US Open, uomini: Murray e Kyrgios avanti facile. Khachanov non ferma Nishikori

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US Open, uomini: Murray e Kyrgios avanti facile. Khachanov non ferma Nishikori

Juan Martin Del Potro torna quello del 2009 da metà secondo set in poi, schiantando Steve Johnson. Andy Murray supera agevolmente Marcel Granollers. Nishikori fatica contro Khachanov mentre Thiem vince facile contro Berankis. Dimitrov la spunta alla distanza contro Chardy

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[14] N. Kyrgios b. H. Zeballos 7-5 6-4 6-4   (Raffaello Esposito)

La pioggia ha fatto la sua comparsa a New York e sul GrandStand  l’incontro di secondo turno fra Nick Kyrgios e il mancino Horacio Zeballos e inizia con oltre due ore di ritardo. L’australiano e l’argentino hanno esattamente dieci anni di differenza, non si erano mai incontrati prima d’ora e sono separati da 55 posizioni in classifica, 16 contro 71. Ma la differenza vera è nel braccio. Nick gioca con la consueta incredibile naturalezza, tutto gli esce facile dalle corde quando l’altro invece deve costruire per ogni singolo punto. Il primo set rispecchia bene questa condizione di fondo, Kyrgios spreca in avvio tre palle break, alla battuta è una sentenza ma deve attendere il dodicesimo gioco per aggiudicarsi il primo set. Zeballos paga a caro prezzo due errori banali e quando il suo avversario va a set point chiudendo in lungolinea di dritto un duro scambio non ha la forza di reagire. Stesso andazzo nel secondo parziale, l’argentino è condannato a stare sempre a tavoletta per tenere dietro al gioco veloce e al ritmo forsennato di Nick e non può durare. Stavolta il break arriva nel settimo gioco quando lui si procura la palla decisiva con uno strettissimo cross di rovescio. Un attimo dopo Horacio affossa una elementare volée di rovescio. Il 6-4 giunge facile perché Kyrgios al servizio è intoccabile nonostante un veloce rientro negli spogliatoi forse per un indolenzimento muscolare.  L’australiano non rinuncia ai suoi tipici atteggiamenti, sembra sempre scontento e ad un certo punto getta l’asciugamano sulla telecamera che lo segue ovunque. Il terzo set si squilibra ancor prima, su una spettacolosa risposta incrociata di rovescio che dà a Nick break e vittoria a suon di aces. Avrà Marchenko che ha superato Dzumhur.

[6] K. Nishikori b. K. Khachanov 6-4 4-6 6-4 6-3 (Riccardo Zuliani)

In un Louis Armstrong Stadium umidiccio, con un’ora abbondante di ritardo causa pioggia, Kei Nishikori riesce a superare un ottimo Khachanov in 2 ore e 36 minuti di gioco. 35 vincenti e 36 non forzati per il giapponese che , proprio per non aver giocato un match ineccepibile, fa pensare che il suo prosieguo di torneo non potrà che subire un miglioramento. I due giocatori non si erano mai incontrati in carriera, fatto che non stupisce vista l’attitudine incipiente del russo al circuito maggiore. Tuttavia, la buona prestazione di primo turno con cui Khachanov aveva estromesso dal tabellone il nostro Fabbiano, in abbinata alla performance non sbalorditiva della medaglia di bronzo olimpica Nishikori potevano far sperare in un match se non altro equilibrato. Così, in effetti, è stato e , anzi, si potrebbe quasi dire che pur vincendo Nishikori ad aver impressionato più positivamente sia stato il giovane russo dalle rosee speranze. Il primo parziale, al di là di alcuni buoni scambi sulla diagonale del rovescio, non spicca per colpi vincenti o momenti al cardiopalma. Il primo ad ottenere un break è il russo, salvo poi perderlo immediatamente complici i tanti errori di un dritto piuttosto traballante. Sotto 4-5, Khachanov si appresta a servire e, in modo fin troppo silenzioso, spegne la seconda di servizio decisiva sulla rete e, con essa, anche il set.

I primi giochi del secondo parziale sono piuttosto equilibrati, e si svolgono perlopiù sulla quella diagonale del rovescio che, sorprendentemente, non vede il russo soccombere alle frustate di Nishikori. Si procede spediti sino al 4-4 quando, sul servizio del giapponese, Khachanov estrae dal cilindro quel colpo che se tanto nella storia ha regalato ai grandi campioni quest’oggi non sembrava più di tanto facilitare le sorti del moscovita: il dritto. Un’accelerazione dietro l’altra e il break è servito. Lungi dal cedere psicologicamente come nel primo set, il game al servizio di Khachanov è perfetto, concluso con l’undicesimo ace dell’incontro. Il terzo parziale, a voler contare anche la pausa per pioggia, dura quelle 4 ore: fino al 4-4 equilibrio pressochè perfetto, poi la pioggia interrompe l’incontro per un paio d’ore e, al rientro, Nishikori tenta di recuperare il tempo perduto tenendo agevolmente il proprio servizio ed in un lampo rubandolo all’avversario. Il quarto parziale vede Khachanov ottenere per primo il break, cosa che scuote il giapponese dal torpore che lo aveva avvinto dopo la chiusura del set precedente. Nishikori, infatti, ingrana la marcia più alta dell’incontro e mette in fila due break consecutivi, di fatto un sigillo al match. Al terzo turno se la vedrà con Nicolas Mahut.

[2] A. Murray b. M. Granollers 6-4 6-1 6-4 (Giovanni Vianello)

Successo agevole per Andy Murray su Marcel Granollers nel secondo turno degli US Open. Nel primo parziale, Murray parte bene, opera il break nel secondo gioco dell’incontro e riesce a prevalere grazie al suo forcing da fondo. Si ha quindi un rapido 3-0, che diventa poi 5-2. Granollers sembra impotente di fronte al tergicristallo continuo che lo scozzese gli impone. A questo punto, Murray sembra poter chiudere il set 6-2, ma spreca un set-point e lo spagnolo comincia ad essere più competitivo, con un maggior numero di discese a rete ed anche una più intensa offensività da fondo. Nel nono game, che dura circa dieci minuti, sia Murray che Granollers hanno molte opportunità di portarsi a casa il gioco ed alla fine a spuntarla è l’iberico, che riapre momentaneamente la frazione. Nel decimo gioco, tuttavia, Granollers spreca molto e concede il secondo break, che fa segnare così uno score di 6-4 in favore di Murray. Nel secondo set, dopo due game in cui lo spagnolo riesce ad impensierire lo scozzese, Murray dà sfoggio di tutte le sue qualità, sia difensive che offensive, così lo scozzese incamera un parziale di 5-0 e vince la frazione 6-1. Nel terzo parziale Murray è un po’ più sornione, meno aggressivo in risposta e si limita a tenere agevolmente i propri turni di battuta fino al 4-4, quando lo scozzese accelera i ritmi e si porta a casa il break che gli consente di servire per il match. Nel decimo gioco del terzo set Murray tiene il servizio a 15 e vince così l’intero match. Un Murray buono quello visto oggi, anche se è da rivedere la percentuale di prime di servizio. La palla poco pesante di Granollers, ad ogni modo, poco poteva impensierire Murray. Per lo scozzese, infine, qualche sbavatura a livello di concentrazione a termine del primo set.

[21] I. Karlovic b. D.Young 6-4 7-6 (4) 6-4 (Luca Goffi)

“Moriamo giovani o viviamo per sempre, non abbiamo il potere ma, mai dire mai” sportivamente parlando è una partita da “Forever young” degli Alphaville. A trionfare 6-4 7-6 6-4 è l’eterno Ivo Karlovic, che a 37 anni si trova 23 del ranking, Donald Young invece rischia di rimanere nel limbo delle eterne promesse.
Il ventisettenne, originario dell’Illinois come Gary Coleman, ricorda proprio l’interpretazione di Arnold nella celebre serie tv “Different Strokes”, quando accompagna il proverbiale «che cavolo stai dicendo, Willis?» con un viso da duro poco credibile che inevitabilmente strappa un sorriso allo spettatore. Così l’eterna promessa del tennis a stelle e strisce, ci prova ma lo sguardo inespressivo dell’Iceman croato, fredda l’avversario come Richard Kuklinski e nel terzo gioco, con un gran dritto effettua il primo allungo.
Lo statunitense, spinto dal patriottismo dei suoi connazionali, seppur rimanendo in partita, ricorda loro che il 4 luglio è ormai lontano. Così i servizi barbarici del 37enne di Zagabria rievocano negli effetti Attila e, dove passano loro, estirpano l’erba dal prato delle speranze dello statunitense che nell’ottavo game, dopo aver assistito inerme all’annullamento di due palle del controbreak, si inchina 6-4.
Il secondo parziale tesse le lodi all’apatia: soltanto due palle break per il 21 del seeding, nel terzo e nell’undicesimo gioco, cadute con la naturalezza delle foglie in autunno. L’equilibrio prosegue fino al nono punto del tiebreak quando il gigante strappa un minibreak e con la sua palla da demolizione, prevale 7-4.
Nel terzo parziale, lo statunitense mostra uno spirito caritatevole da autentico missionario, non sfruttando due palle break nel primo game ed altre due nel quinto. Sotto 5-4 subisce l’attacco ed al primo matchpoint Karlovic è devastante e fa del ventisettenne una Perl Harbour.

[8] D. Thiem b. R. Berankis 6-4 6-3 6-2  (Gabriele Ferrara)

Buona prestazione di Dominic Thiem, che supera facilmente Ricardas Berankis e che per il terzo anno consecutivo si qualifica per il terzo turno degli US Open, dove affronterà Tipsarevic o Carreno Busta.
La partita all’inizio è molto equilibrata, con entrambi i tennisti che cercano di fare gioco da fondocampo, senza però mai raccogliere nulla a rete – soprattutto Berankis nei pressi del net appare sempre molto in difficoltà anche quando riesce a vincere un punto. Dopo la lunga interruzione per pioggia, sul 4 pari, il lituano commette due doppi falli ed un gratuito di rovescio che, uniti ad un dritto vincente del numero 10 del mondo, regalano il break a quest’ultimo, che poco dopo archivia il primo set per 6-4.
Nella seconda frazione di gioco, sull’1 pari, il numero 89 del mondo commette due gratuiti di rovescio che, oltre alle croniche carenze nel gioco di volo, gli costano un altro break. Adesso il giocatore di Wiener Neustadt serve estremamente bene, utilizzando sia la soluzione piatta sia quella in kick, comandando poi molto bene il gioco con il dritto. Nel nono game il lituano continua a sbagliare tantissimo con il dritto – il fondamentale meno sicuro nel repertorio di Berankis, soprattutto quando deve fronteggiare palle senza peso – con Thiem che si aggiudica così anche il secondo parziale. Nel terzo, “Dominator” continua a dominare gli scambi da fondocampo e sull’1-0 strappa un’altra volta il servizio al rivale, scappando poi sul 3-0. L’austriaco, aiutato dal gioco piatto e poco potente dell’avversario che lo mette in palla e che non gli crea problemi di alcun tipo, appare decisamente centrato e, nonostante qualche incertezza nel settimo gioco lo porti 15-40, non si distrae, approfitta degli errori in risposta del lituano e chiude l’incontro con il punteggio di 6-4 6-3 6-2 in un’ora e cinquantasei minuti di gioco.

Risultati:

[WC] J.M. Del Potro b. [19] S. Johnson 7-6(5) 6-3 6-2
[2] A. Murray
 b. M. Granollers 6-4 6-1 6-4
P. Lorenzi b. [30] G. Simon 3-6 6-2 6-2 6-7(1) 7-6(3)
[22] G. Dimitrov b. J. Chardy 4-6 6-4 3-6 6-4 6-2
J. Sousa b. [16] F. Lopez 6-2 6-4 1-6 7-5
J. Donaldson b. V. Troicki 7-5 6-3 6-3
[21] I. Karlovic b. D. Young 6-4 7-6(4) 6-4
N. Mahut b. P-H. Mathieu 6-4 6-4 6-2
[6] K. Nishikori b. K. Khachanov 6-4 4-4 6-4 6-3
[3] S. Wawrinka b. A. Giannessi 6-1 7-6(4) 7-5
D. Evans b. [27] A. Zverev 6-4 6-4 5-7 6-2
I. Marchenko b. D. Dzumhur 6-2 6-4 6-3
[14] N. Kyrgios b. H. Zeballos 7-5 6-4 6-4
[11] D. Ferrer b. F. Fognini 6-0 4-6 5-7 6-1 6-4
P. Carreno-Busta b. J. Tipsarevic 3-6 4-6 6-1 6-4 6-4
[8] D. Thiem b. R. Berankis 6-4 6-3 6-2

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