La settimana degli italiani: brutto avvicinamento a Flushing Meadows, una vittoria per cinque

US Open

La settimana degli italiani: brutto avvicinamento a Flushing Meadows, una vittoria per cinque

La settimana che precede l’ultimo slam del 2016 è da dimenticare per i colori italiani: come a Cincinnati solo Roberta Vinci porta a casa un match prima di arrendersi alla svedese Larsson. Fuori all’esordio Seppi, Lorenzi, Errani e Giorgi, già eliminata nelle qualificazioni di New Haven prima di essere ripescata come lucky loser

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Davvero un pessimo viatico quello percorso dal tennis italiano per arrivare all’ edizione 2016 degli Us Open: difatti, come accaduto a Cincinnati sette giorni prima, per la seconda settimana consecutiva, della pattuglia italiana impegnata a Winston-Salem e New Haven, purtroppo solo Roberta Vinci ha portato a casa una misera vittoria. Invece, gli altri tennisti azzurri in campo, Paolo Lorenzi, Andreas Seppi, Sara Errani e Camila Giorgi hanno rimediato tutti amare sconfitte al primo turno: pessimi auspici, che tutti speriamo vengano smentiti, in vista dell’ultimo Slam stagionale.

Paolo Lorenzi, reduce dalla semifinale raggiunta al Challenger di Cordenons, ha deciso di preparare lo Slam newyorkese (nel quale, in quattro partecipazioni nel tabellone principale, ha ottenuto solo una vittoria) partecipando per la prima volta in carriera all’ATP 250 di Winston-Salem, in Carolina del Nord. Usufruendo di un bye al primo turno in qualità di undicesima testa di serie, al secondo turno ha trovato dall’altra parte della rete il ventitreenne statunitense Bjorn Fratangelo, n°116 del mondo, contro il quale nel circuito Challenger era 1 a 1 nei precedenti.  Purtroppo Paolo, pur lottando come suo solito, non ha offerto una prestazione all’altezza: dopo un buon inizio che gli ha consentito di vincere il primo set, un calo nettissimo di rendimento con la seconda di servizio gli è costato la sconfitta, arrivata in due ore esatte di gioco col punteggio di 4-6 6-2 6-3.

Continua il periodo di scarsa forma e relativi mediocri risultati di Andreas Seppi, scivolato all’ottantottesimo posto del ranking e con la pesante cambiale da onorare (novanta punti) del terzo turno raggiunto agli US Open lo scorso anno, quando arrivò al terzo turno perdendo da Djokovic. Se Andreas non dovesse quantomeno superare il francese Stephan Robert nel primo turno dei prossimi US Open, è estremamente probabile la sua uscita dai primi 100, dove invece permane ininterrottamente da luglio 2007. Per sua fortuna, l’ultima parte di stagione potrebbe aiutarlo a scalare posizioni, visto che l’anno scorso, dopo New York, vinse una sola partita (contro Cuevas a Bercy). Nella sua terza partecipazione a Winston Salem (nel 2014 raggiunse i quarti, dove perse da Lu) l’altoatesino è stato sorteggiato, in un confronto inedito, al primo turno contro il ventiseienne tedesco Jan-Lennard Struff, settantottesimo giocatore al mondo. Le statistiche del match testimoniano impietosamente la negativa prova dell’altoatesino (46% di prime in campo, 48% di punti conquistati quando ha servito non ricorrendo alla seconda, una sola palla break convertita delle quattro avute), capace di racimolare appena cinque games in una partita durata appena sessantaquattro minuti ed archiviata col punteggio di 6-2 6-3.

Nel circuito femminile, al WTA Premier di New Haven, si conferma purtroppo il momento non fortunato di Sara Errani, la quale ha affrontato al primo turno la ventottenne mancina russa Ekaterina Makarova, n°36 del ranking WTA, con la quale era tre pari nei precedenti. La partita ha confermato il sostanziale equilibrio tra le due giocatrici, entrambe ex-top ten: Sara è anzi partita meglio nel match, arrivando a conquistare tre set point quando ha servito sul 5-4 del primo parziale. Una volta non sfruttati, la bolognese ha mollato psicologicamente, raccogliendo un solo punto nei due game successivi. Tale inerzia del match ha determinato anche il secondo set, rendendo inevitabile la sconfitta per la nostra giocatrice, eliminata dalla Makarova col punteggio di 7-5 6-2 in 1h24’.

Ancora una volta, come a Cincinnati, salva l’onore azzurro Roberta Vinci, vincendo l’incontro di secondo turno (aveva usufruito di un bye al primo) che l’ha vista opposta alla diciottenne croata Ana Koniuh, numero 100 del ranking WTA, che ad Auckland 2014 aveva sconfitto, quando era n°259, la tarantina in uno dei due precedenti tra le due. Grazie ad un ottimo rendimento al servizio (76% di punti raccolti con la prima in campo ed  appena due palle break concesse, tutte nel primo game dell’incontro), Roberta ha avuto la meglio con un duplice 6-2 in appena cinquantasette minuti, conquistando così il suo primo quarto di finale da metà aprile, quando vi riuscì sulla terra indoor di Stoccarda. Purtroppo il cammino della tarantina si è interrotto nella partita successiva contro la ventottenne svedese Johanna Larsson, numero 62 del mondo, curiosamente sconfitta da Roberta nell’unico precedente tra le due nel circuito maggiore, proprio a New Haven lo scorso anno. Roberta ha fatto partita solo nel primo set, nel quale, seppure non al meglio fisicamente, si è trovata avanti 4 a 1 nel tie- break prima di farsi rimontare e compiere un esiziale doppio fallo sul 9-9, che ha consegnato il sesto ed infine definitivo set point alla scandinava. Nel secondo parziale Roberta è uscita dalla partita: nel post-partita ha dichiarato di avere un fastidio al tendine che l’ha condizionata psicologicamente nella seconda parte della gara, chiusa a favore della scandinava col punteggio di 7-6 6-1 in 1h22’. Non resta che sperare che la nostra migliore giocatrice riesca ad esprimersi come sa ed a divertirsi a New York, dove difende la finale ottenuta lo scorso anno grazie soprattutto ad una incredibile e fantastica vittoria su Serena Williams. L’augurio è che scenda in campo senza condizionamenti quantomeno psicologici dovuti alla paura di farsi male: la sua gran classe merita di esprimersi pienamente nel palcoscenico dove il mondo ha conosciuto tutto il suo talento.

Camila Giorgi, dopo averso perso a Cincinnati il derby contro la Knapp nel primo turno delle qualificazioni, non fa molto meglio a New Haven, nel Connecticut: costretta anche in questo caso a provare ad entrare in tabellone dalla porta secondaria, ha superato prima la trentenne transalpina Pauline Parmentier , n° 63 del mondo col punteggio di 6-2 6-4 in 1h15’ ed ha poi sconfitto facilmente la teutonica Mona Barthel numero 97 del ranking WTA, con un duplice 6-2 in un 1h06’. Purtroppo nell’ultimo turno di quali è incappata in una brutta sconfitta contro la ventunenne greca Maria Sakkari, novantunesima nella classifica, che ha vinto con un doppio 6-3 in settantatrè minuti. L’occasione di essere ripescata (alla fine in questa sfortunata edizione del Premier di New Haven si conteranno sette lucky loser) non è stata purtroppo colta: sorteggiata contro Elena Vesnina, recente semifinalista di Wimbledon e numero 20 al mondo, Camila nel primo set del match non ha in pratica giocato, lasciando facilmente strada alla trentenne russa, che ha vinto 6-1. Nel secondo parziale la marchigiana forse ha ricordato di aver perso nell’unico precedente solo al tie-break del terzo set due anni fa a Montreal e recupera un break di svantaggio, andando a servire per rimanere nel match sul 4-5. Qui, Camila dimostra di non avere in questo periodo la necessaria sicurezza nelle proprie capacità e capitola, dando la vittoria alla Vesnina che ha passato il turno col punteggio di 6-1 6-4 in 1h 18’.

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