo per anni stordire gli avversari con la sua disarmante regolarità, correndo come una gazzella e concedendo il minimo degli errori. Atleta formidabile, di lui si diceva, infatti, che avrebbe potuto perfino partecipare alle gare internazionali di atletica leggera per quanto fosse veloce, resistente ed elastico.

Ieri Adriano Panatta, 40 anni dopo il suo trionfo al Roland Garros, ha avuto l’onore di premiare Novak Djokovic, campione di Parigi 2016. E, quando pensiamo a Panatta e Borg, ritorna alla mente la memorabile rivalità tra i due campioni, talento puro, fantasioso e creativo Adriano; campione di resistenza, regolarità e precisione Bjorn. Celebri e leggendarie le rivalità con il tennista romano e John McEnroe. Grande la bravura di Adriano per averlo “piegato” in campo tante volte e, soprattutto, 40 anni fa, nel match più importante per lui, ovvero nei quarti al Roland Garros del 1976, torneo che poi farà suo e la cui conquista è stata celebrata proprio domenica sullo Chatrier. Borg è stato un tennista “rivoluzionario” sotto molti aspetti, da quello tecnico e atletico a quello comportamentale. Calmo e quasi inespressivo durante il gioco, insieme a Connors – di tutt’altra pasta per quanto riguarda le reazioni emotive – è stato il protagonista del rovescio a due mani, considerato poco consono negli anni ’70. Dotato di un formidabile gioco di gambe, lo svedese sfoderava servizi potenti che gli permettevano poi di affondare con il dritto micidiale e chirurgico. Pur possedendo un tennis ad alto rendimento sulla terra, ha avuto il talento e la capacità di adattarlo anche sull’erba, diventando poi una delle “leggende” di Church Road.

Ieri Novak Djokovic ha superato il record di 11 slam vinti da Borg. Lo svedese trionfa 6 volte al Roland Garros (1974, 1975 e dal 1978 al 1981) e 5 volte di fila a Wimbledon (dal 1976 al 1980). Si issa inoltre 4 volte in finale agli US open e un’altra volta a Wimbledon, perdendo da John McEnroe, nel 1981. Ex n. 1 del mondo, Bjorn vanta un palmares di ben 100 titoli, tra cui 64 ATP, e altre 32 finali, tra cui 24 ATP. Si aggiudica, inoltre, due titoli al Masters (1979 e 1980) e ne disputa altre due volte la finale. Vince a 2 riprese il torneo di Roma, nel 1974 contro Ilie Nastase e nel 1978 battendo il nostro Adriano Panatta. Conquista 3 titoli a Montecarlo. Nel 1975 regala alla squadra svedese la vittoria in Coppa Davis. Personaggio glaciale e imperturbabile in campo, tanto da essere chiamato “Iceborg”, nella vita privata e fuori dal circuito il tennista nativo di Stoccolma ha dovuto affrontare momenti di fragilità sia sul piano sentimentale che economico. Convola a nozze tre volte, di cui una con la cantante italiana Loredana Bertè (presentatagli dallo stesso Panatta) dalla quale si separerà dopo pochi anni.

Usurato nel fisico dalla precocità dei successi e da anni di tennis atletico e dispendioso, Borg si ritira a soli 26 anni. Tenta un ritorno nel 1991 che segnerà l’addio definitivo al tennis giocato. Negli ultimi anni lo possiamo incontrare spesso al Country Club di Montecarlo e, ogni anno, è uno degli ospiti d’onore del torneo monegasco. Oggi è un sessantenne distinto ed elegante, con i capelli brizzolati nei quali, però, ci sono ancora i riflessi biondi della chioma di quel ragazzo venuto dal nord che, con la sua leggenda, ha posto il sigillo su una nuova era del tennis. Auguri Bjorn!

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