Toni Nadal: “Parlo da spettatore, il tennis dovrebbe cambiare”

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Toni Nadal: “Parlo da spettatore, il tennis dovrebbe cambiare”

In un’intervista rilasciata al giornale francese L’equipe durante il Roland Garros, Toni Nadal ha criticato l’attuale regolamento del tennis ed auspica ad un cambiamento in maniera non troppo convinta

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Il tennis di oggi, quello che vedi quando giri il mondo con tuo nipote, ti piace?
In generale, non molto. Mi piacciono giochi di abilità, di strategia, non un gioco fine a se stesso. Un po’ è importante anche pensare, no?

Pensate ci siano troppi colpitori?
Nel tennis contemporaneo abbiamo avuto un periodo dove Roger Federer è stato certamente il migliore al mondo, con una tecnica fantastica, ma recentemente c’è stata un’evoluzione verso un gioco più veloce, senza strategia, dove ogni punto è un boom boom boom. Oggi gli specialisti sulla terra sono considerati dei lavoratori che rimandano la palla indietro, e poi dall’altra parte ci sono questi che tirano solamente dei gran colpi. Ma esiste un gioco che consiste solo nel colpire, quello è il baseball!

Non è questa solo un’evoluzione che si adatta al tempo?
Ho letto alcuni libri sulla civilizzazione dello spettacolo, il ruolo dello sport nella nostra epoca non può essere paragonato con il ruolo che aveva nell’antichità. Quelli che frequentavano l’Accademia (scuola di filosofia fondata da Platone ad Atene nel IV secolo a.c.) consideravano lo sport in una maniera molto precisa: attività fisica implementata dall’attività intellettuale. Questo sviluppava alcuni aspetti positivi della persona come la fatica, la disciplina e la strategia.Tutto questo ci differenzia dagli animali, no? Lo sport di oggi si sta allontanando da tutto questo.

Ma perché?
Il mio punto di vista è che forse i capi non decidono chi vincerà o chi sarà numero uno, ma almeno decideranno il tipo di gioco che dominerà. Le regole imposte danno direzione al gioco.

Il tennis potrebbe avere un problema col regolamento?
Le regole di molti sport sono cambiate a causa delle misure degli atleti o della loro forza o del loro equipaggiamento, ma io non ho visto cambiamenti nel tennis. Sin dall’introduzione del tie-break negli anni ’70 non ne ho viste altre. La fisica dei giocatori ora non ha niente a che fare con quella di 20 anni fa, né il loro equipaggiamento. L’intensità degli allenamenti non è come in passato, né la professionalità; ma chi comanda ha tenuto le stesse difficoltà del gioco e ciò ha condotto a questa inconsistenza: in quale altro sport un punto inizia con una penalità? Perché è questo il caso nel tennis con il servizio. Chi risponde sembra un portiere durante una serie di rigori.

Ma se tuo nipote Rafael fosse alto 2 metri e servisse a 250 km orari forse questa cosa ti andrebbe bene, no?
Attenzione! Se pensi questo stai confondendo tutto, stai andando sul personale. Quello che sto dicendo io non riguarda Rafael. Se lui stia giocando o no non ha niente a che fare con il modo in cui io guardo alle cose, io sto parlando come uno spettatore che sta riflettendo sul gioco in generale. D’altro canto, come allenatore di Rafa, io non voglio che le cose cambino. Lui ha vinto 14 Slam e ha avuto una carriera straordinaria con le regole che io sto criticando e l’evoluzione che io rimpiango. Io non sono un idiota! Io sono qualcuno che ha delle preferenze e non sono il solo.

Il che significa?
Ti farò io una domanda: quali punti ricevono più applausi?

I più spettacolari…
E?

In generale gli scambi lunghi…
Esattamente. Sai quale giocatore ha ricevuto più applausi durante i match IPTL in Asia lo scorso dicembre? Fabrice Santoro! Perché lui può fare tutto, una stop volley seguita da un lob… tutto… Quale giocatore noi scegliamo di ammirare: quello che riesce a fare cose come lui o un giocatore che semplicemente colpisce tutto e che si muove in maniera pesante?

Credi che gli altri sport si siano adattati meglio?
Certo, guarda il calcio come si è evoluto. Nella finale dei Mondiali del 1990 in Italia cosa è successo? Molti match con pochi gol, 1-0, 1-1 se eri fortunato. Era ovvio che era necessario creare qualcosa di più interessante per gli spettatori, quindi sulla scia di quei mondiali due cose cambiarono: il passaggio indietro al portiere fu proibito e per una vittoria vennero dati tre punti invece di due.

Se abbiamo capito bene, tu non andresti mai a guardare Raonic-Kyrgios…
Io ci andrei perché sono una parte del gioco attuale, ma se io non fossi stato coinvolto nel tennis ad alto livello per più di 10 anni, è sicuro che guarderei un giocatore con delle abilità piuttosto che due colpitori perché mi piace la strategia. Nel calcio, Cristiano Ronaldo è un fenomeno, non ci sono dubbi, ma io preferisco Messi o Xavi.

Dopo le sconfitte di Rafa contro Rosol o Kyrgios a Wimbledon, tu hai lasciato intendere che il loro non era tennis…
No no no, non l’ho mai detto. E tennis perché concorda con le regole del tennis, io sto dicendo che non è tennis che mi piace ma non ho detto che non fosse giusto. Ho detto che il tennis sta diventando più veloce e che fare vincenti è più facile. Ad esempio Kyrgios è un super giocatore che potrebbe diventare numero uno. Zverev è un giocatore formidabile con un grande controllo, lui gioca veloce e serve forte. Per fortuna ci sono ancora tennisti come Djokovic che controllano il gioco, ma io credo che evolversi, adattarsi, sia essenziale nella società attuale. Tutto va così veloce nella vita. Pagare per un match senza scambi? Per me è un programma povero, ma io non sostengo di avere la verità assoluta, eh!

Tornando ai cambiamenti. Toni, cosa bisognerebbe cambiare nel tennis?
Ci sono un mucchio di cose che possiamo cambiare, ma bisogna scegliere. Per me abbiamo bisogno di un cambiamento soprattutto sull’attrezzatura. Prima le racchette avevano una testa molto piccola il che richiedeva molta più padronanza della tecnica. Ma bisogna guardare al dibattito da un punto di vista più largo: ciò che ha importanza non è cosa cambierei, è qualcosa di più ampio. Si tratta di quale giocatore noi vogliamo vedere, quale tipo di spettacolo vogliamo offrire? E rispondendo a questa domanda fondamentale, noi possiamo far evolvere le regole. Noi critichiamo il tempo speso durante i punti, ma è relativo. Se quel tempo ci conduce a degli scambi lunghi invece che scambi da 3 o 4 tiri, come la maggior parte di quelli che abbiamo visto agli Australian Open, chi è che la spunta alla fine?

Se ci fosse solo un servizio, per esempio?
Non credo che questo sarebbe troppo radicale, abbiamo bisogno di una considerazione più generale sull’importanza del servizio. Ma comunque io darei la priorità soprattutto sui materiali, teste delle racchette più piccole, palline più larghe o almeno meno veloci, ed altre cose. Le condizioni attuali del gioco conducono ad una grande difficoltà nel controllare la palla, e in questo includo anche il livello amatoriale. Quando pratichi uno sport, perché lo fai? Per sudare, per passare dei bei momenti. Nel tennis odierno è difficile persino sudare e raramente passi dei bei momenti perché la palla va fuori troppo spesso.

Perché non essere membro della Commissione sul futuro del gioco?
(Fa una smorfia) I leader attuali hanno un problema, sono vecchi e molto restii nel fare cambiamenti.

Hai aperto un Accademia di tennis a Manacor, quale sarà la sua filosofia?
Mettere in pratica il gioco attuale, piuttosto semplice. Se gioco attuale mi dice che bisogna assolutamente colpire forte, io insegnerò a colpire forte.

Sono quelli che comandano il tennis che ti dicono, in un certo modo, come tu debba formare i tuoi giocatori?
Ovviamente sì. Io vedo molti giovani giocatori all’Accademia che colpiscono a 2000 su tutto, persino senza controllo. Loro colpiscono, colpiscono, colpiscono. Io mi adatterò a ciò che il mio sport mi chiede. Io potrei anche insistere sulla tecnica, sulla determinazione, su come con il tuo spirito tu possa superare problemi tecnici, ma se a funzionare è un altro tipo di tennis, insegniamo quello. Fatto ciò, tu rischi che le persone applaudiranno sempre di meno. Ora sta funzionando perché le persone vengono a vedere i personaggi, e ce ne sono alcuni fenomenali, ma mai dimenticare che loro vengono anche per guardare un match.

Traduzione a cura di Paolo Di Lorito

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