Coppa Davis 2017: l'Italia pesca l'Argentina e spera nella vendetta

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Coppa Davis 2017: l’Italia pesca l’Argentina e spera nella vendetta

Sorteggiati gli accoppiamenti del primo turno della Coppa Davis 2017: ad attenderci sarà di nuovo l’Argentina di del Potro, che ci ha eliminato ai quarti di finale nell’edizione 2016 e si giocherà il titolo a novembre. Trasferta durissima o vendetta?

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Li avevamo lasciati a Pesaro pochi mesi fa, gli argentini, che cantavano forti del successo sui nostri portacolori. Una vittoria che ha scaldato loro le gomme per mettere la freccia anche sulla Gran Bretagna, nell’incredibile semifinale vinta da mezzo del Potro e un eroico Leo Mayer sui fratelli Murray, che potranno godersi l’ultimo atto soltanto alla TV mentre ammirano l’insalatiera vinta lo scorso anno. L’Albiceleste si giocherà il titolo Davis in novembre, contro la Croazia, che prima dei sudamericani dovrà sconfiggere Spider Man e i suoi colleghiNeanche il tempo per loro di pensare alla finale, né per noi di rimuginare su quanto un superbo Fognini non sia bastato a luglio: il sorteggio del primo turno di Coppa Davis 2017 ci e li ha messi nuovamente di fronte, stavolta con il fattore campo a loro disposizione. I biancocelesti, contro i quali abbiamo giocato 3 volte ed ha sempre vinto la nazione ospite (noi in Argentina nel 2014, i sudamericani a Roma nel 1983, addirittura 5-0 al Foro Italico nell’ultima presenza di Panatta nella manifestazione), si confermeranno ancora una volta avversari quanto mai ostici, presumendo un del Potro al massimo della forma. Guido Pella e Leo Mayer hanno dimostrato di poter fornire un supporto più che discreto al campione US Open 2009, con il secondo che ha letteralmente agganciato e trainato il suo team al successo contro Evans nel rubber decisivo della semifinale a Glasgow, la settimana scorsa.

Corrado Barazzutti, che si è detto disponibile alla conferma come capitano, dovrà quindi organizzare al meglio la trasferta, che si terrà dal 3 al 5 febbraio (nel weekend successivo alla finale degli Australian Open). I nomi tra cui scegliere sono i soliti, per quanto quello di Andreas Seppi appaia un tantino più opaco ultimamente, forse complice una nuova e più coinvolgente realtà personale. Una buona risposta potrebbe invece darla Paolo Lorenzi, che in questo 2016 ha colto il suo primo alloro ATP, a Kitzbuhel, e nonostante anni e chilometri continua a regalare prestazione di cuore e abnegazione. Tutt’altro che sbagliato pensare che l’Argentina possa scegliere la terra rossa come superficie di gioco, cosa che potrebbe spingere ancora di più verso il senese l’ago della bussola. Fabio Fognini a luglio ha ampiamente fatto sfoggio di quanto tenga alla maglia azzurra e quanto gli ambienti gladiatorii di cui la Davis è palcoscenico gli siano congeniali: delle solite remore sul suo comportamento, su quanto il matrimonio con la Pennetta possa servirgli o meno, non è il caso di discutere qui. La passione per il proprio paese e per la causa è evidente, e ultimamente il campo ha parlato. Lo snodo importante sarà come spesso capita quello del doppio, ma gennaio era stato annunciato come il mese del rientro di Simone Bolelli, dopo i guai fisici e l’operazione al ginocchio che lo ha costretto a rinunciare a metà 2016. L’affiatamento con Fognini, testimoniato dalle belle prestazioni in carriera e il trionfo agli Australian Open 2015, potrebbe essere il fattore su cui poggiare l’intera sfida, anche considerando che gli argentini non hanno coppie troppo titolate, né chissà quanto rodate nel circuito. La sede dell’incontro è ovviamente ancora da definirsi, la certezza è il grosso peso che il tifo argentino ha da sempre nelle manifestazioni sportive: il boato udito a Glasgow sull’ace con cui del Potro ha chiuso l’epica contesa contro Murray la dice lunga su quanto lo sport, e questa competizione in particolare, siano sentiti e sofferti in quella terra.

Gli altri incontri:

La Germania ospiterà il Belgio, finalista da favola nell’edizione 2015: i padroni di casa, con Mayer e Kohlschreiber ormai appannati, potranno testare nuovamente le abilità di Sascha Zverev, che all’esordio aveva impensierito addirittura Berdych a domicilio. Per i fiamminghi, David Goffin sembra essere l’unica arma di peso, sebbene il finale di stagione non stia confermando le aspettative che un avvio stellare di 2016 avevano giustificato. La Repubblica Ceca di Tomas Berdych volerà in Australia: i padroni di casa saranno dunque nuovamente alle prese con il dilemma dei bad boys Tomic e Kyrgios. Se l’originario greco ha comunicato di non essere esattamente l’atleta modello, né di nutrire una passione smodata per il proprio sport, nemmeno Bernie si è mai dimostrato un tipo tranquillo (né lo è sempre stato il mitico Lleyton Hewitt, sulla panchina Aussie da svariati mesi ormai, ma lì era un’altra classe), tanto da scambiare svariate accuse proprio con il connazionale. I cechi dovranno invece cercare un valido gregario per il loro alfiere di punta: se l’eterno Radek Stepanek non dovesse farsi vivo, Lukas Rosol potrebbe essere la solita valida alternativa, se si aggiunge che l’erba potrebbe essere la superficie scelta dagli avversari. E tutti si ricordano sull’erba, nel 2012 a Londra, chi eliminò chi. Giappone-Francia sarà uno degli appuntamenti più caldi, con il povero e solo Nishikori chiamato a difendere i propri colori con i sempre più instabili Blues: di poche ore fa la notizia di una nuova pace tra Monfils e Noah, ma difficilmente non si verificheranno altri sviluppi da qui a febbraio. Sembra invece già scritto l’esito della sfida tra Usa e Svizzera, difficile ipotizzare infatti che Federer e Wawrinka tornino a giocare nella manifestazione messa in bacheca 2 anni fa. Senza le due punte di diamante elvetiche, i padroni di casa americani avranno vita facile.

La Croazia, che spera di ripresentarsi con la coppa in mano ai nastri di partenza del prossimo anno, oltre che con Cilic al top e un Coric magari un po’ più maturo, ospiterà la rientrante Spagna: gli iberici hanno superato l’India e l’umidità, con un insolito schieramento che ha visto Nadal impegnato soltanto in doppio, per tornare tra i grandi e provare a riportare su suolo amico quel trofeo vinto ben cinque volte dal 2000 in avanti. Tornerà anche la Russia, che poggerà le proprie speranze sul focoso talento di Andrey Rublev, nell’ultima stagione dimostratosi ancora acerbo per il circuito vero. L’alternativa potrebbe essere Karen Kachanov, che in sordina sta invece rafforzando le ossa con buoni risultati. Ad ospitare i neopromossi sarà la Serbia, con il solito alone di mistero sulla partecipazione di Novak Djokovic. Inutile dire che molto dipenderà dalle prestazioni del numero uno del mondo agli Australian Open. Chiude l’elenco Canada-Gran Bretagna: dopo la cocente sconfitta in semi quest’anno, i fratelli Murray andranno a trovare Raonic (o quello che ne sarà di lui, dopo la preoccupante situazione fisica vista a New York) per provare un nuovo exploit dopo quello della scorsa stagione. Se Andy dovesse essere quello visto nel 2015, potrebbe non essere impossibile.

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