ATP Mosca: Fognini fallisce ancora, Carreno Busta conquista il titolo

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ATP Mosca: Fognini fallisce ancora, Carreno Busta conquista il titolo

Il giocatore ligure manca l’appuntamento con il primo titolo lontano dalla terra, lo spagnolo si impone alla distanza dopo quasi due ore di gioco

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[6] P. Carreno Busta b. F. Fognini 4-6 6-3 6-2

Fognini-Carreno Busta

Non è andata bene ma Fabio Fognini ha scelto la seconda parte della stagione per decidersi ad ottenere qualche buon risultato. La vittoria ad Umago, gli ottavi al torneo olimpico di Rio e questa finale alla Kremlin Cup di Mosca danno un senso alla sua annata. Fabio, partito da non testa di serie, ha lottato per eliminare Paolino Lorenzi al secondo turno prima di prendersi in semifinale la vendetta contro Philipp Kohlschreiber, che lo aveva fermato qualche mese fa a Monaco di Baviera. Dal canto suo Pablo Carreno Busta si è intrufolato nella parte di tabellone lasciata libera dal primo favorito Roberto Bautista Agut, forse ebbro di gioia dopo il trionfo contro Nole di qualche giorno fa a Shanghai. Siamo alla fine, una stagione durissima ha vinto anche la resistenza dei primi della classe e sono le ultime occasioni per prendersi qualche soddisfazione.

Dopo il riscaldamento preliminare lo spagnolo tiene a zero il primo servizio e Fabio pareggia con qualche difficoltà in più. Si inizia a fare  sul serio nel gioco seguente ed è break per Fognini, che cerca la profondità anche a prezzo di qualche errore di misura, varia i tagli con il rovescio e manda fuori giri l’avversario prendendosi la sua battuta a 15. Poi si torna alle solite, Fognini fatica a confermare il vantaggio, annulla due palle break ma al turno seguente cede a zero facendosi riagganciare. C’è bisogno di un game folle come l’italiano per dare lo scrollone decisivo al primo set. Carreno serve e indovina  sempre la prima ma Fabio vince due punti da mago, prima piazza un dritto in corsa anticipato nel sette con l’altro a guardare, poi gli mira le stringhe un diabolico cross stretto di rovescio. Sul 15-40 mette tutto a repentaglio, riesce a rispondere ad un’ottima prima ma si ferma e chiama falco. La palla è sulla riga e il punto perso. Ma quel che succede dopo delizia il pubblico e fa infuriare Carreno.

30-40, palla break. Lo spagnolo scende con un solido attacco, finta la volée corta e la piazza lunga sulla riga di fondo. Fognini blocca lo scatto in avanti ma è in ritardo e si inventa una specie di dritto rovesciato spalle alla rete. Ne esce un lob efficace, sullo smash seguente Fabio gioca un primo passante basso e poi la dea bendata gli tiene dentro un rovescio scentrato da metà campo. È la svolta, con qualche patema nel gioco finale il 6-4 è cosa fatta.

L’incontro si gioca su buoni livelli, è piacevole e  combattuto. Carreno rimane concentrato, il talento del suo avversario sembra a volte irriderlo ma lui è lucidissimo nel non regalare nulla attendendo il suo momento. E la tattica paga perché Fognini, come d’uso, spegne la luce. Perde i primi due servizi, il secondo con un paio di doppi falli, e in un baleno lo spagnolo scappa 4-1 senza fare nulla di speciale se non essere aggressivo. Poi l’imponderabile. Sul 40-30 servizio Italia Pablo si accascia al suolo con un crampo che gli deforma visibilmente il quadricipite destro. Con massaggio e fasciatura Carreno torna in campo ed è bravissimo a spegnere sul nascere eventuali velleità dell’italiano. Due turni di battuta relativamente tranquilli gli consegnano il set e rimandano tutto al decider.

Fognini apre al servizio e tiene, l’altro però con un paio di corse da maratoneta mette in chiaro di non avere nessun problema di mobilità e lo ribadisce al servizio con un passante in corsa di rovescio che gli vale il pareggio da 0-30 sotto. La sua solidità costringe il nostro ad essere chirurgico per vincere un punto e questa scomoda condizione finisce per schiacciarlo. Carreno si prende la battuta di Fabio in un lungo  terzo gioco ai vantaggi chiuso da due errori consecutivi di dritto.

Da quel momento in poi lo spagnolo concentra ogni energia sui propri turni, serve con efficacia, ribatte tutto e non concede più occasioni di rientro a Fognini che peraltro non gioca male ma perde tutti gli scambi chiave. Spesso per frustrazione perché l’avversario non molla mai. Quando poi anche il servizio abbandona l’italiano il doppio break del 2.5 suona come una campana a morto sulle sue ambizioni.

Il canto del cigno sono le sassate in risposta con le quali Fabio annulla due match point ma al terzo deve arrendersi. 

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