Zverev, la prima da pro' Wawrinka lo applaude (Cocchi), Basta con i maestrini da retorica sportiva: gufare Murray è giusto (Scanzi)

Rassegna stampa

Zverev, la prima da pro’ Wawrinka lo applaude (Cocchi), Basta con i maestrini da retorica sportiva: gufare Murray è giusto (Scanzi)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Zverev, la prima da pro’ Wawrinka lo applaude

 

Federica Cocchi, la gazzetta dello sport del 26.09.2016

 

La prima volta di Sasha Zverev è contro il fresco campione US Open Stan Wawrinka ed è anche il primo successo da professionista di un teenager da quando Marin Cilic nel 2008 conquistò New Haven. La prima vittoria da professionista di Alexander arriva a San Pietroburgo, in Russia, patria di papà: «Non potrebbe esserci un luogo migliore per festeggiare il primo successo — ha detto un emozionato Zverev, che era già arrivato due volte in finale questa stagione, ad Halle e Nizza, battuto da Meyer e Thiem —, sono molto orgoglioso di questo trofeo». Riceve gli applausi anche da parte dello sconfitto Stanimal, che lo incorona: «Hai giocato un grande match – gli ha reso merito l’avversario – , congratulazioni, sei il futuro del tennis e sei già ad un livello altissimo». A Metz arriva la prima volta anche per il francese Lucas Pouille che ha battuto Dominic Thiem in tre set. OK VINCI Con un doppio 6-3 ha mandato a casa al lla campionessa olimpica Monica Puig: ottimo inizio a Wuhan per Roberta Vinci che da qualche mese deve sopportare una infiammazione al tendine d’Achille sinistro.

 

Basta con i maestrini da retorica sportiva: gufare Murray è giusto

 

Andrea Scanzi, il fatto quotidiano del 26.09.2016

 

Tifare contro è qualcosa di rilassante, liberatorio e divertente E una cosa innocua clic non fa male a nessuno. Specialmente contro il Maligno scozzese Pessimo stile E un pallettaro gigantesco, una sorta di Wilander belluino: riprende tutto e sfianca l’avversario. Non fidatevi dei maestrini della retorica, che vi ripetono da sempre come “tifare contro” sia una brutta cosa. Macché: è qualcosa di rilassante, liberatorio e divertente. Per giunta è una cosa innocua che non fa male a nessuno: quindi gufate, smodatamente e in libertà. Anche nel calcio: chi scrive è milanista, ma capisco benissimo che gioisce quando il Milan perde. Funziona così e va bene così. Negli ultimi anni il Maligno sportivo si è palesato appieno nel tennis e risponde al nome di Andy Murray. Ogni epoca ha i suoi cattivi: negli Anni Ottanta tale ruolo era incarnato dal mefistofelico Ivan Lendl, chiaramente vomitato da qualche inferno e orrendamente aduso a spulciarsi le ciglia con le dita, tipo ominide di Neanderthal. Lendl è ora allenatore (part time) di Murray e non potrebbe essere altrimenti: chi si somiglia, si piglia. A inizio carriera Murray non pareva così antipatico: si reggeva a fatica in piedi, a volte dava addirittura di stomaco in campo perché fragilissimo. Metteva tenerezza giungano i denti da vampiro, ma era un errore: con il (aiuto) e quei “c’mon!” gritempo, Murray ha incarnato dati sadicamente contro le al meglio (cioè al peggio) il sofferenze del rivale….Quest’anno ha trovato la maturità piena e, tra Wimbledon e Us Open, è parso pressoché imbattibile. Ha vinto i Championships, ha vinto le Olimpiadi (spezzando crudelmente la favola di Del Potro). Poi, e lì si è goduto sportivamente parecchio, ha perso la testa nei quarti a New York. E Nishikori lo ha battuto in cinque set agli US Open. Alé. Il Bene ha quindi trionfato ancora sul Male, quando Del Potro lo ha sconfitto a Glasgow (casa sua) in Coppa Davis, al termine di un match incredibile. Perché Murray incarna il Maligno e perché le sue (ahinoi rare) sconfitte donano letizia? Principalmente perché è un pallettaro gigantesco, una sorta di Wilander belluino, che riprende tutto e sfianca l’avversario – sempre più bello di lui, e ci vuol poco – fino a sconfiggerlo. Poi perché, al suo angolo, ha una madre addirittura più hooligan e insopportabile di lui. Murray è poi respingente come nessuno nella prossemica: parla da solo, si arrabbia con l’arbitro, urla, si lamenta di tutto e- orrore- spalanca la bocca tipo sbadiglio in ipnosi tra un punto e l’altro.

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