La settimana degli italiani: si salva solo Andreas Seppi. Azzurre sempre più in crisi

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La settimana degli italiani: si salva solo Andreas Seppi. Azzurre sempre più in crisi

La semifinale raggiunta da Andreas Seppi a Nottingham rende meno amaro il bilancio degli azzurri impegnati su erba nella settimana che precede Wimbledon. Vinci, Errani e Giorgi eliminate all’esordio ad Eastbourne

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I venti giorni di preparazione a Wimbledon, il più antico e prestigioso evento nel mondo tennistico, regalano al tennis italiano una bella conferma e tante preoccupazioni. Da Andreas Seppi arriva una confortante riprova positiva: conquistando i quarti ad Halle la settimana scorsa ed una semi a Nottingham in questi giorni, ha comprovato i numeri della sua carriera su erba, che vanta il titolo ad Eastbourne 2011 e soprattutto la migliore percentuale, tra tutti gli azzurri che hanno giocato nell’Era Open, di vittorie rispetto agli incontri disputati (57% , avendo vinto 46 degli 80 incontri giocati sui prati nel circuito maggiore). Il bolzanino si conferma come ottimo interprete del tennis su erba e molto probabilmente come il miglior erbivoro che il tennis italiano abbia mai avuto: dispiace solo che a Wimbledon, dove arriva con uno score di 13 vittorie ed 11 sconfitte, non abbia mai fatto meglio degli ottavi, raggiunti una sola volta nel 2013, quando perse da del Potro (speriamo tantissimo di sbagliare, ma difficilmente farà meglio quest’anno, considerando che se supera Garcia Lopez all’esordio, poi dovrebbe affrontare Raonic).

Preoccupa però molto che, a parte lui, in queste tre settimane nessun tennista italiano, uomo o donna che sia, abbia racimolato una misera vittoria: tra Lorenzi, Giorgi, Errani e Vinci abbiamo anzi chiuso con un mortificante 0-6 il bilancio vittorie/sconfitte nel tour su erba. Non resta che consolarsi pensando che a Wimbledon molto difficilmente si potrà fare peggio.

Seppi, iscrittosi all’ATP 250 di Nottingham ed esentato dal primo turno in qualità di settima testa di serie, ha esordito al secondo contro il trentaduenne tunisino Malek Jaziri, reduce dall’aver eliminato James Ward all’esordio nel torneo ed aver ben figurato nella sua sconfitta contro Roger Federer ad Halle pochi giorni prima. Un tennista da prendere con le molle ed in buona forma, che proprio in settimana aveva raggiunto il suo career best ranking (numero 60), dopo che appena ad inizio marzo era ancora fuori dai cento. Andreas, tuttavia, ha fatto valere la sua maggiore predisposizione per il gioco su erba e, pur partendo con un handicap di un break sotto in entrambi i parziali, ha finito per vincere 7-5 6-3 in un’ora e venti minuti di partita, confermando l’unico precedente tra i due nel circuito maggiore, la semifinale di Mosca 2012 (Andreas aveva vinto anche a livello Challenger a Mons nel 2011).

Agli ottavi Seppi è stato bravo a prendersi la rivincita con Adrian Mannarino, suo giustiziere in due rapidi set nel primo turno di ‘s-Hertogenbosh appena due settimane prima. Il ventottenne mancino francese è un osso duro da affrontare su erba, l’unica superficie sulla quale nel circuito ATP è in vantaggio tra vinte e perse (21/18 ) e non a caso Wimbledon è l’unico Slam nel quale è riuscito ad arrivare agli ottavi di finale (nel 2013). Sull’erba inglese un Andreas in crescendo di forma, rispetto all’esordio olandese, ha vinto per la terza volta contro il numero 54 del mondo, non trovando particolari difficoltà ad eliminarlo in un’ora ed undici minuti col punteggio di 6-2 6-3.

Nei quarti, Andreas ha trovato di fronte un altro giocatore capace di essere insidioso sull’erba: il trentunenne israeliano Dudi Sela, come Mannarino, ha ottenuto sinora in carriera l’unico ottavo di finale in un Grande Slam a Wimbledon, nel 2009, stagione nel quale raggiunse anche il suo best ranking di numero 29 al mondo. Seppi, che contro Sela aveva perso in Coppa Davis nel lontano 2007, aveva poi sconfitto l’israeliano negli ultimi due precedenti, l’ultimo dei quali era stata una battaglia vinta al terzo set nel lontano 2008 proprio a Nottingham. Il copione si è ripetuto, sia nell’equilibrio che, per fortuna di Seppi, nell’esito: proprio come otto anni fa, il bolzanino, dopo aver perso il primo set è salito di rendimento ed ha preso le misure al settantunesimo giocatore del ranking, sconfiggendolo di misura nel terzo parziale questa volta col punteggio di 5-7 6-4 6-4 dopo due ore e cinque minuti di partita.

Il cammino del tennista altoatesino si è poi fermato purtroppo in semifinale, dove lo scoglio rappresentato dal ventiseienne californiano Steve Johnson, numero 38 del mondo, si è rivelato purtroppo insuperabile per il nostro giocatore, sceso in campo sicuramente conscio della difficoltà del match, dovuta non solo alla peggiore classifica, ma soprattutto alla consapevolezza di aver perso gli unici due precedenti, sebbene equilibratissimi (conclusi con Johnson vincitore 7-5 al terzo a Winston Salem nel 2013 ed al tie-break del set decisivo a Shangai nel 2015). Purtroppo il lungagnone statunitense, reduce dai quarti al Queens e dall’aver battuto Kevin Anderson nel turno precedente, ha giocato una grande gara al servizio (11 aces, 66% di prime di servizio ed 88% di punti vinti con la prima) che ha lasciato poco margine ad Andreas (ha avuto una sola palla per strappare il servizio all’avversario), al quale sono stati poi fatali le due palle break concesse nel nono game dei due set per cedere il passo in un’ora e diciotto minuti con un duplice 6-4.

Non è andata per niente allo stesso modo a Paolo Lorenzi, anch’egli iscritto al torneo di Nottingham: già la settimana scorsa lodammo la sua professionale scelta di prepararsi per Wimbledon, dove in cinque partecipazioni non ha mai vinto una partita, disputando due tornei di preparazione: chissà che la sorte non lo abbia premiato per questa decisione, visto che, scorgendo il prossimo tabellone dei Championships, esordirà contro un qualificato. Purtroppo a Nottingham Paolo non ha giocato bene, confermando la brutta prestazione offerta ad Halle contro Gabashvili (aveva perso 6-1 6-4). L’avversario, il francese Mannarino, è senza dubbio dotato di un gioco maggiormente adattabile sui prati rispetto al senese, ma Paolo ha perso in un’ora e quattro minuti con un duplice 6-2 al termine di una prova scialba, senza essere incisivo al servizio (bassa percentuale di prime) e non arrivando mai ad una palla break.

Preoccupa sempre più il settore femminile, sino a qualche mese fa panacea dei mali del tennis italico: si tratta, lo speriamo, solo di un periodo passeggero, ma da inizio marzo in poi, le ragazze hanno conquistato appena una semifinale (Errani a Charleston) ed a seguito della sciagurata trasferta di Murcia, sono state escluse, dopo 18 anni, dal World Group della Fed Cup. Alla poi endemica assenza di ricambi che nel futuro prossimo quantomeno possano arrivare a giocare costantemente gli Slam (la migliore under 23 è Cristiana Ferrando al 334° posto del ranking), si aggiunge poi la preoccupazione che si prova dando un’occhiata alla classifica Race della WTA (che prende in considerazione esclusivamente i risultati ottenuti nel 2016), ranking che alla vigilia del terzo Slam stagionale ha una valenza ormai significativa. Purtroppo, tutte le nostre giocatrici hanno una peggiore posizione rispetto a quella che occupano nella ufficiale (la Entry), il che non fa presagire nulla di buono. Vinci nella Race è diciottesima, invece che al settimo posto, la Errani trentaquattresima piuttosto che ventiduesima, la Giorgi al numero settantasei rispetto al sessantotto che occupa nella Entry. I presagi non sono assolutamente buoni, non resta che sperare che le ragazze sappiano uscire a breve da questo periodo così critico a livello di risultati.

Intanto, le nostre tre migliori giocatrici in attività erano iscritte tutte al WTA Premier di Eastbourne (776.878 dollari di montepremi) e sono tutte state eliminate all’esordio.

Brutta sconfitta al primo turno per Camila Giorgi contro Timea Babos, 45 del ranking WTA: davvero un peccato per una giocatrice come lei, il cui tennis sull’erba diventa potenzialmente ancora più esplosivo, uscire per la seconda volta consecutiva al primo turno senza tantomeno vincere un set (era già accaduto a Birmingham con la Watson) contro avversarie buone, ma non certo irresistibili. Camila ad Eastbourne, dove due anni fa era arrivata ai quarti perdendo da Wozniacki, contro la ventitreenne ungherese, pur non in giornata (continuano i problemi al servizio, con 6 aces ed 11 doppi falli), ha lottato in entrambi i parziali alla pari, ma è venuta meno caratterialmente nei momenti decisivi: nel primo set quando al decimo game si è fatta brekkare dall’avversaria, ma soprattutto nel tie-break del secondo, quando sul 2 pari si è dissolta, concedendo alla Babos di archiviare il successo col punteggio di 6-4 7-6(3) in un’ora e tre quarti di partita.

Ad Eastbourne, dove Roberta Vinci nel 2005 raggiunse le semifinali partendo dalle quali e battendo Zvonareva e la allora top ten Myskina, faceva il suo rientro alle gare dopo il Roland Garros anche la Vinci: l’esordio stagionale sull’erba non è stato purtroppo fortunato. Accreditata della seconda testa di serie, circostanza che le ha garantito un bye al primo turno, contro la ventottenne mancina Ekaterina Makarova, sconfitta nei precedenti tre volte su cinque (l’ultima volta ad aprile a Stoccarda sulla terra indoor), ha purtroppo rimediato la nona sconfitta negli ultimi dodici incontri disputati da Miami in poi. Questa volta Roberta, dopo aver vinto il primo set 6-4  in cinquantuno minuti ed aver avuto una palla nel secondo parziale per risalire sul 5 pari dopo essere stata sotto 4-0, al terzo e decisivo set ha avuto purtroppo una nuova partenza a rilento, costatale nuovamente un 0-4 sotto: a nulla è valso il nuovo tentativo di rimonta fino al 3-4, perché la numero 39 russa dopo due ore e venti di partita portava a casa l’accesso agli ottavi col punteggio di 4-6 6-4 6-3.

Non è stata più fortunata la terza partecipazione ad Eastbourne di Sara Errani: dopo aver saltato il primo turno in virtù del bye come tredicesima testa di serie del tabellone, ha trovato dall’altra parte del tabellone la ventottenne tedesca Andrea Petkovic, trentaquattresima giocatrice al mondo. Era un match difficile, stante il pessimo momento di forma di Sara e la sua scarsa propensione a giocare sui prati, ma faceva anche sperare che la bolognese conducesse 3-2 i precedenti. Alla prova del campo l’Errani, dopo aver perso malamente 6-1 in poco più di venticinque minuti il primo set, è salita di rendimento, riuscendo a vincere il secondo parziale 6-3 ed ad issarsi 3-0 nel terzo. Purtroppo, in quel momento la Petkovic è stata brava a non disunirsi ed anzi a rimontare e vincere 6-1 3-6 6-4, dopo 2h17’, lasciando alla Errani la delusione per essere uscita all’esordio in sette degli ultimi otto tornei ai quali ha partecipato.

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