Kerber, dopo il trono, la corona! Secondo titolo Slam, battuta un'ottima Pliskova

US Open

Kerber, dopo il trono, la corona! Secondo titolo Slam, battuta un’ottima Pliskova

Angelique Kerber festeggia al meglio il numero 1 del ranking WTA: battuta Karolina Pliskova in tre set per conquistare il secondo alloro Major in carriera. La tedesca era sotto di un break nel parziale decisivo

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[2] A. Kerber b. [10] Ka. Pliskova 6-3 4-6 6-4 (da New York, il nostro inviato Vanni Gibertini)

Stats Kerber-Pliskova

Non c’era Serena Williams in campo, agli americani non sarà piaciuto, ma la finale femminile di questo US Open 2016 è stata ugualmente avvincente e divertente. In 2 ore e 7 minuti giocati in un clima da sauna, Angelique Kerber ha sugellato la sua consacrazione a n.1 della classifica mondiale con il suo secondo Slam della stagione (cui si aggiunge la finale di Wimbledon). Non ci sono dubbi ora, la più brava del reame WTA è lei.

Karolina Pliskova, all’esordio nella seconda settimana di uno slam, dopo l’exploit di Cincinnati ha dato battaglia fino in fondo, ma purtroppo ha commesso troppi errori in momenti chiave, e soprattutto è mancata del tutto nella volata finale, quando ha ceduto otto punti su otto nei due game finali.

L’inesperienza nelle finali di Slam si paga, e si paga in punti. Karolina Pliskova inizia la partita molto tesa, esordisce con un doppio fallo, sul 15-30 mette in corridoio una volée di diritto facilissima nella quale l’avambraccio le si paralizza, e poi cede l’ultimo punto con un curioso errore su uno slice di diritto che tenta di rimediare ad una corda rotta. Rotta dopo cinque punti.
È l’unico break del set, nonostante le tre palle del controbreak fronteggiate da Kerber, una nel secondo game (annullata da un diritto vincente) e due al quarto game (cancellate da un diritto in rete di Pliskova e da un servizio vincente della tedesca). A Poco a poco Pliskova si scioglie lascia andare con più tranquillità la testa della racchetta ed inizia a fare il suo gioco, che è anche orientato verso la rete, nonostante le sue volée non proprio impeccabbili. Vuole infatti, la ceca, evitare di entrare in quei lunghi scambi in corsa da fondo campo che sono terreno prediletto della neo n.1 del mondo. Gli errori non forzati però iniziano ad arrivare a frotte: sono 17 i suoi, a fronte dei soli 3 della Kerber, e non bastano i 15 vincenti (contro 8 dell’avversaria) a far pendere l’ago della bilancia dalla parte ceca. Il primo set si chiude quindi in 40 minuti con il punteggio di 6-3 (dopo un secondo break nell’ultimo game) anche se con uno scarto minimo di 6 punti (34-28).

Nel secondo set Pliskova è molto brava a fermare una frana che avrebbe potuto travolgerla quando nel secondo game il suo doppio fallo n. 3 facilita la rimonta di Kerber da 40-0 a 40-40. Un break in quella situazione avrebbe probabilmente dato via libera alla vittoria della tedesca, ma la Pliskova non si fa prendere dal panico e con due bei servizi tiene la battuta ed impatta sull’1-1.
Una palla break per lei se ne va con un errore di rovescio nel terzo game, ma il pallino del gioco è ora più chiaramente nelle mani della Pliskova, che riesce con maggiore continuità a tirare i suoi colpi ma senza sbagliare così tanto. Si procede senza scossoni fino al settimo game quando la Kerber cede la battuta da 30-0, subendo l’ultimo punto su uno schema palla corta e pallonetto al volo che accende il pubblico dell’Arthur Ashe, finalmente refrigerato da una leggera brezza che mitiga un po’ l’enorme calura che da un paio di giorni sta attanagliando la grande mela.
La Kerber è ora più nervosa, sbaglia qualcosa in più ma soprattutto non sposta più come nel primo set la sua avversaria, che così riesce a menare i suoi fendenti. Il servizio l’aiuta quando sul 5-4 deve servire per chiudere il set, e dopo 1 ora e 27 di gioco c’è bisogno del set decisivo per decidere la vincitrice degli US Open e dei 3,5 milioni di dollari del primo premio.

La prima che prova ad allungare è Karolina Pliskova, che nel terzo game vince tutti gli scambi prolungati, su procura due palle break e strappa il servizio all’avversaria. Dopo aver consolidato con grande tranquillità per il 3-1, forse la ceca si rende conto di essere a pochi passi da un’enorme impresa ed il braccino inizia a tremare: sul 3-2 quattro errori gratuiti le costano il controbreak. Kerber ha sicuramente più esperienza in questo tipo di incontri, e con l’aiuto del servizio e di un diritto lungolinea in corsa che inchioda le righe nell’angolo destro di Pliskova rimonta un game da 0-30 e passa a condurre 4-3.
La campionessa dell’Australian Open non sembra riuscire più a disegnare quegli scambi pieni di angoli che metterebbero in risalto la debolezza di Pliskova negli spostamenti; invece la ceca riesce spesso e volentieri a piazzarsi e tirare. Ed anche a sbagliare, perché certamente è più nervosa della sua avversaria e, come fa notare Pam Shriver della ESPN da bordo campo, decisamente più stanca. Con qualche patema di troppo tiene la battuta per il 4-4, poi però, nel momento della verità, gli otto “quindici” successivi sono tutti per Angelique Kerber (quattro dei quali regalati da gratuiti piuttosto gravi di Pliskova), che sdraiata sull’Arthur Ashe, può celebrare il suo secondo titolo del Grande Slam di questo magico 2016.
in aggiornamento

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