Wimbledon interviste, Raonic: “McEnroe cerca di stare con me il più possibile, ma dipende dai suoi impegni"

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Wimbledon interviste, Raonic: “McEnroe cerca di stare con me il più possibile, ma dipende dai suoi impegni”

Wimbledon interviste, secondo turno; M. Raonic b. A. Seppi 7-6 (5) 6-4 6-2. L’intervista del dopo partita a Milos Raonic

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Alla fine del match avevi un grosso sorriso, era per via del fatto che avevi finito il match in fretta?
No, mi stavo divertendo, ho giocato bene e ho fatto le cose nella giusta maniera. Quindi sono contento di andare avanti.

Lui è un ragazzo con molta esperienza sull’erba. Eri un po’ più preoccupato rispetto a quando affronti qualcuno che non ne ha così tanta di esperienza?
In qualche modo sapevo cosa aspettarmi e penso di aver giocato piuttosto bene, ho cercato di non fargli mai prendere il ritmo. Lui colpiva la palla abbastanza forte e restava bassa, era difficile trovare il modo di essere aggressivi. Io dovevo sempre cercare di cambiare i tiri per fargli fare del colpi che non sono nel suo repertorio.

Hai giocato con Jack Sock otto volte vincendone sette. Come vedi il prossimo match?
Dovrò servire bene, ci siamo incontrati molte volte e spesso ho trovato le soluzioni giuste. Dovrò trovare il modo per essere io quello aggressivo.

Ieri hai avuto modo di parlare con John McEnroe?
Ieri no, abbiamo parlato il giorno prima riguardo al mio match e poi è venuto per l’allenamento di oggi e abbiamo parlato di questo match. Ieri sono andato a casa e ho dormito un po’ dopo aver visto che ero stato cancellato.

Alcuni reporter hanno detto che tu e John non state più collaborando. La cosa è una novità per te?
Ne stavo parlando ora, non è vero. Lui era con me questa mattina e ovviamente lui cerca di essere qui il più possibile. Dipende da che tipo di programmazione riceve ogni giorno da commentatore. Per il primo turno ha funzionato, oggi no perché credo sia stato chiamato per i primi due match sul centrale.

Hai una prima di servizio molto potente. Quanto è importante per te la velocità della palla?
Non credo che risieda tutte nella velocità, penso sia un po’ più importante la rotazione. Se tu colpisci piatto nel punto che avevi prefissato, anche se è forte l’avversario può indovinare e ci mette la racchetta ed è fatta. Mentre se tu colpisci con molto slice loro devono impegnarsi perché non basta solo mettere la racchetta.

È vero che ti eri avvicinato a Richard Kraijcek per il posto John McEnroe? Come sono andate le cose?
Io mi sono avvicinato a Richard alla fine dello scorso anno. Dal momento che avevamo passato un po’ di tempo insieme a dicembre avevo pensato che avrebbe potuto aiutarmi. Suppongo che l’accordo alla fine non ha funzionato. Ne abbiamo parlato col team e abbiamo raggiunto John che era pronto a unirsi a noi. È andata bene.

L’erba è simile a quella del Queen’s Club?
È un po’ più morbida. Il campo diventa ogni giorno più duro, il primo rimbalzo è un po’ più lento. Ma il servizio comincia a viaggiare man mano che i campi vengono usati.

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