US Open interviste, Edmund: "È la miglior vittoria della mia carriera"

Interviste

US Open interviste, Edmund: “È la miglior vittoria della mia carriera”

US Open interviste, primo turno: K. Edmund b. [13] R. Gasquet 6-2 6-2 6-3. L’intervista del dopo partita a Kyle Edmund

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Considerando l’importanza della partita, l’avversario ed il torneo, e’ stata la tua miglior vittoria di sempre?
Sì, penso di sì. Ho davvero giocato bene. Considerando la classifica è probabilmente la mia miglior vittoria. Ed il modo in cui ho giocato… lo svolgimento della partita. Molte cose sono andate per il verso giusto. Sì sicuramente una delle migliori vittorie della mia carriera. Molto gratificante, incoraggiante il modo in cui ho giocato, come mi sono gestito, come ho gestito le situazioni. Credo di essere stato brillante per come ho giocato nei momenti che contavano. Davvero tante cose positive. In giorni così ti senti bene sul serio. Ci sono proprio giorni in cui le cose non sono così ed è allora che ti devi impegnare di più. Ho avuto giornate no recentemente sul duro, in cui non ho trovato la forma ma, per fortuna al momento giusto contro l’avversario giusto l’ho ritrovata.

C’è qualche cosa che ha a che fare con New York che ti ha galvanizzato?
Sì, penso di sì. È un torneo dello Slam e questo ti dà sempre un po’ di eccitazione in più. Per dirla tutta, è stato un percorso lungo e travagliato per arrivare qui; non mi sono sentito a mio agio tanto quanto in Coppa Davis dove stavo proprio giocando bene sino a Toronto. Credo che sia normale fare confronti, la forma era ottima. Fai sempre confronti rispetto a quanto bene stai giocando. Come ho già detto è stato un viaggio lungo e faticoso e così ho semplicemente accettato il modo in cui stavo giocando. Tutto qui. Stai giocando contro un ottimo giocatore; non hai nulla da perdere. Vai sul campo e giochi. Sapevo che in ogni caso dopo questo torneo avrei fatto una pausa prima della Davis in Asia. O prima o dopo la Davis, dipende da come andrà qui. Così forse questa idea mi ha reso più sereno e mi ha fatto godere un po’ di più la partita, nel senso che non ho giocato in tensione, ma molto più sciolto. Perciò ho giocato molto meglio di quanto mi attendessi.

Quanto ti ha condizionato la pressione e la vittoria in Davis rispetto ai tornei del Grande Slam?
Quei due incontri sono stati una gran cosa per me. Forse, perché li considero molto. Sapevo cosa c’era in palio, o forse è stato per la pressione che mi sono imposto. Comunque la volete mettere, per me quei match erano molto importanti, e li ho affrontati perché sapevo che avevo un’ottima chance di giocarli. In particolare quando Andy (Murray ndt) ha detto che non avrebbe giocato, sapevo che era il mio turno. Sapevo che avrei avuto la responsabilità di giocare due incontri. Volevo con forza fare bene lì ed ovviamente quando ho battuto Lajovic mi sono sentito molto sollevato. Pertanto, ho giocato con tanta pressione addosso ed in finale inoltre c’era un ambiente emotivamente intenso. Questo mi mi ha assolutamente aiutato ad uscirne bene. Capisci, quando incontri il numero 13 della classifica, vuoi fare bella figura e le esperienze in Davis mi hanno molto giovato. Senza dubbio. Gli ultimi giorni sono stati davvero migliori di quelli iniziali. C’erano segnali incoraggianti. Ma oggi è proprio scattato qualche cosa, e ne sono molto contento.

Da giocatore, è frustrante il fatto che, nonostante l’impegno, la Davis e le Olimpiadi non diano punti in classifica? Ti hanno impegnato per buona parte della tua estate e a che scopo?
Sì. Come ho detto per me valevano molto, per questo volevo esserci. Non capisco la ragione per la quale l’ITF ha cambiato le regole. L’anno scorso c’erano punti in palio e quest’anno no. Avrei preso un bel mucchio di punti grazie alla Davis, ma tant’è. La vedo dal punto di vista di un 21enne. Ho molti anni davanti. Non mi attacco a due tornei per la mia classifica. Non sono due tornei che fanno la mia classifica. La vedo come un’esperienza costruttiva. Anche se non ci sono punti in palio, l’esperienza fatta mi darà molto di più di qualche punticino, a gioco lungo. Ecco come stanno le cose. Ora sono intorno alla 80esima posizione e potrei essere tra la sessantesima e la settantesima con quei punti in più. Un piccolo salto in avanti, ma, come ho detto, non mi preoccupa. Uno vuole essere nei primi trenta, venti, dieci. Lì si deve arrivare. Tra numero ottanta e sessanta non c’è grande differenza, perciò credo che l’esperienza sia più importante dei punti.

C’è stato qualche segno di immaturità in campo? Ricordo la finale di Coppa Davis. Tutti la ricordiamo. Iniziò come un sogno. Ma qui, un break sotto nel terzo e lo hai ripreso, cosa che forse non avresti fatto 18 mesi fa.
No. Si tratta, di nuovo, di tornare a quell’esperienza. Quando hai più esperienza probabilmente sei più tranquillo mentalmente in tali situazioni. le affronti più rilassato. Se non ci sei mai passato prima non sai cosa aspettarti, in caso contrario sei più calmo. Quando sono andato sotto di un break ho pensato che non avevo fatto poi troppi errori. Non avevo messo dentro abbastanza prime palle. Lui forse stava cercando di cambiare l’andamento della partita e quindi giocava più libero rispetto a prima. Ma il modo in cui stavo giocando, molto solido ed il fatto che ero in pieno controllo di me stesso, mi faceva ben sperare in ciò che facevo e sapevo che non ci voleva molto per riprendermi il break. Così, mi sono semplicemente mantenuto calmo. Ho davvero giocato un bel game per fargli il break e questo mi ha dato la spinta per arrivare sino alla fine del match.

Quando batti in maniera così convincente qualcuno come Gasquet, quanta fiducia acquisti di poter battere con maggior regolarità i giocatori di vertice?
Sì, ti dà decisamente più fiducia. Ho avuto una bella estate, ho battuto dei buoni giocatori tra i quali Simon, poi ho fatto una bella esperienza contro Andy (Murray ndt). Quegli incontri, contro i migliori, ti danno più sicurezza nel tuo gioco, in ciò che puoi fare contro di loro. Il modo in cui gioco è molto offensivo, poiché voglio  pressare il mio avversario. Devo essere espressivo, esprimere il mio gioco, ecco come gioco.Farlo mi dà sicurezza. Nella Davis mi sono comportato molto bene. Ero molto aggressivo in quel week-end. Oggi ero aggressivo ma al contempo intelligente; non eccessivamente aggressivo. Ero equilibrato. Contro un ottimo avversario ti dà molta fiducia nel tuo gioco.

Come ti sei trovato con il caldo sul campo? In finale di partita, avresti voluto andare al quarto o al quinto set in simili condizioni climatiche?
Difficile da dire. Ero preparato per andare al quinto se necessario. La mia preparazione era impostata tutta al fine di poter arrivare al quinto se necessario. Perciò, direi di sì, che mi sarei sentito a mio agio se ci fossimo andati. Difficile dire con il senno di poi come mi sarei comportato, però…sì, faceva un bel caldo la fuori. Non come lo scorso anno; era più umido allora; molti ritiri lo scorso anno e si commenta da solo. Fa caldo ma ci si abitua. Il corpo si adegua. Sono qui da 4/5 settimane ormai e ormai il mio corpo si è adattato. Ho giocato credo circa un’ora e mezza più o meno, non molto paragonato ad altri colleghi.

Conosci Escobedo?
No. In realtà ci ho giocato lo scorso anno al primo turno del challenger di Binghamton, credo fossero tre set.Non ricordo molto di quel match perché è passato un anno. Guarderò qualche video su di lui. Alcune cose le cogli. Capisci il suo stile di gioco. Comunque i match si fanno là fuori sul campo. Ma sono contento di come ho giocato oggi, pertanto devo andare avanti così e sostanzialmente ripetere ciò che ho fatto oggi nel prossimo incontro e sono certo che avrò un’ottima possibilità di vittoria.

Penso che lui sia una wild card. Resta un match duro. Una buona opportunità di giungere al terzo turno per te?
Sì, lo è. Forse sulla carta non avrà la classifica di un Gasquet. Ma si devono rispettare gli avversari. La cosa peggiore che si può fare nello sport è sovrastimarsi, andare troppo in là con l’immaginazione e iniziare a guardare a ciò che succede oltre. Assolutamente no, affronta un match alla volta, l’avversario di fronte a te, mantieni i piedi per terra. Se ti distrai sei fregato. Ho sempre fatto così. Si devono sempre rispettare gli avversari. È al secondo turno. C’è un motivo se ci è arrivato: perché sta giocando bene. Non vedo l’ora di affrontarlo.

So che ti sei un po’ risentito su questo argomento l’altro giorno, ma c’è una specie di testa a testa tra te ed Evo (Daniel Evans ndt) in questo torneo, per avere il secondo posto in Coppa Davis?
Credo di sì in termini dell’ultimo…? E non c’è poi tanto tempo. Così credo che dipenda da chi farà meglio in quel momento o avrà più fiducia. Comunque, è una decisione che spetta a Leon (Smith, capitano di coppa davis inglese ndt) in base a come la vede ed a come vede gli incontri. Vedremo cosa succederà. Abbiamo avuto un sacco di spareggi. Negli ultimi anni ed è un bel problema, credo, perché abbiamo fatto ottime cose. Io per ora mi concentro su questo torneo. Ma è una decisione di Leon. Non ho altro da dire. Devo pensare a giocare. I risultati danno un’ottima opportunità di essere scelti. Vedremo, Dan ha avuto un’ottima estate, naturalmente. Ha ottenuto ottimi risultati. Sono convinto che i miei risultati oggi siano di buon auspicio. Staremo a vedere.

Traduzione di Roberto Ferri

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