US Open, semifinali: verso la resa dei conti Williams-Kerber? "Caro" e "Karo" permettendo...

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US Open, semifinali: verso la resa dei conti Williams-Kerber? “Caro” e “Karo” permettendo…

Le semifinali degli US Open femminili vedono due chiare favorite e due outsider in stato di grazia, Caroline Wozniacki e Karolina Pliskova. Serena ha bisogno della finale per mantenere la n.1, ma Kerber sente odore di primato

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Si tratterebbe della terza sfida del 2016, e per la terza volta si svolgerebbe in occasione di una finale Slam. Williams-Kerber quest’anno ha assegnato due Major, uno per parte, e diventerebbe in quel di Flushing Meadows sfida dirimente per decretare la regina della stagione che volge al termine.

Facciamo però un passo indietro perché le semifinali devono ancora disputarsi e di mezzo ci sono Caroline Wozniacki e Karolina Pliskova, dal nome quasi gemello ma dal tennis affatto simile. Il caso ha voluto assegnarle alle avversarie con le quali condividono l’idea di gioco, evitando quindi il confronto di stili che in ogni caso avremo modo di ammirare in finale: Wozniacki sfiderà Kerber in una contesa allo specchio tra tenniste che amano assorbire l’iniziativa altrui, mentre la debordante Pliskova dell’ultimo mese proverà a sovvertire il pronostico contro Serena Williams.

Difficile capire chi rischia di più tra le due favorite del seeding. Serena ha smarrito un set per strada, contro una combattiva Simona Halep nel quarto di finale disputato ieri, ma per il resto ha messo in mostra il solito tennis dominante e una condizione fisica parsa quasi sorprendente al termine della stagione. Angelique Kerber (come spesso accade) è stata meno appariscente ma di rischi non ne ha mai corsi, oltre ad aver completato un percorso netto senza set persi (anche se contro la nostra Roberta Vinci ci è andata molto vicina).

E le sfidanti? Wozniacki è improvvisamente rinata sul cemento americano. Dopo aver rischiato al primo turno contro la qualificata Townsend non solo ha vinto sempre in due parziali, comprese le sfide che sembravano proibitive contro Kuznetsova e Keys, ma non ha mai concesso più di quattro game in un set. E contro Sevastova è stata addirittura perfetta. Caroline è atterrata a New York da numero 74 del ranking e ripartirà da top 30, un exploit davvero difficile da pronosticare alla vigilia. Specie dopo la delusione dell’esclusione olimpica che sembrava averla condotta a un passo dal ritiro.

Karolina Pliskova invece è reduce dal trionfo di Cincinnati ed è quindi imbattuta da dieci partite. La semifinale della tennista ceca non sorprende alla luce del livello di tennis espresso negli ultimi due tornei, parso anche più alto di quello che la scorsa stagione l’aveva introdotta in top ten. Grazie a questo risultato Karolina rientrerà infatti tra le prime dieci del mondo. Limitandoci però al percorso newyorchese l’unico vero ostacolo si è materializzato nella forma di Venus Williams, indomita lottatrice che ha reso l’ottavo di finale contro Pliskova una delle partite più avvincenti del torneo.

Cosa aspettarci dal campo, quindi. Tra Williams e Pliskova c’è un unico precedente datato 2014, che sorrise alla statunitense. La ceca ha sicuramente la potenza, il coraggio e la fiducia necessari per indurre Serena a pensare di poter perdere. La pur straordinaria campionessa in questo 2016 ha dimostrato di essere fallibile e – dato ancora più rilevante – ha colto tre sconfitte contro Muguruza, Kuznetsova e Azarenka, giocatrici che fanno della spinta progressiva da fondocampo un’arma decisiva. La sensazione è che oggi tirare forte contro Serena, ovviamente con la premessa di riuscire a farlo per tutta la partita, non sia così controproducente come un anno fa. Karolina senz’altro ci proverà perché il suo tennis si basa su questo e non può pensare di modificare strategia alla vigilia di una sfida così importante.

Pare invece più difficile, forse paradossalmente considerati i valori in campo, il compito della danese. Due giocatrici dall’estrazione tennistica (e forse dal talento) accomunabile che però vivono fasi della carriera diametralmente opposte. Kerber in questa stagione ha fatto il salto di qualità da troppo tempo rimandato e punta ormai al primato nel ranking, le certezze di Wozniacki poggiano invece soltanto sulle fragili basi costituite da queste cinque vittorie a Flushing Meadows. Basteranno il rinnovato entusiasmo e i ricordi di una carriera vissuta a ben altre latitudini, lei che il gradino più alto della classifica l’aveva anche raggiunto nel 2010? Tatticamente, forse, valgono di più il servizio mancino di Angelique e la maggiore propensione alla lotta.

 

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