Madison Keys risponde agli insulti su Instagram. La rete può eliminare gli imbecilli?

Rubriche

Madison Keys risponde agli insulti su Instagram. La rete può eliminare gli imbecilli?

I social network spesso sono un ricettacolo di offese e insulti per i tennisti e le risposte, come quella di Madison Keys, fanno il gioco degli imbecilli. Perché è difficile arginare questo fenomeno?

Pubblicato

il

 

Per il giornalismo di oggi, che va sempre più rafforzando l’interesse per i giornali online a scapito di quelli tradizionali su carta stampata, il mondo dei social network può contenere chicche di assoluto rilievo. Roger Federer ha scelto il suo profilo Facebook ufficiale l’anno scorso per spiegare quali tornei avrebbe giocato nel 2016 (che purtroppo è stato poi molto più scarno di quanto previsto, per i noti problemi fisici e la scelta di fermarsi dopo Wimbledon). Se non ci fosse stato Twitter, quell’adorabile bullo down under di Nick Kyrgios l’avrebbe fatta franca quando bofonchiò a Stan Wawrinka che la sua compagna dell’epoca (Donna Vekic) se la faceva col suo amico Thanasi Kokkinakis. Lo svizzero neanche lo sentì, ma è facile che senza Twitter e qualche cinguettio-bomba poi confermato da più parti non è detto che gli operatori TV si sarebbero soffermati sulla nobile sortita del ragazzaccio di Canberra. Tra i social network, però, si annida anche il peggio degli istinti umani, così a fronte di qualche ottima novità sono milioni i post volti a insultare qualcuno, in modo incontrollato e vigliacco perché nascosti dietro a un nickname. È successo in ogni contesto, ben oltre il mondo del tennis, è ricapitato oggi.

Dopo la semifinale del WTA di Pechino persa da Madison Keys contro Johanna Konta, un autorevole utente di Instagram non ha trovato di meglio da fare che sommergere con un profluvio di offese ingiuriose e inqualificabili la ventunenne americana. Tale insigne letterato, tra una lettura di Kant e una riflessione sullo Stato Etico di Hegel, dopo il match di Pechino ha deciso di indossare l’abito di “murat.luz” (questo il nickname impiegato) e apostrofare l’americana con i seguenti, affettuosissimi, epiteti: scimmia, idiota, cancro del tennis. A quel punto, probabilmente presi da spirito di competizione, si sono aggiunti altri due grandi intellettuali contemporanei. “Korayyt” ha mostrato tutta la sua inadeguatezza tecnica, limitandosi a un paio di “scimmia” già copyright del primo gentiluomo, mentre “Ritbras” è parso quasi un vero signore quando è intervenuto riuscendo a mettere sorprendentemente in fila soggetto e predicato in due frasi di senso compiuto: “Sei troppo stupida e inutile per vincere questo match, se tu sei il futuro del tennis, il futuro sarà molto cupo”. Ecco allora che il capostipite “murat.luz”, annichilito dall’ars dictandi dell’avversario, ha ripreso la testa del gruppo con uno scatto degno di Pantani sul Mortirolo: “Cervello vuoto, idiota perdente, principiante, deficiente, faccia da coniglio”.

https://www.instagram.com/p/BLTC1U_Dmo0/?taken-by=madisonkeys

Fin qua niente di nuovo sotto il sole, i social network sembrano quasi delle arene nelle quali qualunque cosa è permessa, al massimo si viene bannati e si ritorna alla carica con un profilo tutto nuovo. Ovvio che i personaggi pubblici se ne fregano di questa gente, dovessero prodigarsi in risposte o denunce ogni volta che vengono chiamati in ballo sarebbero costretti a farlo a tempo pieno. Questa volta, però, la giovane Madison non ne ha potuto più e ha risposto ai luminari sopra citati: “La quantità di offese che riceviamo quando perdiamo un match è assurda. Come se non lottassimo al meglio delle nostre possibilità per vincere le partite. Magari potreste smettere di scommettere sui match, in modo da gustarvi del buon tennis”. Poi conclude precisando: “Di solito ignoro queste cose, ma stare zitti evidentemente non cambia nulla”.

Ecco, il punto è proprio questo. Gli imbecilli vanno avanti indipendentemente dalle risposte di chi subisce le loro ingiurie, anzi probabilmente la Keys, rispondendo, non ha fatto altro che dare anche maggior risalto a questi straordinari rappresentanti dei costumi contemporanei. Rivolgendosi a loro, li ha fatti sentire importanti, offrendogli così la principale fonte di sostentamento. Dalle sue parole, si evince che Madison attribuisce la causa di tanto astio a una scommessa andata male, a una fiducia riposta su di lei che è stata tradita portando a una perdita di denaro. Può darsi, ma vero o falso che sia, il punto è che la feccia social continua a proliferare praticamente indisturbata in rete. I numerosissimi messaggi di solidarietà arrivati alla n.9 del mondo (“Non ascoltarli, Keys!”, “Sei una grande tennista”, “Segnalali a Instagram per far chiudere il loro account”) dimostrano che i social network non ospitano solo gli imbecilli, ma non spostano di una virgola il problema. Gli imbecilli andranno avanti comunque. Un conto è esprimere accese critiche, anche con qualche parola di troppo come “stupida”, un altro è rivolgersi a una persona parlando di “cancro del tennis, scimmia, deficiente”. In molti pensano che i social network e i siti online che permettono i commenti dovrebbero consentire l’iscrizione solo a chi si registra con nome e cognome, fornendo le generalità personali, in modo che a offesa possa seguire denuncia e richiesta di danni, sollevando così i proprietari dei siti da eventuali responsabilità.

Anche questa osservazione però è effimera. Chi legge Ubitennis sa che il livello di tolleranza dei commenti è piuttosto basso, proprio per evitare che toni offensivi, anche solo potenzialmente, possano portare a denunce verso i responsabili del sito, lasciando invece impunito l’autore di questi. Il sottoscritto conosce la fatica dei colleghi che si prodigano per valutare la pericolosità in tal senso dei commenti agli articoli. Si fa tutto questo per permettere il confronto tra i lettori. Tutelarsi in misura maggiore permettendo i commenti solo a chi si registra con tanto di nome, cognome e generalità ridurrebbe il problema ma non metterebbe Ubitennis al riparo da denunce, in quanto il sito potrebbe risultare comunque responsabile di aver dato voce ed evidenza all’autore dell’offesa. È una responsabilità contemplata dal reato di diffamazione a mezzo stampa.

Limitandoci dunque al nostro sito, questo triste ma tutt’altro che nuovo episodio dà l’occasione di spiegare ai “non imbecilli” che la dialettica tra i lettori è un valore aggiunto anche per il sito e i lettori stessi. Non di rado alcuni commenti offrono spunti molto brillanti che ci suggeriscono nuovi articoli ed approfondimenti. È necessario però porre grande attenzione alle parole usate per non mettere il sito in una posizione difficile in termini legali, che se ripetuta potrebbe portare in futuro ad eliminare la possibilità di commentare quello che raccontiamo e di confrontarsi con gli altri lettori. Come potete immaginare, è l’ultima cosa che vogliamo, per cui ci aspettiamo dai lettori osservazioni che non escano mai dai binari della civiltà e del rispetto reciproco.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement