Kuznetsova e i capelli Li taglia e vince il match (Crivelli), Errani. Un altro divorzio per un'altra Sara (Azzolini)

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Kuznetsova e i capelli Li taglia e vince il match (Crivelli), Errani. Un altro divorzio per un’altra Sara (Azzolini)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Kuznetsova e i capelli. Li taglia e vince il match

 

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 25.10.2016

 

Potere dei capelli. Sansone ci perse l’invincibilità, la Kuznetsova ne trae invece linfa vitale per restare in partita contro la Radwanska nel suo primo, delicatissimo match del Masters di Singapore. FASTIDIO Accade a inizio terzo set, con Sveta sotto 2-1 nel parziale. Al cambio di campo, chiede un paio di grosse forbici al giudice di sedia e comincia a spuntare la coda di cavallo che ormai porta da tempo. Ecco la sua spiegazione: «Non riuscivo a tenerli dentro alla banda-na e ogni volta che giocavo un dritto e andavo in avanzamento, mi finivano negli occhi e mi davano fastidio. A quel punto mi sono detta: “Cos’è più importante: i miei capelli o questo match? E ho fatto la cosa giusta , eliminando un problema che mi stava angosciando». Scelta lungimirante: nonostante la fatica che la porterà addirittura a piangere al cambio di campo successivo (si è qualificata sabato), la russa troverà le energie per rimanere attaccata alla sfida contro la vincitrice dell’anno scorso, ad annullare un match point sul 5-4 e poi vincere al 12 game dopo 2 ore e 48 minuti, portandosi avanti 13-4 nei confronti diretti. Giornata di battaglia: nel secondo match la Pliskova piega la Muguruza dopo due ore e 29 minuti. ADDIO PABLO Intanto, da Valencia, dove vive e si allena, Sara Errani annuncia la separazione da coach Pablo Lozano dopo 12 anni di collaborazione, in pratica un sodalizio che durava dai giorni della prima adolescenza di Sarita. Nel sito della giocatrice si legge, tra l’altro: «Sono stati per me 12 anni indimenticabili ed irripetibili, in cui abbiamo vissuto una quantità di esperienze e provato una vastità di emozioni difficilmente riassumibili con delle semplici parole…Poter terminare il nostro viaggio in questo modo, con il sorriso sulle labbra di tutti, non ha prezzo…Ora è tempo di una nuova avventura. Non so ancora dove mi porterà questa nuova strada e chi la percorrerà al mio fianco. Presto vi farò sapere». Con Lozano, la Chichi è arrivata al numero 5 del mondo, ha giocato la finale di Parigi nel 2012 e ha vinto 9 tornei in singolare, senza dimenticare il dominio in doppio con la Vinci. Il 2016, per Sara, è stato però un anno difficile, con gli infortuni, la motivazione da ritrovare e la scivolata al numero 50 del mondo. Rimanere in Spagna sarebbe forse la scelta più logica, ma perché non escludere un ritorno in Italia, magari sotto la guida di una ex compagna d’avventura in nazionale? Ai posteri la sentenza.

 

 

Errani. Un altro divorzio per un’altra Sara

 

Daniele Azzolini, tuttosport del 25.10.2016

 

Un addio dopo dodici anni, senza piatti rotti né inconsolabili rimpianti, può felicemente delineare i contorni di un nuovo ramo del già esteso fronte d’intervento dei molti psicologi che si affannano intorno ai tennisti, genere di sportivi quest’ultimo da trattare con le molle dato che nel tennis, palcoscenico della vita, i rapporti tendono ad assumere forme decisamente reali, concrete, insomma umane. Dodici anni insieme logorano, o peggio, annoiano. Dodici anni regalano esempi probanti a misurare le altrui insufficienze, eppure finiscono per rendere abitudinarie le persone, e legarle indissolubilmen-te nel nome di un rifiuto timoroso di ogni novità. Dodici anni esortano al tradimento, alla ribellione. Dodici anni soffocano. Come si vede, c’è materia per rispolverare il vecchio taccuino e invitare Sara Erra-ni a stendersi sul lettino, visto Le motivazioni Problemi al servizio, regressione nel gioco e fragilità per l’addio alla compagna di doppio che è stata lei ad assumersi le responsabilità dell’addio a Pablo Lozano (e a David Andres, il preparatore), coach di lungo corso in uno sport che, nel segno dell’umanità di cui si permea, relegai rapporti più lunghi nella casistica degli eventi insoliti e sfoggia invece una risoluta tendenza alla promiscuità, con allenatori il più delle volte usati come fossero kleenex dai loro allievi e datori di lavoro. Usa e getta. Loro due invece, Sara e Pablo, si sono conosciuti nel 2004, hanno fatto coppia fissa fina ieri, e sono stati così bravi da far coincidere la crisi del settimo anno (esiste anche per i coach? boh, forse sì) con le migliori stagioni della Errano, che nel 2011 preselo slancio per raggiungere la finale a Parigi 2012 e due poltrone nella Top Ten, al quinto posto in singolare e al numero uno in doppio. Nove titoli, 19finali, cinque vittorie Slam di coppia. Una delle più belle e insospettabili avventure tennistiche in tinta tricolore. E ora si lasciano. Perché? Qual èla parola giusta da affiancare a questo addio? Logorio, noia, tradimento, soffocamento, o aver scoperto, magari assieme, che non Pennetta da emulare II trionfo agli US Open alla stessa età dopo aver ritrovato stimoli con il nuovo allenatore vi sia più nulla da dirsi, e da darsi? Avendo rimandato ai prossimi giorni la divulgazione del secondo capitolo, nel quale Sara dirà che cosa intende fare, si potrebbe sostenere chela nostra si sia presa una pausa di riflessione. Indispensabile, sotto svariati aspetti. Il primo: viene da un anno mediocre, che l’ha depositata al numero 50 consigliandola di chiudere la stagione con due mesi di anticipa Deve curarsi e ritrovarsi. Ma è un anno che le ha dato anche un titolo importante, a Dubai, giusto a ribadire come le armi per vincere siano ancora funzionanti seppure qualche volta s’inceppino. Il secondo: l’approdo al tennis che conta dell’ultima nidiata di giovani orchesse ha accentuato quei problemi tecnici che Sara evidenziava, prima, solo di fronte a quattro o cinque grandi col-pitrici. Oggi, tutte l’aggrediscono sul servizio, un colpo che Lozano non le ha saputo correggere. Caso più unico che raro, Sara in questi anni ha dato la sensazione di essere regredita in uno dei colpi fondamentali del gioco. Il terzo: la rottura del doppio con Roberta Vmci, nel 2014, l’ha resa più fragile. Non si è mai capito come siano andate le cose, certoè che Sara ha imboccato da quel momento le sue stagioni peggiori. La notizia dell’addio ha preso forma in una lunga nota sul sito internet della Errani. Belle parole, molto sentimento, tanta amicizia e un sincero grazie. Dovrà decidere ora se continuare a vivere a Valencia o tomare in Italia. Se fare da sola o chiedere il supporto a un amico. Oppure scegliere un coach importante e tentare, a 29 anni, un completo rilancia Se può consolarla, vale la pena ricordarle quel 2012 di Flavia Pennetta, quando terminò il rapporto con coach Urpi, dopo sette anni. Decisione traumatica eppure consensuale. Scelse Salva-dorNavanro, coach giovane, e tre anni e mezzo più tardi vinse gli Us Open. Flavia nel 2012 aveva 30 anni. La stessa età di Sara quando tomerà in campo, nel 2017

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