ATP Bercy: Verdasco spaventa Murray, Struff non perdona Wawrinka. Ok Nole

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ATP Bercy: Verdasco spaventa Murray, Struff non perdona Wawrinka. Ok Nole

PARIGI – Day 3 a Bercy: tabellone che si allinea agli ottavi di finale. Verdasco a un passo dall’impresa ma si arrende in volata. Senza patemi Djokovic, avanti in due set Cilic, Nishikori, Tsonga e Goffin. Cuevas domina il nostro Lorenzi, il qualificato Struff fa fuori Wawrinka

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[2] A. Murray b. F. Verdasco 6-3 6-7(5) 7-5 (Antonio Ortu)

Verdasco Murray

15 vittorie di fila e 10 finali negli ultimi 11 tornei giocati. Con questi numeri Andy Murray si presenta ai nastri di partenza del Masters 1000 di Bercy, fondamentale per la sua caccia alla prima posizione mondiale. Verdasco ha invece ritrovato la vittoria lunedì dopo 3 uscite al primo turno su altrettanti tornei giocati nel mese di Ottobre. I due tengono 4 dei primi 5 turni di battuta a 0, ma poi Verdasco non trova più il campo col dritto. Il risultato è un break subito nel sesto gioco e dopo 30 minuti esatti Andy incamera il primo set, 6 giochi a 3.

Murray però cala in maniera vistosa nel secondo set e Verdasco riesce a spingere con più convinzione. Arriva un break per il madrileno che, dopo le 2 palle break non sfruttate nel secondo gioco, si invola sul 4-1. Quando sembra che abbia ritrovato la solidità della prima mezz’ora, riuscendo a recuperare il break, il 29enne di Glasgow a sorpresa inciampa nuovamente nel suo turno di battuta. Verdasco va così a servire per andare al terzo, ma lo scozzese non ci sta e accompagna l’ennesimo break con un tanto sonoro quanto eloquente “let’s go!”. I 2 arrivano al tie-break e lo spagnolo continua a esprimere un tennis di altissimo livello: porta a casa così il secondo set meritatamente, vincendo il tie-break 7 punti a 5.

Un Murray troppo passivo e altalenante sale 2 a 0 nel terzo, ma cede ancora ai colpi di Verdasco che impatta 2-2. Il quasi 33enne di Madrid salva con autorità 4 palle break nell’ottavo gioco, sempre in spinta, sempre senza paura. Anche Andy sembra spacciato sul 5-5: si salva dal 15-40 con un pizzico di fortuna, ma mettendo in campo tutta la sua grinta. Lo spagnolo accusa il colpo, si arrende cedendo a zero il servizio e consegnando la vittoria a Murray dopo 2 ore e 28. Partita romanzesca e sorprendente dopo che il primo set lasciava presagire tutt’altro. Si tratta della 70esima vittoria del 2016 per lo scozzese, che non ha di certo brillato e ha lasciato troppe volte l’iniziativa a un Verdasco che col senno di poi meritava qualcosa in più (47 vincenti a fronte di 60 errori non forzati per lui). Domani, nel remake dell’ottavo di Shanghai, lo scozzese sfiderà il giocatore di casa, Lucas Pouille.

[1] N. Djokovic b. G. Muller 6-3 6-4 (da Parigi, Paolo Di Lorito)

Si spengono le luci, si alza la musica, il pubblico si scalda e ci si prepara per l’entrata da star del numero 1 del mondo Novak Djokovic. Per la quarta volta in due anni affronta in trentatreenne Muller, dal quale non ha mai perso neanche un set, e quest’oggi le statistiche non verranno sporcate. Muller all’inizio sposta bene il serbo tenendo il controllo del gioco con il dritto, per lo meno durante i suoi primi turni di battuta, e persino il suo avversario in un paio di occasioni fa un gesto con la mano per complimentarsi con lui. Ma l’equilibrio non è destinato a durare a lungo: 3 errori gratuiti, proprio con questo fondamentale, affossano il lussemburghese che si ritrova sotto 5-2. Va comunque dato merito al numero 34 del mondo di aver tentato di variare il gioco, aumentando le discese a rete, per tentare di rimontare.

Nel secondo set i ritmi calano sensibilmente, spesso i punti si risolvono con un errore di uno dei due, e il mancino Gilles si guadagna persino le prime palle break del match. Non le gioca affatto bene e poi resta incastrato nel settimo game dove si salva solo grazie all’aiuto di un nervoso Novak. La svolta decisiva, che risveglia un po’ l’animo assopito di tutti i presenti, arriva quando Muller commette due errori gravissimi che permettono al serbo di servire sul 5-4. Nessun ulteriore patema per Djokovic che come ci tiene a sottolineare a fine match, circondato da bambini in attesa di un’autografo: “le plaisir de jouer ç’est toujours là.”

[Q] J.L. Struff b. [3] S. Wawrinka 3-6 7-6(6) 7-6(1)  (da Parigi, Paolo Di Lorito)

Dopo la lunga battaglia tra Murray e Verdasco il Centrale dell’AccorHotels Arena si spopola, ma quelli che restano vengono ricompensati da un match tirato, nonostante il punteggio faccia supporre il contrario, tra Struff e Wawrinka (al loro primo faccia a faccia). Il numero uno svizzero si ritrova subito in vantaggio per una partenza a rilento del suo avversario, il quale però fa del servizio una delle sue armi e presto inizia a macinare prime vincenti. Per Wawrinka vincere i propri turni alla battuta si rivelerà un’impresa ardua ad ogni game, e il tedesco con sorprendente facilità riesce a scardinare il rovescio del suo avversario e con eleganza scende a rete a chiudere i punti. Il vantaggio acquisito all’inizio si rivelerà preziosissimo e fondamentale per chiudere il primo set in 37 minuti. Il secondo set si trasforma in una battaglia servizi vincenti – forse entrambi sono sensibili alla causa #AcesDuCoeur per la quale la banca BNP Paribas dona 10 euro ad ogni ace, per l’ampliamento dell’ospedale Robert Debré – e il parziale procede spedito. Wawrinka, che a malapena si siede durante i cambi campi, è frettoloso e anche un po’ nervoso con il poco pubblico rimasto che chiacchiera eccessivamente, e non riesce proprio a chiudere l’incontro nonostante nel tiebreak sia il primo ad andare in vantaggio guadagnandosi un match point. Un suo errore di lunghezza manda tutto al terzo, e come se l’incontro non si sia allungato già abbastanza il nativo di Losanna chiede anche un medical time-out per un problema alla gamba destra. Nel terzo set, che sembrava avviato al tiebreak come il precedente, ha una svolta sul 3-3: Struff prende coraggio e accelera col dritto, Wawrinka tenta una strenua difesa ma fisicamente sembra acciaccato e non si muove con disinvoltura. Il numero 91 del mondo trema al momento di servire per il match e con due doppi falli vanifica tutto il lavoro di due ore. Stan torna a far sentire la sua voce e il suo ruggito, rimonta quando ormai sembrava impossibile e tutto si conclude nel jeu decisif, dove lo svizzero però continua ad essere nervoso e soprattutto falloso, e per lui si consuma una sconfitta amarissima. Mentre per il tennista proveniente da Warstein è la vittoria più importante della carriera (finora era quella contro Kohschreiber, numero 24).

[16] P. Cuevas b. P. Lorenzi 6-1 6-2 (da Parigi, Paolo Di Lorito)

L’ultimo italiano rimasto in competizione affronta il sempre ostico Cuevas dal quale ha sempre perso (curioso il fatto che 3 precedenti sui 4 totali siano si siano svolti in italia). Lorenzi nel suo game inaugurale al servizio non trova mai la prima e questo permette al numero 22 del mondo di avere il controllo del gioco fin dai primi scambi. L’italiano è uno che corre parecchio, ma oggi Cuevas corre di più e per giunta tira anche più forte. L’uruguaiano con il dritto fa quel che vuole e in soli 14 minuti il punteggio è severissimo, 5-0. Paolo riesce a piazzare almeno il game della bandiera, ma di rimonta neanche a parlarne. Purtroppo per lui le cose non migliorano di molto nel secondo set; i suoi punti in risposta sono principalmente doppi falli di Cuevas e quando cerca di variare un po’ tattica prendendo la rete, spesso viene passato agevolmente. L’impressione è che il tennista romano, dopo la sua lunga stagione, sia scarico fisicamente e non riesca a reggere gli elevati ritmi imposti da Pablo che dunque, alla sua quarta presenza nel torneo di Bercy, raggiunge per la prima volta il terzo turno. Domani affronterà Raonic, il cui allenatore Moya sedeva oggi sugli spalti osservando attentamente lo svolgersi della partita.

[8] D. Goffin b. N. Mahut 7-6(5) 6-3   (da Parigi, Paolo Di Lorito)

Mentre ai francesi dei piani alti viene riservato il Campo Centrale, nell’intimo e spartano campo numero 1 un tale Mahut, divenuto celebre per aver perso il match più lungo della storia, scende in campo contro un altro francofono, David Goffin. Quest’ultimo sta vivendo la sua miglior stagione, sia per numero di match vinti (48) che per miglior posizione in classifica (11°), e dopo la vittoria a Metz di un mese fa, ci ha preso gusto a battere Nicolas in casa sua. Nel settimo game il servizio abbandona completamente Mahut e tre doppi falli consecutivi lo condannano ad un break del tutto imprevisto, considerando il gioco pulito ed elegante visto fino a quel punto. Goffin dal canto suo alterna grandi giocate (sotto forma di passanti di rovescio) a brutte palle scagliate nel mezzo della rete; questa incostanza non gli permette di chiudere il set sul 5-4.

Si prosegue dunque fino ad un tiebreak che finalmente torna ad offrire punti spettacolari, dove il belga indovina un paio di risposte sulle quali il francese potrebbe fare meglio, ma non lo fa. In 59 minuti si conclude il miglior set visto finora a Parigi. Anche il secondo, combattuto come il precedente, è caratterizzato da break e contro-break. Goffin resta sempre presente, soprattutto con la testa e non si scoraggia, mentre Nicolas pian piano inizia ad avere dei cedimenti. Decisivo il break sul 5-3 che lo condanna alla sconfitta.

[13] L. Pouille b. F. Lopez 6-7(1) 6-3 6-4   (Gabriele Ferrara)

Lucas Pouille batte in tre set Feliciano Lopez e si qualifica per gli ottavi di finale del torneo parigino. Buona prova del francese – che vendica la sconfitta della settimana scorsa a Vienna – il quale ha servito benissimo ed ha saputo fare la differenza nella fase cruciale del match.
La partita inizia con entrambi i giocatori che mantengono una percentuale di prime palle intorno al 70%, lasciando le briciole a chi è in risposta (100% di resa col primo servizio per il francese, 88% per l’iberico). Pouille cerca di scambiare sulla diagonale destra per indurre Feliciano all’errore col rovescio – venendo talvolta anche a prendersi il punto nei pressi del net – mentre Lopez si butta spesso a rete o subito dopo il servizio o, al massimo, dopo 2-3 colpi.
Si procede senza molti sussulti fino al 6 pari – eccezion fatta per una palla break annullata col servizio dal transalpino nell’undicesimo gioco.   Il jeu decisif viene inaugurato e concluso dal numero 17 ATP con un doppio fallo, mentre “Deliciano” continua ad attaccare il rivale con lo slice e a servire alla grande – soprattutto al corpo quando batte da destra – archiviando l’extra-set per 7 punti a 1.

Nel secondo parziale il ragazzo di Grande-Synthe sale in cattedra con la risposta – che adesso esegue quasi un metro più indietro – e col rovescio, strappando il servizio al rivale per ben tre volte, rimandando il verdetto finale al set deicisivo: 6-3.
Nella frazione di gioco decisiva si procede on serve fino al 5-4 Pouille, quando il giocatore di Toledo si fa sorprendere da due ottime risposte di rovescio del francese. Lopez annulla i primi due – grave sul secondo l’errore di Lucas che non ha visto il diagonale aperto sul passante – ma sul terzo il nastro si porta via la sua seconda di servizio. Il numero 13 del seeding si aggiudica dunque l’incontro con lo score di 6-7(1) 6-3 6-4 in 2 ore e un minuto di gioco. Adesso attende Andy Murray (impegnato in serata contro Verdasco).

[11] J. W. Tsonga b. A. Ramos Viñolas 6-3 6-4 (Antonio Pagliuso)

Prosegue il torneo del XII arrondissement parigino per Jo-Wilfried Tsonga. Il trentunenne transalpino liquida in due set lo spagnolo Albert Ramos Viñolas firmando la sesta vittoria in sei incroci con il tennista nato a Barcellona.

A inizio gara Ramos Viñolas tenta di tamponare l’indomito fervore del francese che nei primi tre turni di servizio riesce a mettere giù ben 6 aces. Il primo allungo dell’incontro ha luogo nel sesto game quando lo spagnolo si vede strappare a 0 la battuta dall’attuale numero 13 delle classifiche mondiali che, forte del vantaggio, si aggiudica agevolmente la prima frazione per 6-3.

La maggiore spinta offensiva di Tsonga prosegue nel secondo set che vede il vincitore dell’edizione del 2008 issarsi subito sul 2-0. Ramos Viñolas, vincitore a luglio in quel di Båstad del suo primo titolo Atp, prova ad attuare la reazione vista nell’ultimo precedente di cinque giorni fa nel 500 di Vienna, ma Tsonga rimane saldo al timone del match e a suon di aces e prime ingiocabili per lo sfidante chiude la sfida con lo score di 6-3 6-4. Il francese, numero 11 del tabellone, sfiderà nel terzo turno del Master di Paris-Bercy, Kei Nishikori.

[5] K. Nishikori b. V. Troicki 6-2 7-5 (Diego Serra)

Kei Nishikori vince in due set contro Viktor Troicki, numero 28 ATP, quinta vittoria consecutiva contro il serbo per il giapponese, che liquida la partita in un’ora e quattordici minuti. Ritmi troppo elevati per Troicki, debilitato anche dalla battaglia di ieri contro Mannarino. Primo set e sono subito 2 palle break per il giapponese, dove però si salva il giocatore serbo. Cade invece nel quinto e settimo game, con due break pesantissimi, considerando anche che Troicki non riesce a conquistare nemmeno una palla break nel set. Primo set chiuso in scioltezza per 6 a 2 da Nishikori.

Più combattuto il secondo set, perché se Troicki si fa subito brekkare a zero nel primo game, è bravo a stare in partita e approfittare dell’unico momento di cedimento del giapponese, diventato all’improvviso molto falloso. Break serbo nel secondo game, e di nuovo scambio di break nel terzo e sesto game, con la partita in parità. Ci sarebbe voluto un servizio più incisivo per Troicki in questo momento, invece è di nuovo il giapponese a mettere in campo una prima palla di qualità, e aumentare il ritmo dei colpi. Inevitabile il break dell’undicesimo game che porta Nishikori a servire per il match, chiuso per 7 a 5. Ottimo esordio per il giapponese nel torneo, ora pericoloso incrocio con Tsonga.

[9] M. Cilic b. I. Karlovic 7-6(7) 6-2 (da Parigi, Paolo Di Lorito)

Il secondo match sul campo 1 mette faccia a faccia metà squadra di Davis croata in un derby tra Cilic e Karlovic di alto fascino (messi uno sull’altro superano abbondantemente i 4 metri). I due si sono sfidati a chi facesse più vittime col servizio e hanno ottenuto risultati ragguardevoli (ma mai come Sock che ieri ha fatto uscire un bambino in lacrime, salvo poi “rimediare” regalandogli un polsino). Karlovic non ha mai raggiunto il terzo turno del torneo di Bercy e neanche oggi realizzerà questo sogno, nonostante sia stato paziente in risposta. Inizialmente tiene bene lo scambio da fondo e sul 4-4 si guadagna una palla break, subito annullata da un serve-and voley di Cilic. La stessa cosa si ripete nel game successivo ma a parti invertite, e per il nativo di Medjugorje ora palla break vuol dire set point. Karlovic mette solo prime e resta a galla fino ad un tiebreak meritato; con la stessa tecnica si salva un altro paio di volte, ma dopo il secondo cambio campo incappa in un paio di errori decisivi.

Come nel più classico degli scenari, il giocatore dalla classifica inferiore, dopo aver giocato un parziale alla pari, ha un calo sia mentale che fisico e la cosa la si evince alla perfezione dai due rapidi break subiti dal gigante trentasettenne. Il match ormai non c’è più e i due tennisti, che tra le altre cose condividono il coach, si avviano presto negli spogliatoi.

J. Sock b. [6] D. Thiem 6-2 6-4 (da Parigi, Paolo Di Lorito)

Entrambi i precedenti tra i due sono stati giocati sul cemento americano (Miami e Indian Wells) e Sock non aveva mai vinto. Oggi Thiem ci mette un po’ a trovare le misure del campo e questo gli costa un break subito a 0 in apertura. L’americano varia spesso con il servizio e questo impedisce all’austriaco di prendere il comando del gioco, il quale in risposta non riuscirà a concludere granché. Discorso totalmente opposto per Jack che come detto, al servizio è impenetrabile, e in risposta fa quel tanto che basta per ottenere un altro break e chiudere il primo parziale, con un ace, in 20 minuti.

Qualche crepa nel gioco di Sock, fino a questo punto impeccabile, iniziamo a vederla nel quarto game quando si precipita a rete troppo frettolosamente e viene infilato un paio di volte. Tuttavia quello che di ritrova in vantaggio di un break è proprio lui; la testa di serie numero 6 sul 3 pari è avanti 40-0, ma si complica la vita rimettendo in gioco l’americano (anche un po’ fortunato con due pallonetti millimetrici). Il break è di quelli che fanno male e il tempo per rimediare non c’è: tre servizi vincenti condannano Thiem alla ventiduesima sconfitta stagionale. Per Sock invece, dopo i 27 match giocati nel solo mese di ottobre (13 in singolare e 14 in doppio), continua lo straordinario periodo e domani lo attende un riposato Gasquet.

Risultati secondo turno:

[5] K. Nishikori b. V. Troicki 6-2 7-5
[8] D. Goffin b. N. Mahut 7-6(5) 6-3
[13] L. Pouille b. F. Lopez 6-7(1) 6-3 6-4
[9] M. Cilic b. I. Karlovic 7-6(7) 6-2
[11] J.W. Tsonga b. A. Ramos-Vinolas 6-3 6-4
J. Sock b. [6] D. Thiem 6-2 6-4
[1] N. Djokovic b. G. Muller 6-3 6-4
G. Simon b. [10] R. Bautista-Agut 2-6 6-1 7-6(6)
[2] A. Murray b. F. Verdasco 6-3 6-7(5) 7-5
[18] P. Cuevas b. P. Lorenzi 6-1 6-2
[3] S. Wawrinka vs [Q] J.L. Struff
J. Isner b. [15] D. Ferrer 7-6(4) 7-6(4)

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