US Open, uomini: out Kyrgios menomato, Wawrinka salva un matchpoint! Del Potro passa in 3, Nishikori in 4

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US Open, uomini: out Kyrgios menomato, Wawrinka salva un matchpoint! Del Potro passa in 3, Nishikori in 4

Stan Wawrinka resiste ad uno splendido Daniel Evans, Juan Martin del Potro si conferma. Sfiderà Dominic Thiem, che si fa il regalo di compleanno rimontando Carreno Busta. Kei Nishikori demolisce Mahut dopo un avvio lento. Kyrgios si ritira sotto 1-2 contro Marchenko

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I. Marchenko b. [14] N. Kyrgios 4-6 6-4 6-1 rit. (da New York, Ruggero Canevazzi)

Illya Marchenko raggiunge gli ottavi di finale dello US Open dopo il ritiro di Nick Kyrgios per problemi fisici alla fine del terzo set, sul punteggio di 2 set a 1 per l’ucraino. Un vero peccato non solo per i tifosi dell’australiano, ma per tutti quelli che hanno assistito a quasi due ore di un match stupendo e intensissimo, con colpi di potenza e talento da parte di entrambi.

Ultimo incontro del primo sabato del torneo sull’Arthur Ashe, nessun precedente tra l’australiano e l’ucraino, con il primo naturale favorito. Nick è arrivato sin qui dopo aver battuto in tre set prima Bedene e poi Zeballos, mentre Illya ha avuto la meglio del croato Dodig e del talentuoso bosniaco Dzumhur, lasciando per strada un solo set contro il primo. L’ucraino viene dalla grande occasione persa al primo turno delle Olimpiadi di Rio, quando perse da Andreas Seppi un match quasi vinto, ma in questo torneo ha fatto molto bene. Alle 21:25 di New York, il match ha inizio. È il sabato sera che precede il Labour Day, il venticello fresco che accarezza l’Arthur Ashe rende l’atmosfera, già elettrica come sempre con il consueto gioco di musica e luci al led, ancora più frizzante. Il primo gioco della partita è favoloso. 16 punti in 8 minuti di grande tennis, tra poderosi recuperi dal fondo di Marchenko e il repertorio del miglior Kyrgios: potenza dal fondo, un pregevole lungo linea di rovescio e anche una gran stop-volley di dritto. La testa calda di Canberra strappa poi il servizio all’avversario ed evita l’immediato contro break con tre ace e un dritto vincente incrociato. Sul 3-0 la prima pausa è l’occasione per inquadrare sui maxischermi la leggenda Rod Laver, che in forma e sorridente come al solito risponde al boato del pubblico. L’ucraino è poi molto bravo ad annullare altre due palle break sul 15-40 che avrebbero proiettato la testa di serie n.14 sul 4-0 pesante. Si arriva così al 4-1 con Kyrgios che ha già messo a segno 6 ace in 3 turni di battuta. Si deve trattare però di un ruolino di marcia deludente per lui, che due game più tardi fa 5-2 con 4 ace, di cui l’ultimo sparato a 219 km/h. A questo punto, il n.65 ATP prima tiene con gran sicurezza il servizio e poi con una successione di colpi potentissimi, specie col dritto, costringe l’avversario a tre errori consecutivi che gli costano il contro break. Così alto e potente, nella sua maglia rossa e con quelle bordate che sembrano montanti di un peso massimo, I’ex llya ricorda l’Ivan Drago di Rocky IV, ma dall’altra parte della rete lo Stallone australiano è il vero protagonista dell’incontro dei massimi in scena al Madison Square Garden del tennis newyorkese. Sul 5-4 e servizio Marchenko, tre vincenti di dritti e uno di rovescio deliziano il pubblico e chiudono un primo set di altissimo livello.

Tra primo e secondo set, l’attento collega Ferruccio Roberti – che non dovendo farne la cronaca si gode il match da privilegiato spettatore non pagante – mi fa notare che seduto 9 posti alla nostra sinistra si sta godendo lo spettacolo Lucas Puoille, impegnato domani nel durissimo ottavo di finale contro Rafa Nadal. Nel secondo set, sul 2 pari 30 pari, Marchenko ha da poco giocato un lob al bacio ma arriva il punto del torneo: chiamato a rete, l’ucraino gioca una favolosa volèe incrociata di rovescio strettissima, il punto sembra fatto (e varrebbe una palla break a Illya), ma Kyrgios si tuffa in avanti e gioca una volèe inumana di rovescio praticamente da terra. L’Arthur Ashe si alza i piedi, urla e applausi durano almeno 30 secondi e non sono per nulla troppi. Il match segue i servizi fino al 4 pari (la battuta domina: è dal quarto game del primo set che non si arriva ai vantaggi), quando il n.16 del mondo accusa un passaggio a vuoto e sul 15-40 manda l’avversario a servire per il set con una pessima palla corta che si spegne in rete. Dopo 1 ora e 19 minuti il set-point di Marchenko è accompagnato dal boato del pubblico, che desidera ardentemente il proseguimento di un match così bello. La risposta lunga di Kyrgios li accontenta. L’australiano ha giocato alla grande, ma è bastato distrarsi un game per perdere un set in cui l’avversario ha realizzato 31 vincenti a fronte di soli 7 gratuiti.

Nel terzo set lo spettacolo e i grandi colpi continuano, non la continuità di Kyrgios, che cede il servizio nel terzo game perché ha difficoltà a piegarsi sulle palle basse, preferendo forzare i colpi quando non è necessario. Sul 3-1 Marchenko, l’australiano subisce il secondo break consecutivo, trascinandosi a fatica sulla sedia e consultandosi col fisioterapista, senza però richiedere il MTO (medical time out). Due game più tardi l’ucraino fa suo il set con Nick sempre più immobile, al punto che dopo tre parole col fisioterapista decide di ritirarsi, tra la delusione del pubblico.

Agli ottavi, Marchenko sfiderà Stan Wawrinka, che ha vinto quest’anno a Indian Wells l’unico precedente tra i due.

[3] S. Wawrinka b. D. Evans 4-6 6-3 6-7(6) 7-6(8) 6-2 (Raffaello Esposito)

È stato bellissimo. Si disputavano oggi gli incontri di terzo turno relativi alla parte bassa del tabellone. Sul Louis Armstrong, indimenticato teatro di mille battaglie dedicato all’immortale Satchmo, e Stan Wawrinka è stato quasi demolito dal gioco classico e completo dell’inglese Daniel Evans. Il ventiseienne di Birmingham è un lottatore e ha reso eccezionale il suo ottimo torneo, impreziosito dallo scalpo di Zverev, con una prestazione fantastica. Com’è suo costume in principio lo svizzero è apparso pigro e deconcentrato, mentre Daniel copriva il campo come un leprotto e giocava in modo tatticamente ineccepibile. Questo atteggiamento è costato a Stan il primo set, perso 6-4 dopo aver avuto per primo due palle break nel sesto gioco. Gli capita sovente, del resto ha vinto così anche il Roland Garros 2015. In avvio di secondo era sempre Evans a gestire meglio scelte e traiettorie. Inoltre i suoi piedi sembravano calzare gli stivali delle sette leghe, tre recuperi assurdi consecutivi nel corso del quinto gioco hanno fatto spellare le mani agli spettatori. Stan però è in grado di accendersi in un istante e a partire dal tre pari concede zero punti in battuta, il rovescio riacquista peso e sicurezza. Durante il cambio campo del settimo gioco Wawrinka si fa fasciare stretta la caviglia sinistra, distorta in una caduta precedente, si rialza e guadagna il break che pareggia i conti. È Evans ad aprire al servizio il terzo set, appare al limite e deve subito annullare tre vantaggi esterni. Lo svizzero invece guadagna punti veloci e gioca un buon metro avanti. Mai impressione fu più sbagliata. Dopo la difficoltà iniziale l’inglese prende a colpire divinamente, sfida il rovescio di Stan, regge senza rimanere bruciato e alla fine lo neutralizza. Fu il grande Bill Tilden a descrivere questa tattica estrema in “Match play and the spin of the ball” del 1925. Da metà set Daniel rimanda tutto, regge il ritmo dello scambio e non disdegna la rete quando necessario.

Con un ammirevole gioco a tutto campo d’altri tempi inchioda il punteggio sulla parità fino a sgretolare le sottili certezze dell’avversario. Wawrinka gioca tre punti da assoluto campione, fra cui un ace di seconda, per salvare una palla set già nel decimo gioco e salvarsi ma al tie break crolla. Sbaglia tre rovesci nei primi cinque punti, salva ancora tre set point, uno con un vincente sulla riga ma poco dopo il nastro gli spinge out un dritto che dà il set al rivale. Oggettivamente Stan non è al meglio fisicamente e regala molto ma l’altro non gli consente punti di riferimento e prende a fargli male con ottimi attacchi in controtempo. Il quarto parziale si apre con un’atmosfera bollente e due break in successione. Altre occasioni non vengono concretizzate dai due contendenti nel settimo e ottavo gioco ed è ancora Wawrinka a dover salvare la più importante con il servizio nell’undicesimo. La terza testa di serie trema ad inizio tie break e ne ha ben donde. Evans non conosce la paura, piazza un dritto piatto incrociato per il 2-1 poi gli errori di Stan lo portano sul 5-4 con due servizi a disposizione. Commette un doppio fallo che sarà decisivo sul primo e va a match point sul secondo ma adesso è una lotta punto a punto. Lo svizzero salva la partita con un attacco a rete chiuso da una volée incrociata di dritto, mette un pazzo ace di seconda e quando il dritto di Daniel esce largo e gli consegna il set si indica la tempia come ai tempi belli. L’inglese sa che il treno è passato, lotta ancora ma perde subito due servizi, l’ultimo con un doppio fallo, ne recupera uno d’astuzia ma il sogno finisce all’alba delle quattro ore di gioco. È stato bellissimo, come l’abbraccio e i sorrisi a rete.

[WC] J.M. del Potro b. [11] D. Ferrer 7-6(3) 6-2 6-3 (da New York, Ferruccio Roberti)

Il decimo confronto diretto tra del Potro e Ferrer funge da ulteriore vidimazione per la ritrovata competitività dell’ ex numero 4 del mondo anche nei tornei dello Slam, nonostante la difficoltà aggiuntiva per un lungo convalescente della distanza dei tre set su cinque. Si gioca su un Louis Armstrong per la prima volta gremito in ogni ordine di posto, in una giornata allietata da una fresca e leggera brezza che rende le condizioni di gioco perfette per far esprimere al meglio i giocatori. Il pubblico è quasi tutto dalla parte del campione argentino, non solo perché trascinato dalla sempre calda rappresentanza sudamericana, ma perché la storia di del Potro giustamente affascina il pubblico americano. I due anni di infortunio lo relegano ad un ingiusto numero 142 in classifica ma il suo gioco è già da top ten, come testimoniano la finale alle Olimpiadi di Rio e, qui a New York, le vittorie senza perdere un set contro il connazionale Schwartzman (67 ATP) ed il numero 1 americano Steve Johnson (22). Contro Ferrer i precedenti erano a lui sfavorevoli (il valenciano aveva vinto sei dei nove precedenti, ma erano 3-3 sul cemento all’aperto).

Ferrer aveva giocato nella notte newyorkese di giovedì una battaglia di più di tre ore contro Fognini, e sembra risentirne e parte peggio dai blocchi, andando subito sul 2-0. Una serie di errori dell’argentino ed un suo grande rendimento gli regala però inaspettatamente il 5-2. Nel momento di servire per il set sul 5-3 però, Ferru si incarta, regalando un doppio fallo e due errori di rovescio. Sul 5-5 il valenciano salva due palle break e si arriva all’epilogo più giusto per l’equilibrio si è visto: il tie- break. Il gioco decisivo è dominato dall’argentino in un tripudio di servizi vincenti e dritti imprendibili, che mostrano come del Potro in questi due fondamentali abbia ritrovato il rendimento di un tempo. In pratica, dopo 66 minuti la partita è finita: anche un lottatore indomito come Ferrer sembra pensare di non avere armi per fermare lo strapotere fisico e tecnico dell’avversario, che molte volte lo fulmina con risposte di dritto che mandano in visibilio il pubblico: nei successivi due parziali solo una volta si andrà ai vantaggi quando serve l’argentino. Nel secondo set è decisivo il settimo gioco, nel quale Ferrer regala un doppio fallo ed un errore di rovescio all’avversario, che si guadagna la pagnotta con un dritto ed un bel rovescio vincenti. Del Potro si trova sul 2 set a 0 dopo 1 ora e 42 minuti: la partita è virtualmente finita, ma il valenciano salva l’onore dando tutto quel che può. Sul cambio campo del settimo gioco, il pubblico decide che è ora di vincere l’incontro e fa partire un caldissimo e coinvolgente “ Ole del Potro olè”: il numero 142 ATP decide di accontentare la folla che lo sostiene così caldamente e con un game fantastico, nel quale esibisce tutto il suo talento, brekka il valenciano e va a servire per il match, che chiuderà due minuti dopo per guadagnare l’ accesso negli ottavi contro Thiem, da lui già battuto a maggio sulla terra di Madrid.

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