ATP Bercy: Cilic vola a Londra, Djokovic respinge Dimitrov. Murray super [AUDIO]

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ATP Bercy: Cilic vola a Londra, Djokovic respinge Dimitrov. Murray super [AUDIO]

PARIGI – Cilic si aggiudica lo spareggio-Finals con Goffin e strappa il pass, Tsonga e Berdych vincono e continuano a sperare. Djokovic perde il primo set ma poi controlla Dimitrov, Murray domina Pouille

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[1] N. Djokovic b. [14] G. Dimitrov 4-6 6-2 6-3 (da Parigi, Paolo Di Lorito)

Prosegue la striscia vincente di Djokovic nel torneo di Bercy che con oggi arriva a 17 partite consecutive, il campione serbo ha trionfato qui nelle ultime tre edizioni e oggi Dimitrov, che non ha mai superato il terzo turno, non è stato in grado di impensierirlo per più di un set. I primi game sono lunghi e tiratissimi, dove si alternano bei vincenti a gratuiti evitabili. Riuscire a tenere la battuta sembra cosa ardua ed è evidente che il numero 1 al mondo non sta giocando con la massima serenità. Il livello di Dimitrov migliora con il passare del tempo; inizialmente gli errori commessi col dritto sono parecchi e ciò gli è costato il vantaggio iniziale, poi però insistendo con il rovescio tagliato ha continuato a mettere il difficoltà il serbo e i punti chiusi ha rete è sono stati moltissimi. Dopo una breve interruzione per via di alcuni coriandoli che scendevano sul campo, Dimitrov torna a servire senza perdere più la battuta per tutto il set, e alla fine se l’è portato a casa in 59 minuti. Il secondo set sembra voler prendere la stessa via di quello precedente, ma presto ci si rende conto che il tennis del bulgaro ha subito un’involuzione e subisce un break davvero demoralizzante, trovandosi sopra 40-15. Dopo un’ora e 24 minuti, quando il secondo set stava entrando nel vivo, Djokovic viene preso in contropiede da Grigor e, nel tentativo di recuperare una palla sul lato del dritto, scivola e colpisce con il ginocchio destro il suolo. Si rialza subito ma si accorge che qualcosa non va: forse la torsione o forse la piccola caduta impensieriscono il servo che riceve un breve trattamento sulla parte dolorante. Ripreso il gioco quello in difficoltà continua ad essere il numero 18 del mondo il quale perde di nuovo il servizio, e con un doppio fallo ristabilisce la parità. Nel terzo parziale Djokovic, per evitare qualsiasi inconveniente, decide di partire subito forte e in pochi minuti è avanti 3-0. Dimitrov prima dell’inevitabile sconfitta decide di regalare ancora qualche punto spettacolare al pubblico presente, inserito all’interno di una piccola parentesi d’incostanza. Il numero 1 al mondo, con qualche brivido finale, resta ancora aggrappato alla cima della classifica ATP e domani per lui ci sarà Cilic, già certo di partecipare alle Finals.

[2] A. Murray b. [13] L. Pouille 6-3 6-0 (da Parigi, Paolo Di Lorito)
Altra striscia vincente, altri 17 match consecutivi, questa volta però ci si riferisce al 2016 e il soggetto è Andy Murray. Lo scozzese oggi ha affrontato, per la terza volta in un anno, il talento francese Pouille. L’incontro ha seguito lo stesso andamento di quello giocato a Shanghai appena un mese fa, anzi forse nella parte finale è stato ancora meno combattuto.
Loucas inizialmente si è dimostrato essere un osso duro, è lui il primo ad avere delle palle per passare in vantaggio, e anche quando si ritrova sotto di un break riesce comunque a mettere in difficoltà Andy. Il francese, grazie al suo dritto efficace sia lungolinea che incrociato recupera lo svantaggio e il contro-break è più che meritato. Il pubblico, che già fino ad ora non era stato indifferente, si fa sentire con maggior insistenza ma per qualche ragione il loro supporto non fa effetto e il ventiduenne perde di nuovo la battuta commettendo 3 gratuiti. Il risultato del primo set influisce negativamente sul tennis di Lucas dato che una volta ripreso il gioco, non riuscirà più ad impensierire Murray con le sue armi. Evidentemente due break consecutivi non danno sicurezza allo scozzese, il quale anche oggi non si risparmia le sue classiche conversazioni in solitaria. Pouille ormai è sparito dal campo e non mostra più alcun segno di opposizione; il bagel infertogli dall’avversario è una punizione severa. Dunque Murray fa eco alla vittoria di Djokovic e fa un’altro passo verso testa della classifica; prossimo turno il vincente di Simon-Berdych.

[9] M. Cilic b. [8] D. Goffin 6-3 7-6(9) (da Parigi, Paolo Di Lorito)

Nel primo match di giornata a Bercy, oltre ad un posto nei quarti di finale, ce n’era in palio anche uno ben più importante nelle ATP Finals. E questa chance Marin Cilic non se la è lasciata scappare: dopo un’ora e 53 minuti è arrivata la vittoria, e con essa la qualificazione per l’ultimo e più esclusivo torneo dell’anno. Per il suo avversario David Goffin la corsa a Londra è invece da rinviare al 2017.

Il primo set è stato denso di break, 5 in totale. Il croato ha cercato sempre delle accelerazioni con il dritto mentre Goffin provava ad addormentare il gioco, rallentando gli scambi appena possibile, alternando rovesci piatti e tagliati. Marin è stato paziente e, nonostante spesso ricevesse delle palle basse e difficili da gestire, ha saputo attendere il giusto momento per spingere. Il belga, sotto 4-2, ha capito che doveva anche lui iniziare ad attaccare con più insistenza. Sfruttando le percentuali alla battuta non altissime del suo avversario, ha recuperato il break di svantaggio. La rimonta però si è fermata lì e il primo set si è chiuso  6-3. Anche nel secondo si è potuto assistere a break e contro-break, tuttavia con il livello di gioco sensibilmente calato. Goffin ha persino avuto la possibilità di servire sopra 5-3, tuttavia ha vanificato tutto con 4 gratuiti e poco più tardi ha rischiato ancora di più sul 5-5 con due gravissimi doppi falli consecutivi.

Cilic comunque, anziché piazzare il colpo del K.O. contro un avversario traballante, è rimasto a guardare e spesso ad aspettarne l’errore piuttosto che andarlo a cercare. Una parziale svolta nel suo gioco è arrivata soltanto nel tiebreak, quando ha iniziato a spingere maggiormente da fondo. David però non aveva risolto i problemi col proprio servizio e Cilic ha posto pone fine all’incontro al sesto match point, prendendosi molti più rischi del dovuto. Si è trattata per lui della prima vittoria contro il numero 12 del mondo, dopo che quest’anno si erano già sfidati tre volte.

[11] J.W. Tsonga b. [5] K. Nishikori 0-6 6-3 7-6(3) (da Parigi, Paolo Di Lorito)

Sembrava proprio che oggi il pubblico parigino non fosse destinato a gioire per i proprio beniamini, invece Tsonga ha invertito la tendenza. Dopo la sonora sconfitta subita da Pouille, per un attimo tutti hanno creduto che la stessa sorte sarebbe toccata anche a lui: invece Jo-Wilfried è risalito da un pesante “bagel” nel primo parziale e ha rimontato Kei Nishikori.
Nel primo set Tsonga è stato strapazzato da un Nishikori pulito, che ha sempre trovato gli angoli giusti e non ha mai preso più rischi del dovuto. Dopo un 6-0 rimediato in 22 minuti, dagli spalti scende una pioggia di fischi che però subito si trasforma in un applauso di incoraggiamento. Nel secondo set i primi game di Jo vengono accolti con un boato, lui prende coraggio e i suoi colpi e la sua velocità nei recuperi mettono in difficoltà il giapponese, che nel sesto game perde per la prima volta il servizio. Il break è decisivo per il set e dopo 53 minuti il match è in equilibrio. Il nativo di Le Mans è sulla cresta dell’onda, ormai si è lasciato alle spalle l’incubo del primo set e le occasioni per passare per la prima volta nel match in vantaggio non gli mancano. Entrambi però iniziano ad essere fallosi, e con Kei se giochi sul piano di “chi sbaglia di meno”, è difficile prevalere. Non sfruttare le numerose occasioni avute avrebbe potuto rivelarsi fatale per Tsonga. Sul 4-3, sbagliando diverse scelte tattiche, perde la battuta e manda Nishikori a servire per il match. La testa di serie numero 4 ha due palle per chiudere il match ma si dimentica la prima, e anche la seconda: due doppi falli di fila significano contro-break. A questo punto il tie-break segue l’andamento ipotizzabile: Nishikori è emotivamente distrutto, è impossibile per lui togliersi dalla testa i 2 match point falliti e il pubblico rumoreggia a più non posso; ogni punto subito è una tortura e la sofferenza viene incrementata dai tuoni fragorosi del pubblico. Tsonga, dopo aver perso per due anni consecutivi (2013-14) sul suolo di Bercy contro il giapponese, si prende una rivincita che lascia il segno. Domani per lui c’è Raonic per continuare a cullare il sogno delle Finals.

J. Sock b. [12] R. Gasquet 6-2 3-6 7-5 (Raoul Ruberti)

Proseguono i delitti di Jack Sock, il serial killer dei rovesci monomani. L’altro ieri Kohlschreiber, ieri Thiem e oggi la vittima è stata Richard Gasquet, già sconfitto nei due precedenti. Anche oggi lo statunitense è partito forte, costruendosi la propria fiducia attorno al dritto onomatopeico – “Sock!” schioccava la palla, colpita dalla sua Babolat a stelle e strisce. Per l’intero primo set è stato sempre lui a decidere profondità e direzione di ogni scambio, con il transalpino aggredito e costretto a ribattere la palla senza potersi permettere di più.

La palla break concessa da Gasquet sul 3-all del secondo set sembrava la parola fine sull’incontro. Invece Richard l’ha annullata col servizio, per poi approfittare immediatamente del calo di concentrazione del numero uno USA (tradottosi in un paio di gratuiti) per portarlo al terzo parziale. Dopo essere stato salvato dal nastro su una nuova palla break in avvio, il padrone di casa ha preso in mano la situazione: resistendo al dritto dell’avversario e giocando sul suo debole rovescio gli ha strappato il servizio. Un dominio momentaneo, tuttavia, che ha avviato una serie di break ottenuti o sfiorati sempre più intensa.

La pressione del vantaggio si è spostata da un lato all’altro della rete senza trovare sollievo. Si è giunti infine ai due match point consecutivi per Sock in risposta sul 5-4, annullati con classe strappa-applausi da Gasquet, e poi altri due nel game in cui quest’ultimo serviva per andare al tie-break. L’ultimo – conquistato con una volée in allungo, trasformato da una volée in rete – gli è valso il secondo quarto di finale in carriera in un Masters 1000, dopo Shanghai lo scorso mese. Ci troverà Struff o il connazionale Isner, che tuttavia per sua sfortuna giocano entrambi il rovescio a due mani.

[4] M. Raonic b. [16] P. Cuevas 4-6 6-1 6-2 (Diego Serra)

Ha vinto Milos Raonic, numero 5 dell’ATP, contro Pablo Cuevas. L’uruguaiano aveva sempre perso nei precedenti contro il canadese (due, l’ultimo dei quali un match da tre set nella primavera di Montecarlo). Cuevas nel primo set ha servito una prima molto carica, sempre profonda, che magari non cercava l’ace ma metteva sempre in difficoltà Raonic da fondo. Milos al solito si è comportato bene con lo stesso fondamentale, lasciandosi dietro soltanto una palla break nel terzo game – ma fatale.

Errore che non ha ripetuto nel secondo set, in cui invece ha abbassato notevolmente la precisione dei colpi Cuevas. Non si è giocato mai, come prima, sul servizio canadese e in più l’uruguaiano ha concesso 5 palle break in due game. Raonic non si è fatto pregare, ha messo i piedi in campo e si è preso entrambi i break, lasciando poi giusto un servizio a zero all’avversario ma chiudendo 6-1, senza tremare. Partita in parità. Ma era l’atteggiamento di Raonic a essere cambiato ed è stato sùbito break anche nel set decisivo, grazie ad un bel rovescio dopo uno scambio duro. “Il campo è lento” ha spiegato Milos, lamentando anche di trovarlo claustrofobico, e oggi l’atmosfera era morta”.

Partire perdendo la battuta contro il canadese non è proprio il migliore degli inizi, perché gli consente di servire e poi cercare il secondo break senza correre tanto. E l’inevitabile è infatti successo: nel settimo game sulla prima palla break a disposizione Raonic ha attaccato, si è difeso bene Cuevas ma non gli è bastato, secondo break. Poi per Milos chiudere il match con il servizio a zero è stata una formalità. Si è conclusa una comunque buona stagione per Cuevas, a ridosso dei primi 20 dell’ATP.

[7] T. Berdych b. G. Simon 6-4 6-3 (da Parigi, Paolo Di Lorito)

Berdych, alla sua dodicesima presenza consecutiva a Bercy, aveva già affrontato Simon su questi campi. Nel 2012 perse dal francese nei quarti di finale mentre oggi, vincendo il trentottesimo match dell’anno, lo ha sconfitto in un’ora e 8 minuti. Simon è debilitato da un problema alla coscia destra e questo inizialmente influisce sulla sua prestazione. Dopo pochi scambi il ceco prende il totale controllo del gioco e non sembra avere problemi nei propri turni di battuta. In poco tempo si ritrova 5-2 e a questo punto il primo set viene interrotto da un medical time-out chiesto da Gilles. Tomas andando a servire per il set sembra destinato a chiudere agevolmente, ma Simon lo mette in crisi con il suo rovescio piattissimo e recupera il break. Il match, nella sua lentezza, continua ad offrire ribaltamenti di fronte: il francese torna a giocare come in precedenza e come se nulla fosse perde game e set. I seggiolini vuoti aumentano ad ogni cambio campo e sul secondo set c’è poco da dire: il quarto game è quello dove si consuma il break decisivo, e per Berdych la vittoria arriva di lì a breve. Nei quarti contro Murray presumibilmente non sarà così facile per lui.

J. Isner b. [Q] J-L. Struff 6-4 6-7(4) 6-3 (Emmanuel Marian)

John Isner interrompe il sogno di Jan-Lennard Struff al termine di un match inevitabilmente legato a doppio filo all’umore del servizio dei due contendenti. Umore piuttosto buono, invero: il bombardiere di Greensboro chiuderà la contesa avendo messo a referto 27 ace, mentre saranno 16 quelli stampati dal tedesco. L’incontro, dipanatosi con un andamento manco a dirlo lineare, è stato deciso da tre momenti cruciali: il primo è arrivato subito, nel primo gioco dell’incontro, quando Isner ha strappato ai vantaggi il servizio all’avversario. Il numero 27 del mondo è stato perentorio nel cancellare le uniche due opportunità di break concesse nell’intera partita durante il settimo game, e ha condotto in porto il primo parziale aggrappandosi al devastante cannone in suo possesso. Il secondo momento topico si è verificato nel tie break del secondo set vinto da Struff, autore di due impressionanti risposte anticipate che nessuno sospettava potessero far parte del suo repertorio. La terza e decisiva svolta del match è andata in scena durante il quarto game della terza frazione, quando il carnefice di Wawrinka, vittima di un umanissimo calo di concentrazione, ha offerto il proprio turno in battuta al rivale senza più riuscire a tornare a galla. Isner avanza faticando alquanto, e nel prossimo turno se la vedrà con Jack Sock.

Risultati:

[9] M. Cilic b. [8] D. Goffin 6-3 7-6(9)
J. Sock b. [12] R. Gasquet 6-2 3-6 7-5
[4] M. Raonic b. [16] P. Cuevas 4-6 6-1 6-2
[1] N. Djokovic b. [14] G. Dimitrov 4-6 6-2 6-3
[2] A. Murray b. [13] L. Pouille 6-3 6-0
[11] J.W. Tsonga b. [5] K. Nishikori 0-6 6-3 7-6(3)
[7] T. Berdych b. G. Simon 6-4 6-3
J. Isner  b. [Q] J.L. Struff 6-4 6-7(4) 6-3

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