ATP Basilea: Cilic è in formato Finals, Nishikori non può nulla

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ATP Basilea: Cilic è in formato Finals, Nishikori non può nulla

BASILEA – Il croato gioca una finale di altissima qualità e prepara l’assalto a Londra. Un’ora e mezza di partita. Nishikori spreca tre set point nel secondo

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da Basilea, il nostro inviato

Il primo sole della settimana saluta i finalisti degli Swiss Indoors 2016; mattinata stupenda, con la possibilità di lasciare finalmente a casa il cappotto pesante. La città è silente, la domenica è giorno di assoluto riposo e il numero di persone per strada è quanto mai esiguo; tutto questo rende ancora più affascinante Spalenbergla collina che si erge morbida alle spalle del centro. I ritmi basilesi sono ben lontani dalla frenesia delle metropoli europee, per quanto rapidi ed efficienti: per le stradine di questa zona storica si respira invece una pace di altri tempi, camminando accanto all’elegante fontana al centro della squisita Rümelingplatz, prima di girare a sinistra per imboccare Heuberg, di fatto il limite più alto della Basilea vecchia: tra le costruzioni in mattoni e gli infissi di caldo legno sembra di passeggiare per un qualche remoto paesino delle Alpi, e non di essere a due passi da uno dei poli economici più importanti di tutto il vecchio continente. Per tornare verso le arterie principali e sfociare  sulla animosa Barfüsserplatz, è necessario scendere la stretta Gerbergassleinalla cui estremità si trova la House of Rock, un negozio monotematica strapieno di cimeli, attrezzatura originale e vinili. Di fronte all’ingresso dello store, un gigantesco e oggettivamente strepitoso murale raffigura le caricature di cinquant’anni di storia della musica: Freddy Mercury con il pugno alzato, i Beatles sulle strisce pedonali di Abbey Road, l’inconfondibile sorriso e i dreadlocks di Bob Marley, coloratissimi e tecnicamente superlativi.

La miglior finale possibile dopo l’eliminazione dei favoriti: Marin Cilic resta per un’ora e mezza su livelli superiori, martellando da fondo senza soffrire le controffensive di Kei Nishikori, pur sudando freddo nel finale di secondo set. Titolo al croato, che adesso ha gli occhi della tigre puntati sulle ATP World Tour Finals. Tre giochi alla camomilla, poi Cilic apre il fuoco con il rovescio e conquista tre palle break consecutive: un servizio vincente e una manovra di potenza permettono a Nishikori di annullare le prima due, ma nel punto successivo il passante di dritto ad uscire del croato lo trafigge, 4-1 in un quarto d’ora. Marin è chiaramente il più tonico, aggredisce ogni palla e guizza preparando perfettamente gli appoggi ogni volta che l’avversario perde centimetri con le sue iniziative: Nishikori si limita a ribattere, i vincenti scarseggiano. Un doppio fallo regala al croato un’altra palla break, trasformata grazie ad uno stupendo passante incrociato di dritto in corsa; il pubblico esplode, Cilic si carica in inglese e due minuti dopo si siede con il primo set nel portafogli. La folla si diverte ma è preoccupata: Federer non c’è, Wawrinka eliminato ai quarti dopo un brutto torneo. La finale è sicuramente la migliore che ci si potesse aspettare guardando i nomi in entry list, ma rischia di durare meno di un giro turistico per la città. Nishikori ciondola, è scorato e visibilmente scarico fisicamente dopo una stagione da protagonista, lontano dal saltellante demonio che si è visto nelle ultime annate; Cilic dal canto suo è spietato, continua a togliere le ragnatele dalle righe con entrambi i colpi a rimbalzo, serve in scioltezza e si fa sentire ad ogni vincente.

Tre palle break in avvio di secondo parziale attentano ai nervi del pubblico, ma Nishikori è bravo a bianchettarle con il servizio prima, e una combinazione dropshot-passante poi. Kei si scuote, colpisce meglio, più profondo, e torna rapido con i piedi, costringendo l’avversario a coprire ogni angolo; il croato però è brillante, sempre fluidissimo nel movimento di polso con cui apre e poi copre il dritto, in perfetto equilibrio quando deve impattare il rovescio. Il settimo gioco sembra quello decisivo, Cilic tira mattoni da fondo per ottenere due palle break: Nishikori indovina un ace e un pregevole passante di rovescio in avanzamento, dopo la prima volèe d’approccio dell’avversario, e si tira fuori dalle sabbie mobili con uno stupendo dritto in corsa su cui balza letteralmente. Gli applausi si fanno più coinvolti, si abbozzano cori in qualsiasi lingua: Cilic diventa una macchina, praticamente non commette gratuiti e va a velocità non comuni, anche in controbalzo per anticipare gli straordinari recuperi dell’avversario, comunque mai domo. Il traguardo e ad un millimetro dalle sue unghie quando sul 4-4 ha altre due palle break, ma Nishikori tiene l’iniziativa con grande coraggio, lasciando andare il braccio sul secondo colpo in entrambe le occasioni, e rimanda ancora un volta il verdetto. La solidità mentale di Cilic sembra vacillare, il nipponico ruota leggermente la manopola del gas e tanto gli basta per arrivare a set point, addirittura per tre volte: il dritto del croato rimane comunque un’arma impropria, ben sorretto da una voglia e una grinta palpabili e sottolineate da ogni pugnetto a denti stretti, 5-5. Si alza anche il livello di gioco, peraltro apprezzabile già dall’inizio del match: sul 30-30 dell’undicesimo gioco Cilic trova un rovescio strettissimo con i piedi sulla scritta Basel, Nishikori si allunga e pettina una demivolèe di difficoltà estrema, per garantirsi il tiebreak che arriva poco dopo.

Si gira sul 3-3, dopo che Cilic ha ottenuto e subito restituito un minibreak per due volte, affidandosi esclusivamente alla potenza del suo dritto, che gli toglie quello che gli regala. Un altra bordata dal lato destro gli permette di aprirsi il campo e raccogliere il punto con la volèe incrociata successiva, per poi andare a servire sul 5-4 con la possibilità di sigillare la contesa. Una prima vincente gli vale un match point, ma il croato va largo nel punto successivo, rimettendo in gara Nishikori. Il nipponico però trema clamorosamente, e con un doppio fallo mette il trofeo tra le mani dell’avversario: secondo titolo stagionale per Marin, dopo il bel successo a Cincinnati su Andy Murray, per il suo primo Masters 1000 in carriera. Con questa vittoria completa inoltre la propria bacheca, avendo adesso vinto almeno un titolo per ogni categoria di torneo. Eloquente il body language di Nishikori a fine gara, in attesa della premiazione: a torso nudo e con il viso nascosto nell’asciugamano, la spia della riserva evidentemente accesa e la speranza di ritrovare le energie per Londra. La stessa Londra che adesso è nel mirino di Marin Cilic.

Risultato:

[4] M. Cilic b. [3] K. Nishikori 6-1 7-6(5)

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