Lo strano caso di Courtney Nguyen: da avvocato-fan a giornalista di tennis

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Lo strano caso di Courtney Nguyen: da avvocato-fan a giornalista di tennis

Una lunga chiacchierata a tu per tu con Courtney Nguyen, una delle più apprezzate reporter del tennis professionistico. Dalla carriera come avvocato al suo ruolo attuale come Senior Writer per la WTA, Courtney ci racconta la sua vita all’interno del circuito femminile

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Non ci sono molte persone al mondo che possono dire di aver visto il proprio sogno d’infanzia divenire realtà. E sono ancora meno quello che possono dire di averlo realizzato due volte, dopo aver cambiato vita ed essere ripartiti da zero. Tra queste si può sicuramente annoverare Courtney Nguyen, americana di origine vietnamita, età imprecisata (ad una signora certe domande non si fanno mai), da diversi anni una delle presenze più assidue nelle tribune stampa di tutti i maggiori tornei tennistici del mondo.

Courtney, dopo una laurea in legge ed una brillante carriera di avvocato specializzato in diritto societario, ha attraversato un periodo di crisi di identità, come probabilmente è capitato a molti di noi, durante il quale ha capito che quella vita che si era costruita in tanti anni di sacrifici non faceva più per lei, e che aveva bisogno di essere creativa, di trovare un ambito diverso nel quale applicare le abilità e la sua vocazione di “nerd”, come lei stessa si definisce.

Attraverso il suo blog FortyDeuceTwits, ha iniziato a scrivere di tennis costruendosi una solida reputazione attraverso i suoi interventi su Twitter, fino a che, lasciato il suo lavoro di avvocato per girare il mondo a vedere tornei, un bel giorno, di ritorno da Wimbledon dove era andata da appassionata facendo la fila di notte per ottenere i biglietti, ha ricevuto una email nientemeno che da Sports Illustrated chiedendole se fosse interessata a scrivere per il loro sito Internet SI.com.
Dopo quattro anni passati a collaborare da freelance con il periodico sportivo più prestigioso d’America (e forse del mondo), nel luglio 2015 Courtney è entrata a far parte dello staff della WTA in qualità di Senior Writer. In questo modo l’associazione che governa il tennis femminile ha voluto intraprendere un nuovo percorso sulla falsariga di quanto accade nelle leghe professionistiche dello sport americano (NBA, NFL, MLB ed NHL) le quali si avvalgono dell’opera di numerosi giornalisti per creare contenuti volti ad aumentare la diffusione delle loro notizie e delle loro storie. Courtney infatti scrive per il sito WTA.com, conduce il podcast settimanale WTA Insider e più in generale si occupa di produrre materiale sui fatti e sui personaggi del tennis femminile.

Abbiamo incontrato Courtney a Indian Wells, dove qualche ora dopo la fine del torneo, ci siamo seduti nella tribuna stampa dello Stadium 1 ed abbiamo cercato di sapere qualcosa di più sul suo insolito percorso professionale e sul suo nuovo ruolo in seno alla WTA.

Courtney, partiamo dall’inizio. Cosa ti ha spinto a diventare avvocato?

Fin da quando avevo 9-10 anni, quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande, ho sempre detto che avrei voluto essere un avvocato. Mi piace molto leggere, scrivere, da un certo punto di vista sono una “nerd”, mi piace molto ricercare notizie e mi stimolano molto le discussioni. Per cui mi è sembrato naturale combinare tutte queste mie qualità nella professione di avvocato. Inizialmente volevo essere un procuratore, mettere i “cattivi” dietro le sbarre; poi però ho capito che si tratta di un ruolo abbastanza pericoloso, la percentuale di procuratori che girano armati è molto elevato, a causa degli attacchi e delle minacce delle persone che vengono condannate, per cui dal momento che non sono particolarmente attirata dal rischio ho finito per diventare un avvocato di diritto societario. Ciò mi ha permesso di poter leggere, scrivere e documentarmi per diventare un’esperta su specifici argomenti.

Poi qualcosa è cambiato nella tua vita. Nel tuo blog hai descritto in maniera molto onesta le tue incertezze ed i periodi di turbamento che ti hanno portato a cambiare radicalmente carriera. Ma perché hai scelto di occuparti di tennis?

Durante la mia infanzia ho guardato parecchio tennis, in compagnia di mio zio, che spesso mi faceva da baby sitter. Poi mi sono allontanata da questo sport durante il periodo dei grandi battitori: Sampras e Rafter non mi eccitavano, preferisco i lunghi scambi da fondocampo. Ci sono due personaggi che mi hanno riavvicinato al tennis. Il primo è Maria Sharapova, con la sua vittoria a Wimbledon nel 2004, con il suo gesto spontaneo di cercare un cellulare per chiamare la madre direttamente dal campo, ed il trio serbo Djokovic-Ivanovic-Jankovic. In più l’avvento dei social media e la possibilità di parlare con altri appassionati che non fossero vicini a me mi ha consentito di sviluppare questa passione. Creai il mio blog, mentre ancora lavoravo come avvocato, proprio perché volevo condividere le mie opinioni da “outsider”. Qualcuno iniziò a leggermi, venni notata, e nel 2008 la WTA mi chiese se volevo un accredito per il mio torneo locale, quello di Stanford.

Quindi da “outsider” indipendente sei diventata parte della “corporation WTA”. Come ti trovi in questo nuovo ruolo?

Contrariamente a quello che era successo con SI.com, in questo caso le condizioni per il mio arrivo alla WTA sono state lungamente negoziate. Ci sono voluti circa quattro mesi di trattative per arrivare alla stesura definitiva del contratto. Il mio ruolo non è quello delle Relazioni Esterne WTA, anche se comunque non si può ignorare che la WTA è composta da giocatrici e tornei, e se dovessi scrivere qualcosa di sgradevole su qualcuno di loro, avrebbero diritto a non esserne contenti.
Passando da freelance a Senior Writer per il circuito femminile ho rinunciato ad alcune libertà che avevo prima; tuttavia non è una rinuncia pesante, anche perché essere un fan del tennis femminile è prima di tutto un atto politico. La mia intenzione è quella di cambiare la maniera in cui la gente percepisce questo sport al femminile – qualche volta sono soltanto io alla conferenza stampa di Simona Halep dopo un secondo turno, e questo è sbagliato. Queste ragazze lavorano duramente, meritano la luce dei riflettori, ed il mio ruolo è quello di aumentare la loro esposizione. In tutto ciò che ho fatto in precedenza e che faccio ora [Courtney co-conduce anche un podcast settimanale con Ben Rothenberg del New York Times dal titolo “NCR: No Challenges Remaining” n.d.r], non ho mai nascosto la mia predilezione per la WTA, l’unica differenza è che ora devo fare attenzione al potenziale conflitto d’interessi”.

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