ATP Vienna, qualificazioni: Willis, è show lo stesso. Niente da fare per Giustino

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ATP Vienna, qualificazioni: Willis, è show lo stesso. Niente da fare per Giustino

VIENNA – Il primo ritorno di “Willbomb” sul circuito è durato un solo match, ma sono state due ore di intrattenimento e tennis inconsueto. Respinto anche l’unico azzurro

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dal nostro inviato a Vienna

Qualcuno che voglia passare il proprio pigro sabato guardando tennis per il puro gusto di guardarlo, senza grandi nomi né grosse spese, si trova sempre, ed è questo che fa la piccola fortuna dei tornei durante i weekend di qualificazioni. Quando però l’afflusso di gente è concentrato quasi tutto su un unico campo, per il match di una wild card, si capisce che l’organizzazione ci ha visto giusto nell’assegnazione degli inviti. Marcus Willis, il “fenomeno” dell’ultimo Wimbledon, tornava al tennis vero e proprio dopo mesi di vacanza, un doppio con Andy Roddick nel World TeamTennis, l’annuncio delle nozze e un pargolo in arrivo. Stavolta attorno a lui non c’era il prato curatissimo d’Inghilterra, e della comitiva di amici festosi era arrivata a Vienna soltanto la (a breve) moglie, già con un accenno di pancione. Ma quando qualcuno nasce showman, il pubblico non deve per forza portarlo da casa: se lo sa creare.

Nell’incontro che lo ha visto opposto al moldavo Radu Albot, Willis mette in scena lo stesso tennis della porta accanto che aveva mostrato sul campo centrale dell’All England Court: dritti mancini a gancio o ad uppercut, colpiti quasi avvitandosi su se stesso, un massiccio uso del backspin in ogni fase di gioco e frequenti avventure a rete. Intorno una serie di smorfie d’ogni tipo, commenti ad alta voce e gesti da stand-up comedian. Dall’indoor viennese, dal rimbalzo più alto e lento dell’erba, “Willbomb” è uscito sconfitto. Ma senza mai sfigurare, vincendo il secondo set dopo un lunghissimo tie-break – di buon auspicio per il Tie Break Tens di domani sera – e andando addirittura avanti di un break nel terzo. Albot era in forma fisica smagliante, tonico e rapido, e i suoi colpi da fondo avevano una forza e una costanza che almeno per ora Willis non può replicare. Eppure gli applausi sinceri e le grida divertite del pubblico sono state tutte per gli uno-due del britannico, milkshake di goffaggine e classe pura. Ne è stato un esempio supremo il match point annullato nel secondo parziale, con un lob bimane in risposta giocato spalle all’indietro, il linguaggio del corpo che pare dire “È andata così, amen, tutti a casa”, che è atterrato invece all’angolo in fondo al campo. Alla fine non è bastato, eppure dietro la sensazione di farsa inizia ad intravedersi un ragazzo che a tennis ci sa giocare per davvero. Per una conferma o una smentita, più che l’esibizione di domani sera ci sarà da aspettare il prossimo torneo.

Chi invece non sollevava dubbi sulla propria professione era ad esempio Lorenzo Giustino, best ranking di numero 197 centrato pochi giorni fa. Il ventincinquenne partenopeo però si è arreso al ceco Adam Pavlasek, nel silenzio di un Grandstand – definizione generosa – distaccato dal resto dell’impianto della Stadthalle. Benjamin Becker, dalle cui braccia e gambe talvolta svaniscono di punto in bianco molti trentacinque anni di età, aveva aperto la mattinata piegando in quasi due ore e tre quarti Lukas Rosol. Domani dovrà ripetere il miracolo contro Yuichi Sugita, al quale sono invece bastati 56 minuti.

Risultati:

[WC] S. Ofner b. [2] I. Cervantes 6-4 7-6(6)
B. Becker b. [5] L. Rosol 7-6(0) 5-7 7-6(4)
[3] Y. Sugita b. U. Ignatik 6-2 6-1
[4] A. Pavlasek b. L. Giustino 6-4 6-3
[8] R. Albot b. [WC] M. Willis 6-3 6-7(9) 6-4
[6] D. Dzumhur b. P. Gojowczyk 6-3 7-5
[7] J.L. Struff b. [WC] D. Novak 6-3 6-7(5) 6-4
N. Basilashvili b. [1] T. Bellucci 6-2 7-6(5)

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