WTA Finals: il sigillo di Kerber o l'exploit di Cibulkova?

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WTA Finals: il sigillo di Kerber o l’exploit di Cibulkova?

Da una domenica all’altra, il replay di uno dei match più entusiasmanti di questa edizione delle WTA Finals. Ma stavolta la posta in gioco è molto più alta

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Sarebbe stato romantico, tanto da sfiorare il sentimentalismo, raccontare di una finale con Svetlana Kuznetsova. Sarebbe stato utile saccheggiare il vocabolario per descrivere e ridescrivere quello che Sveta era quasi riuscita a fare nelle ultime due settimane, prima che la tensione empatica fosse brutalmente spezzata da un filotto di quattro game consecutivi e un tuffo a terra con le braccia al cielo. Sarebbe stata la trama perfetta da drammatizzare, ma stavolta niente iperboli da scongelare. Dominika Cibulkova ha strappato la scena sui titoli di coda e tra poche ora affronterà in finale Angelique Kerber, che non ha avuto pietà di una Radwanska costretta a rialzarsi sulle gambe ancor prima del game set and match. Esasperante la forza difensiva della tedesca, che ha calpestato in due riprese la scatola dei trucchi della campionessa in carica spedendola in conferenza stampa col sorriso sulle labbra, perché contro una così, quando sta bene, c’è davvero poco da fare. Angie a Singapore si è ripresa la scena, ha divorato la stella iride come Super Mario in quel famoso videogame sbaragliando la concorrenza. Percorso netto, senza sbavature. Ora però dall’altra parte della rete troverà un’avversaria che in quanto a tigna non ha nulla da temere. Le due si sono affrontate in questo Masters nel round robin del gruppo rosso. L’ha spuntata la tedesca al terzo, confermando il trend che già la vedeva in serie positiva contro Cibulkova negli ultimi quattro precedenti.

Il racconto degli H2H non è che la storia dei due percorsi: 4-0 per la slovacca fino al 2013, la torta senza ciliegina con la finale degli Australian Open nel gennaio 2014 e le difficoltà a confermarsi un cavallo di razza già nei mesi successivi. A complicare le cose un problema al tallone e un’operazione non più prorogabile. Torna in campo dopo cinque mesi di stop e le cose non girano per il verso giusto. Dopo l’ultima edizione degli Open d’Australia esce fuori dalla top 50. Forse è lì che scatta qualcosa. In pochi mesi fa finale ad Acapulco, vince a Katowice, di nuovo finale a Madrid e nuovo successo ad Eastbourne. A Wimbledon gioca un match strabiliante contro Radwanska e promette di rinviare le nozze, in programma il giorno della probabile semifinale. E invece raccoglie solo quattro game con Vesnina e sposa Michal Navara, detto Miso, ingegnere agricolo. Chi lo conosce dice che è l’unico capace di tenere a bada il caratterino di Cibu.

La crescita di Angelique Kerber è invece tanto graduale quanto sorprendente. Nel 2011 si presenta al grande pubblico giocando una semifinale a NYC da numero 92 del ranking. Da Febbraio 2012 è ininterrottamente titolare di un posto in top 20, ma ad Aprile 2015 il rapporto finali vinte/finali perse è uno a tre. Emblematico il 2014, raggiunge quattro volte l’atto conclusivo di un Premier, ma chiude l’anno a secco di trofei. Cambia tutto un anno dopo. Vince a Charleston, Stoccarda, Birmingham e Stanford. È solo l’antipasto di ciò che combinerà nel 2016.

Semplice immaginare la finale che sarà: due fighters pronte a darsele di santa ragione, con Cibulkova a portare i colpi e Kerber ad incassare e rispondere. Atleticamente sono le due giocatrici più preparate del lotto e non è un caso ritrovarle in finale nell’ultimo appuntamento stagionale. Lecito credere che non sarà un serbatoio in riserva a decidere le sorti del match: la partita girerà probabilmente attorno al numero dei gratuiti di Cibu. La tedesca stimolerà per lo più il lato destro della slovacca, con le consuete soluzioni lungo-linea di diritto e diagonale di rovescio. Domi è giocatrice di ritmo, nessuna lacuna particolare nel suo gioco. Tira i suoi colpi migliori da destra e da quel lato proverà a cercare con costanza l’anticipo per dare del filo da torcere a Kerber.

Domenica scorsa in pochi avrebbero ipotizzato l’exploit di Cibulkova. Una settimana dopo non è da folli credere possa giocarsela alla pari con Kerber. In fin dei conti, nel vedere come la tedesca ha strapazzato avversarie più accreditate della slovacca, ci si può anche convincere che la degna conclusione di un Masters sin qui bellissimo possa essere proprio una finale tra Angie e Domi, con buona pace di Sveta.. (sigh)

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