WTA Montreal: le racchette "manomesse" di Saisai Zheng

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WTA Montreal: le racchette “manomesse” di Saisai Zheng

La qualificata cinese Saisai Zheng ha giocato il suo incontro di primo turno con racchette incordate alla tensione sbagliata. L’incordatore ammette l’errore ed il torneo si scusa, ma ormai il match è andato

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Come sembra ormai tradizione a Montreal da qualche anno a questa parte, dopo il “martedì nero” del 2014 a causa del blackout ed il “bang-gate” del 2015 con le parole grosse (e non solo parole) volate tra Kyrgios e Wawrinka, anche quest’anno la Rogers Cup ci regala un episodio quantomeno controverso e che farà discutere.

È successo che martedì sera, dopo aver perduto il suo match contro la giocatrice di casa Françoise Abanda, la cinese Saisai Zheng ha fatto controllare la tensione delle racchette da lei utilizzate durante il match, ed ha scoperto che la tensione delle corde era di ben 10 libbre (oltre 4 chili e mezzo) inferiore a quella richiesta (42/40 invece di 52/50).

Avevo due racchette con me, ed entrambe erano cordate con la tensione sbagliata. Durante il match ne ho fatto cordare una terza, e quella alla fine è arrivata con la tensione giusta – ha raccontato Saisai in una conferenza stampa indetta proprio per approfondire il messaggio di disappunto diffuso dopo il match dalla cinese sui social media.

All’inizio del match, quando non riuscivo a controllare i colpi, pensavo che fosse perché ero nervosa: lo spostamento di campo, tanto pubblico. Ma dopo tre giochi mi sono resa conto che non riuscivo a giocare. Ho cambiato racchetta con un’altra che avevo fatto incordare una libbra di più, e neanche con quella riuscivo a controllare i colpi, dovevo aggiustare il mio gioco semplicemente per tenere la palla in campo”.

Sembra che il problema sia stato originato da una delle macchine incordatrici utilizzate dal servizio incordatura del torneo (fornito da Tennizon, il più importante negozio specializzato del Quebec, che ha un suo punto vendita anche all’interno del Centro Tecnico di Tennis Canada): delle tre impiegate per incordare le racchette delle giocatrici, una era tarata male, e da qui l’errore nella tensione.
Sfortunatamente, la macchina difettosa è quella che è stata usata per entrambe le racchette di Saisai, causando quindi questo spiacevolissimo incidente.

L’accordatore ha ammesso il problema, ha detto che non mi farà pagare le incordature, e che la macchina è stata sostituita, ma ormai la partita è andata. Il Direttore del Torneo in persona si è scusato con me per quello che è accaduto, ma sono davvero molto delusa dell’accaduto. La scorsa notte non sono riuscita a chiudere occhio pensando a questa faccenda”.

Giulio Andreotti diceva che a pensar male si commette peccato ma ci si azzecca quasi sempre. In questo caso noi non vogliamo pensare che Tennis Canada si sia macchiato di una bassezza di questo tipo, che davvero non farebbe onore ad una federazione che lavora così bene. Certo però che gli elementi per sospettare ci sono tutti: la giocatrice di casa, ex-enfant prodige, che sta però facendo fatica ad affermarsi tra i pro ed entra in tabellone con una wild-card; inizialmente sorteggiata contro Elina Svitolina, la giocatrice con la miglior classifica non inserita tra le teste di serie, si vede regalare in sorte dal ritiro di Serena Williams un cambio di avversaria, la qualificata Saisai Zheng; quindi la cinese si vede “menomata” da racchette incordate male dall’incordatore locale.

Saisai non ha chiesto denaro o punti come risarcimento per questo incidente. Forse le scuse ufficiali sono sufficienti per lei, e dal punto di vista culturale in Cina non si tende a far causa ad ogni piè sospinto come accade in America. “Il match ormai è andato, non c’è niente da fare” ha ripetuto Saisai quando le è stato chiesto cosa avrebbe voluto in termini di “indennizzo”. “Magari una wild card in futuro, in caso tu ne abbia bisogno?” le abbiamo suggerito noi. “Quella andrebbe bene. Spero di tornare in futuro ed avere un’altra chance”.

 

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