La settimana degli italiani: solo la Vinci regala una vittoria

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La settimana degli italiani: solo la Vinci regala una vittoria

A Cincinnati poca gloria per i colori italiani, solo Roberta Vinci porta a casa una vittoria. Il resto sono tutte sconfitte al primo turno

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Terminata la parentesi olimpica, il calendario dei circuiti ATP e WTA ha proposto il prestigioso appuntamento col Western e Southern Open, torneo di tradizione secolare (la prima edizione fu disputata nel 1899) che si gioca in Ohio, più precisamente a Mason, frazione di Cincinnati. Il tennis italiano, tornato da Rio senza medaglie né effettivi acuti e con qualche rimpianto relativo soprattutto al doppio Errani/Vinci, nell’ultimo grande appuntamento prima degli US Open non ha tratto spunti positivi, anzi va rilevato che, anche quantitativamente, la nostra spedizione si è andata assottigliando.

Un solo tennista tra gli uomini, Fabio Fognini, ha partecipato al torneo, disertato per diverse ragioni da Seppi e Lorenzi, il quale ha preferito partecipare al Challenger di Cordenons, dove ha raggiunto le semifinali, e cancellare la sua iscrizione al torneo in Ohio. Continua, come accaduto a Toronto, la scelta dei tennisti azzurri di non partecipare alle qualificazioni dei grandi tornei sul cemento americano per confrontarsi coi migliori giocatori. Evidentemente, la loro scelta ricade sul riposo e sul risparmio economico della lunga trasferta, o anche sulla ricerca di punti più facili nei Challenger sulla terra rossa italiana: il dato certo è che a Cincinnati il cut-off delle quali è stato attorno alla 180° posizione, ma nessun italiano, dei cinque o sei che avrebbero potuto prenderne parte, ha partecipato.

Il responso del campo è stato impietoso: in Ohio, nei due tabelloni di singolare, abbiamo raccolto una sola vittoria, quella della Vinci, e ben tre sconfitte: davvero non un bel viatico per avere fiducia in buoni risultati azzurri nell’ultimo grande Slam della stagione, l’anno scorso capace di regalarci una finale femminile tutta azzurra, oltre al buon piazzamento di Fognini negli ottavi, ottenuto dopo aver battuto Nadal, rimontando due set di svantaggio.

Proprio Fognini era reduce da una per lui positiva esperienza olimpica, nella quale aveva sfiorato la zona medaglia raggiungendo i quarti nel doppio sia con Seppi che in quello misto con Vinci. Soprattutto, in singolare, aveva battuto dopo una grande rimonta Paire e giocato a tratti un grande tennis contro Andy Murray. Purtroppo Fabio, alla sua settima partecipazione al torneo in Ohio (sesta nel tabellone principale), ha confermato la sua tradizione negativa al Western e Southern Open, nel quale, eccezion fatta per il secondo turno del 2011 e soprattutto del 2014, quando arrivò sino ai quarti per poi arrendersi a Raonic, è sempre stato eliminato al primo turno. Il sorteggio gli aveva riservato un primo turno ostico contro il numero uno statunitense e ventiduesimo giocatore al mondo, John Isner, vincitore dell’unico precedente tra i due sull’indoor di Valencia nel 2012. Fognini, probabilmente anche stanco dopo le tante partite giocate in pochi giorni a Rio ed il successivo ed immediato trasferimento aereo, ha giocato male, eccezion fatta per qualche sprazzo, consentendo a Isner di comandare il gioco grazie al suo classico schema servizio-dritto. In sostanza, non vi è stato mai dubbio sull’esito della partita, vinta dallo statunitense col punteggio di 6-3 6-2 in un’ora e diciassette minuti.

Passando alle donne, non è andata meglio a Sara Errani, migliore azzurra in singolare a Rio, ma reduce dalla grandissima delusione dell’eliminazione in doppio con la Vinci nei quarti, dove hanno perso una partita che conducevano di un set e due break di vantaggio nel secondo. La bolognese al primo turno ha trovato dall’altra parte della rete la ventiquattrenne statunitense Coco Vandeweghe, n°33 del mondo sconfitta da Sara nell’unico precedente datato 2012 sull’erba di Wimbledon. Questa volta, Sara, che in sette partecipazioni al torneo di Cincinnati aveva al massimo raggiunto il terzo turno in due sole occasioni, ha lasciato il campo sconfitta, con tanti rimpianti per le occasioni non sfruttate: la nostra giocatrice è prima stata avanti di un set e di un break e, soprattutto, al terzo ha avuto due palle per andare sul 5-1, prima di subire un filotto decisivo di cinque game dalla Vandeweghe, che chiudeva una partita interrotta più volte ed a lungo dalla pioggia, col punteggio di 4-6 6-3 6-4 in 2h18’.

L’unico tennista italiano a lasciare l’Ohio con la soddisfazione di aver vinto almeno un incontro è stata la nostra numero 1, Roberta Vinci: la tarantina giocava per l’ottava volta a Cincinnati, dove come miglior risultato vantava i quarti raggiunti nel 2013. L’allieva di Francesco Cinà, reduce da una brutta eliminazione al primo turno del singolare di Rio, esentata con un bye dai trentaduesimi, si è ritrovata contro al secondo turno la bulgara Tsvetana Pironkova, n° 74 WTA, contro la quale aveva sì vinto tre dei quattro scontri diretti, ma anche perso l’ultimo nel 2014 a Doha. Questa volta, come detto, è andata bene, ma la vittoria non è arrivata a conclusione di una prestazione degna di quelle che Roberta sino a marzo ci ha regalato: la numero 8 del mondo, ancora non al meglio fisicamente, ha difatti approfittato delle varie incertezze manifestate dalla bulgara in un match ricco di errori, terminato col punteggio di 7-5 6-3 e durato un’ora e trentanove minuti. Al terzo turno, la chance di tornare a disputare un quarto di finale, traguardo raggiunto per l’ultima volta lo scorso aprile a Stoccarda, si è purtroppo infranta contro la dodicesima giocatrice al mondo, Carla Suarez Navarro, impegno molto ostico anche considerando i precedenti, vinti in cinque occasioni su sei dalla spagnola, con l’ultimo ottenuto in maniera molto pesante, 6-1 6-1, lo scorso aprile in Fed Cup. Proprio sulla falsariga dell’ultimo confronto diretto, si è concluso purtroppo il primo set in appena venticinque minuti, con una Roberta troppo imprecisa, andata sotto 3-0 anche nel secondo parziale. Improvvisamente, però, la partita ha cambiato completamente volto e la Vinci si è trovata addirittura in vantaggio 5-3 con due set point sul servizio della spagnola. Si è trattato solo di un fuoco di paglia, perché la Suarez Navarro ha ripreso le redini del gioco, per conquistare l’accesso ai quarti con il punteggio di 6-1 7-5 in un’ora ed un quarto di partita.

A Cincinnati sono arrivate anche Camila Giorgi e Karin Knapp: non avendo la classifica per accedere direttamente al tabellone principale, sono state costrette a provare ad entrare dalla porta di servizio delle qualificazioni. Curiosamente opposte una all’altra al primo turno, hanno dato vita ad una lunga battaglia di quasi due ore e mezza, dalla quale è uscita vincitrice col punteggio di 7-6(0) 3-6 6-4, la tennista nata a Brunico, che ha così confermato la vittoria ottenuta nell’unico precedente di Linz 2014. Ad un passo dall’accesso nel tabellone, Karin ha purtroppo dovuto capitolare davanti alla nipponica Kurumi Nara, n°86 WTA, che ha vinto 6-1 7-5 in 1h29’.

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