Wimbledon interviste, Murray: “Giocare una finale Slam mi emoziona più ora che in passato”

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Wimbledon interviste, Murray: “Giocare una finale Slam mi emoziona più ora che in passato”

Wimbledon interviste, semifinali; A. Murray b. T Berdych 6-3, 6-3, 6-3. L’intervista del dopo partita ad A. Murray

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Come descriveresti le tue emozioni per il raggiungimento della finale?
Ovviamente sono su di giri. Mi sento abbastanza tranquillo in questo momento, forse per come è andata la partita. Non è stato un match troppo stressante. Ci si sente emotivamente più svuotati dopo partite come quella di due giorni fa. Mi sento abbastanza calmo.

Sarà una nuova esperienza per Milos domenica. In un certo senso si tratta di una nuova situazione anche per te perché sei il giocatore con maggiore esperienza.
Per la prima volta giocherò una finale Slam contro qualcuno che non sia Roger o Novak. Quindi, sì, è diverso. Ma non si può sapere, con le pressioni di una finale Slam. Quindi, devo solo concentrarmi, fare tutto quello che posso per preparare bene la partita e vedere cosa succede.

Sul fronte tecnico, alcune persone potrebbero guardare al passato e dire che hai vinto due Slam con Ivan. Se vinci il torneo, sarà la terza volta con lui.
Non credo sia una coincidenza. I migliori anni della mia carriera sono stati con lui. Ma ci sono anche altre persone, il resto della squadra che sta lavorando con me mi ha aiutato ad arrivare qui. Inoltre non c’è nessuna garanzia che io vinca domenica. Ovviamente volevo lavorare con Ivan di nuovo per far sì che mi potesse aiutare a vincere questi eventi. Questo è l’obiettivo. Ma tutto il mio team è coinvolto.

Cosa ti fa tornare alla mente la finale del Queens contro Raonic? Quanto è rilevante o utile averlo incontrato sulla stessa superficie?
Sì, penso che possa aiutare. Abbiamo giocato un paio di volte quest’anno. Abbiamo giocato su tutte le superfici. Tutti i giocatori si comportano diversamente a seconda della superficie. Quindi aver giocato una partita contro di lui sull’erba è utile. La cosa più significativa per me è stata la risposta vincente sul break point per andare 3-1 e tornare in partita. Questo è stato il punto di svolta in quell’occasione. Lui non aveva perso il servizio per l’intera settimana. A quel punto la partita è cambiata.

Questa sarà la tua terza finale di Slam di fila e l’undicesima in totale. Ti capita mai di abituarti a ritrovarti in una finale di Slam o il nervosismo e l’eccitazione sono gli stessi?
Credo che siano sempre gli stessi. Come ho detto, forse ora sono più emozionato di quando ero più giovane. Credo che i tornei iniziano ad avere più valore quando si invecchia e si riesce ad apprezzarne la storia. A 18, 19 anni, non se ne è consapevoli.
Quindi, non si devono dare mai per scontati. So quanto sia difficile arrivare in finale di questi eventi e quanto sia difficile vincere.

Traduzione di Milena Ferrante

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