Tetto, nuovo Grandstand, Phil Collins e molto altro per gli US Open in grande stile

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Tetto, nuovo Grandstand, Phil Collins e molto altro per gli US Open in grande stile

Con gli US Open 2016 alle porte, la USTA annuncia una serie di novità: il tetto sull’Arthur Ashe che si chiude in 7 minuti, la festa d’addio del vecchio Louis Armstrong, le nuove offerte gastronomiche con gli chef più in voga e la cerimonia inaugurale con la star del pop Phil Collins

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Sarà l’ingombrante assenza di Roger Federer, sarà il desiderio di sfruttare immediatamente l’effetto traino dei buoni risultati olimpici (oro e argento nel doppio misto e bronzo nel doppio maschile, a ribadire il primato nel medagliere tennistico a stelle e strisce dell’intera storia dei tornei olimpici con 21 ori), e di giovani di grandi speranze come il n.54 ATP Taylor Fritz e il n. 123 Frances Tiafoe (entrambi diciottenni), fatto sta che l’edizione di quest’anno dello Slam americano è pronta a scattare in grande stile, con un numero di novità e iniziative quasi senza precedenti. La USTA (United States Tennis Association, la Federazione nazionale americana) non ha badato a spese e il 18 agosto ha annunciato tutto quanto tifosi, giornalisti e giocatori si devono aspettare e che non avevano mai visto prima.

RADICALI CAMBIAMENTI INFRASTRUTTURALI
La fetta più cospicua degli investimenti è stata destinata all’ammodernamento delle infrastrutture, per un totale che supera i 500 milioni di dollari correnti.

TETTO RETRATTILE
In primis, ça va sans dire, il nuovo tetto retrattile sull’Arthur Ashe Stadium inaugurato lo scorso 2 agosto, una vera opera d’ingegneria strutturale che permette alle sue 5000 tonnellate d’acciaio di non toccare l’impianto. Si chiude in meno di 7 minuti (vedremo quando Giove Pluvio si paleserà se sarà davvero così come ufficialmente annunciato), un tempo impressionante considerando le dimensioni dell’impianto e la rilevante differenza col tetto del Centrale di Wimbledon, che impiega circa 40 minuti a completare la copertura. Si tratta del più grande tetto mai costruito per uno stadio di tennis: 62500 piedi quadrati (pari a circa 5800 metri quadrati, ovvero più di mezzo ettaro), persino più grande della superficie di un campo da football americano. Insomma, ancora una volta gli americani vanno nella direzione di sfruttare al massimo e per tutto il tempo l’impianto che hanno a disposizione, con buona pace dei puristi che vedono uno stadio da 23000 posti troppo grande per una partita di tennis per l’eccessiva distanza dal campo dei posti “in piccionaia”, come amava ripetere non di rado Rino Tommasi ai tempi delle sue telecronache in coppia con Gianni Clerici.

NUOVO GRANDSTAND
Dopo 18 mesi di lavori, la USTA annuncia che è pronto il nuovo Grandstand, sorto sulle macerie del vecchio che ha ospitato i match per l’ultima volta l’anno scorso (tra i quali quello che vide l’eliminazione di Camila Giorgi contro Sabine Lisicki: al termine del match, incalzata da Ubaldo, la Giorgi “ufficializzò” inequivocabilmente il suo rifiuto a giocare in un modo più conservativo di quello a tutto braccio da lei adottato – “Un piano B non ce l’ho e non l’avrò mai (audio)!”). La nuova struttura non è un’americanata da stadio enorme: 8125 posti a sedere, proprio per mantenere, stando a quanto dichiara l’USTA, “l’intimità e l’atmosfera raccolta del vecchio Grandstand”.

NUOVO VIALE SUL LATO SUD DEL BILLIE JEAN KING NATIONAL TENNIS CENTER
Tra le novità architetturali di quest’anno viene annuncia una variopinta via che collega direttamente il Campo 17 (sito nell’angolo sud-est di Flushing Meadows) e il nuovo Grandstand, collocato nell’angolo a sud-ovest. È un tragitto di circa 150 metri volto a facilitare gli spostamenti rendendo al contempo più accessibili gli stand gastronomici che riempiranno gli stomaci dei tifosi americani e stranieri, in pieno stile business-event a stelle e strisce. Per completare l’opera, i campi situati in prossimità del Campo 17 – che è un vero e proprio stadio, anzi un gioiellino circolare che l’anno scorso ospitò tra i tanti match il sofferto esordio di Fabio Fognini contro Johnson e la semifinale del doppio femminile che la coppia Pennetta/Errani perse contro le n.1 Mirza/Hingis – quelli dal 8 al 10 e dal 13 al 16, sono stati ampliati per un totale di 2099 posti in più (perché gli organizzatori non abbiano voluto arrivare al numero tondo di 2100 meriterebbe un piccolo saggio a parte…).

NUOVE INIZIATIVE PER I FANS
La maggior parte degli investimenti sono stati destinati alle infrastrutture, ma il comunicato USTA promuove fortemente diverse iniziative inedite direttamente rivolte al pubblico. Innanzi tutto, il torneo di qualificazione che scatterà martedì 23 agosto e si concluderà venerdì 26 sarà aperto gratuitamente
a tifosi ed appassionati
, ma le novità sono altre.

L’ULTIMO SALUTO ALL’ATTUALE LOUIS ARMSTRONG
Detta così potrebbe assumere toni funerei, ma come per il vecchio Grandstand nel 2015 l’edizione di quest’anno sarà l’ultima per questo impianto, che verrà anch’esso ampiamente rimodernato entro il 2018 con cambiamenti sostanziali e la dotazione anche qui del tetto retrattile. Gli organizzatori hanno così pensato a una festa d’addio per lo stadio che dal ’78 al ’96 è stato il principale dello US Open (l’Arthur Ashe ha visto il debutto nel 1997): giovedì 8 settembre i cancelli dell’Armstrong verranno aperti al pubblico per l’ultima volta. Tra esibizioni di vecchie glorie e colpi spettacolari, il pubblico saluterà quello che è stato uno dei palcoscenici delle più belle partite dello Slam a stelle e strisce, entrando liberamente in campo e scambiando su di esso gli ultimi sacri scambi. La zona sotto le tribune, passaggio obbligato per l’accesso ai seggiolini dello stadio e del Grandstand, meglio nota come “Great Hall”, costituirà la tavolozza del noto artista newyorkese Bradley Theodore, sulle quale raffigurerà murales che omaggeranno icone americane quali Venus e Serena Williams, John McEnroe, Billie Jean King e Louis Armstrong.

NON SOLO HAMBURGER E HOT-DOG…
Da sempre gli US Open sono la declinazione tennistica dello sport sport-spettacolo squisitamente in salsa yankee. In termini culinari, questo si traduce nei più classici hot-dog e hamburger (tanto meglio se giganti)
inondati di ketchup e senape, da ingurgitare in gran quantità
come avviene nel basket, nel baseball o nel football. Oggi però anche questa granitica tradizione sta scendendo a patti con i tempi moderni, quelli dove se ti sei perso l’ultima serie di Masterchef o Hell’s Kitchen non sei nessuno. Ecco allora che la “sagra paesana” di Flushing Meadows (espressione coniata da Rino Tommasi per sottolineare la differenza siderale tra il modo di vivere il tennis nel tempio di Wimbledon e nell’impianto della Grande Mela) apre i battenti ad alcuni Chef pluripremiati come Ken Oringer e Jamie Bissonnette, David Burke (coi suoi tacos di altissima qualità) e David Chang (il re del pollo fritto gourmet). L’offerta eno-gastronomica non termina qui. Tra gli hot-dog popolari e le delizie dei grandi Chef c’è un mondo che comprende il nuovo Korilla BBQ , il falafel Soom Soom e l’immancabile tradizione tricolore di espresso e pizza squisitamente made in Naples (così almeno vengono ufficialmente presentati…), per poi arrivare alle bevande: wine-bar come se piovesse, con la Moet&Chandon Terrace pronta a riproporsi anche quest’anno nell’area esclusiva dello US Open Club, fino al nuovissimo Gray Goose Le Grand Fizz, un cocktail tipicamente estivo composto da vodka Grey
Goose, liquore floreale, soda e lime.

PHIL COLLINS STAR DELLA CERIMONIA INAUGURALE
La spettacolo che darà ufficialmente il via agli US Open 2016 si celebrerà, come da tradizione, la sera della prima giornata del torneo, lunedì 29 agosto, naturalmente nell’Arthur Ashe Stadium. Per quanto gradevole per gli effetti scenografici e sonori, non è mai stato in realtà uno show attesissimo, ma quest’anno la USTA non ha badato a spese e la star della serata non sarà proprio l’ultimo arrivato ma la leggenda vivente del pop Phil Collins. L’ex batterista e frontman dei Genesis aveva annunciato il suo ritiro dalle scene nel marzo 2011 e la cerimonia inaugurale dello Slam americano sarà la prima grande apparizione pubblica da allora (dal marzo 2011 l’unica piccola esibizione live del cantautore britannico è avvenuta in Florida nel maggio 2014 davanti agli allievi musicisti del Miami Country Day School, quando cantò i brani “In the air tonight” e “Land of confusion” su esplicita richiesta dei suoi figli, che frequentavano la stessa scuola).
L’autore di “Against all odds” e “Another day in Paradisealternerà esibizioni individuali a duetti con la star emergente Leslie Odom Jr, nativo del Queens (il distretto di New York sede degli Open), che canterà anche l’inno nazionale statunitense (un must di tutti i maggiori eventi sportivi della terra dello Zio Sam). La scelta di un musicista del Queens non è casuale: Louis Armstrong visse nel quartiere a est di Manhattan fino alla sua morte, nel 1971, per cui l’omaggio allo stadio a lui dedicato non poteva non essere un omaggio anche al luogo dove il grande jazzista ha vissuto e che ospita il Major americano dal 1978, anno del trasferimento da Forest Hills. L’USTA ha annunciato che la cerimonia introdurrà la nuova tecnologia costituita da più di 100 luci led mobili progettata per illuminare l’intera superficie del tetto proiettando oltre i 300 piedi

COPERTURA TELEVISIVA
La Federtennis americana ha confermato il connubio con l’emittente sportiva ESPN, che prevede la copertura di 12 campi ogni giorno (oltre all’Arthur Ashe, al Luis Armstrong e al Grandstand, i campi 4, 5, 6, 7, 10, 11, 12, 13 e 17). La copertura dell’evento 24 ore su 24 sarà garantita dal supporto di tutti i network facenti capo a ESPN, in primis Tennis Channel (che si concentrerà sulle preview del giorno e sugli highlights dei match a fine giornata), che annovera come editorialista Steve Flink, autorevole collega e frequente spalla del direttore Scanagatta nei commenti video degli Slam qui su Ubitennis). Nello stesso passaggio del comunicato, viene riportato che la finale femminile di sabato 10 settembre e quella maschile di domenica 11 si disputeranno alle 16:00 (le 22:00 in Italia). Infine, lo streaming in diretta sarà assicurato dalla partnership tra USOpen.org e WatchESPN, che si propone di raggiungere la cifra record di 1300 ore di diretta integrale dei match, dal primo all’ultimo scambio. Non è finita perché la novità di quest’anno sarà la possibilità di seguire su WatchESPN anche le sessioni di conferenza stampa previste nella Room 1, quella principale delle sale dedicate alle interviste, tutte situate all’interno dell’Arthur Ashe Stadium.

COSA OFFRIRÀ UBITENNIS
Alla luce di tutte queste novità, di un’offerta sempre più ampia e a 360gradi, Ubitennis poteva stare inerte? Come al solito, la prima cosa che vi assicuriamo è la solita tracotante autocelebrazione. Le nostre cronache, i dietro le quinte e le interviste esclusive dei nostri inviati a New York saranno talmente puntuali, tempestivi e approfonditi che quello che leggerete o ascolterete sedimenterà nella vostra mente in modo che quando prenderete sonno le gesta di campioni, giovani promesse e talenti alla ricerca di conferme a Flushing Meadows s’impadroniranno dei vostri sogni e potrete vedere in diretta non cosciente tutto quello che non avete potuto seguire durante la giornata per i vari impegni e il fuso orario nemico. Naturalmente, tutti i vostri beniamini vinceranno ogni partita e il torneo si concluderà con un’altra finale tutta azzurra come quella leggendaria dell’anno scorso, altrimenti che razza di sogni sarebbero…
Scherzi a parte, è troppo presto per fornirvi il quadro completo delle modalità con cui Ubitennis coprirà l’evento: i dettagli verranno rivelati alla vigilia del torneo come da logica consuetudine. Quello che già da ora possiamo assicurarvi saranno contenuti aggiornati e in tempo reale, tra cronache, articoli tecnici (non mancheranno gli spunti di Luca Baldissera, che non si perderà una sola sessione di allenamento mattutino),
approfondimenti sui giocatori rivelazione meno conosciuti e pezzi di colore per permettervi di calarvi nella realtà di Flushing Meadows e di New York come se foste sul posto. Non mancheranno i contributi multimediali audio e video, come quelli che vi sono stati forniti per le Olimpiadi di Rio con le interviste esclusive ai protagonisti. A dimostrazione che queste non sono promesse da marinaio, Ubitennis sarà presente con ben 7 inviati (direttore Scanagatta compreso), un contingente adeguato a raccogliere un grande numero di contributi e rispondere tempestivamente alle sorprese e agli imprevisti (di qualunque tipo) che solo un torneo dello Slam può riservare.
Insomma, un dispiegamento di mezzi degno dell’esercito Persiano dei tempi antichi, ma i nostri detrattori si rassegnino: non ci saranno alcune “Termopili americane” a fermarci…

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