Parla Ubaldo: 80 anni dopo Fred Perry, Murray n.1. Il "come"? Non è colpa sua [AUDIO]

Editoriali del Direttore

Parla Ubaldo: 80 anni dopo Fred Perry, Murray n.1. Il “come”? Non è colpa sua [AUDIO]

Solita storia per lo “sfortunato” torneo di Parigi. Sarà un caso il ritiro di Raonic e il k.o. del neo-Master Cilic? Tennis come basket, o giganti o nulla? I disastrosi risultati italiani e un mio vecchio leitmotiv

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Questo non è il modo più brillante per Andy Murray di raggiungere il trono del tennis mondiale, ma non è colpa sua ovviamente. Milos Raonic per l’ennesima volta dà forfait. Intanto Cilic, dopo aver battuto Djokovic, gioca molto male contro Isner. Francamente questo torneo di Parigi-Bercy è collocato male nel calendario, tutti gli anni succede qualcosa: o i giocatori non ci vanno, o ci vanno e non giocano al massimo, o si fa male qualcuno che cerca di riservarsi per le ATP Finals che sono a ridosso. Questo torneo, secondo me, da qualche anno è disgraziato. Sottolineo anche un altro aspetto, che peraltro aveva sottolineato una nostra lettrice, e cioè che a queste semifinali sono arrivati un giocatore alto 2,06 m come Isner, due tennisti alti 1,98 m come Cilic e Raonic, con il numero uno del mondo –  Murray – che invece è alto 1,90 m.

A me questa cosa non fa impazzire. Questo tennis frequentato ai vertici soltanto da super giganti e da super servizi a me entusiasma poco. Da un lato capisco perché, magari, possa essere piaciuto di più il Masters femminile, che è stato vinto da una ragazza come Cibulkova che – pur avendo perso due partite – è alta 1,61 m. A me lascerebbe perplesso un tennis che richiedesse – a chi ci si avvicina – soltanto, o soprattutto, una spaventosa altezza. Chissà quanti giocatori si perderebbero per strada e quanti genitori direbbero ai figli che non sono adatti, come una volta si diceva che era inutile dedicarsi al basket se eri alto 1,70 m. Nel tennis ci sono ancora eccezioni, ma sono poche, troppo poche

Tornando al discorso riguardante Murray, lo scozzese merita di essere numero uno del mondo: è uno dei Fab Four, ha raggiunto tanti bei risultati nei Masters 1000 – anche se ne ha vinti di meno rispetto agli altri – e anche alle Olimpiadi. Inoltre è sempre stato molto continuo. Quindi è un giusto premio ad una grande carriera. Peraltro mi permetto di ricordare che avevo creduto di individuare in Murray un possibile grande campione quando giocò un gran match  – pur perdendolo – all’Australian Open contro Rafa Nadal tantissimi anni fa (era il 2007, ndr). Mi era piaciuto molto il suo modo di giocare, la sua intelligenza tennistica, oltre che la sua grinta, la sua capacità di alternare diverse velocità, di cambiare ritmo, e mi aveva ricordato – lo scrissi allora – Miroslav “Gattone” Mecir, giocatore che faceva giocare male tutti e che rispondeva meglio di quanto servisse (tuttavia forse questo non è il caso di Murray, il quale serve molto bene, ma la sua risposta oggi è forse la migliore del mondo).

80 anni dopo Fred Perry, Andy Murray ha compiuto una grandissima impresa. Sono anche un po’ invidioso nei confronti del tennis britannico, anche perché – seguendo le ultime vicende del tennis italiano – non vedo motivo per gioire. Non vedo niente a livello di femminile, dove dietro le famose 4 migliori tenniste c’è il vuoto assoluto. Dietro la Schiavone, che fatica a stare nelle prime 100 e che forse a fine anno si ritirerà, non c’è nessuno nelle prime 200. Negli uomini idem, qualcuno dice che i nostri giovani i vari Donati, Napolitano e Quinzi hanno buone qualità. Io mi auguro che ce l’abbiano, però sicuramente sono in ritardo sulla tabella di marcia, quindi si prospettano tempi duri per il tennis italiano. Quando io dico che i soldi della FIT – che sono tanti – avrebbero dovuti essere investiti prioritariamente in qualcos’altro per risolvere i problemi tecnici, sono stato criticato da voi lettori di Ubitennis che, giustamente, siete fruitori del canale SuperTennis, del quale si dicono mirabilie. Io, per carità, mi arrendo di fronte a queste vostre interpretazioni, ma gli ascolti sono scarsissimi. Quando mandano in onda partite come Svitolina contro Hradecka – faccio due nomi a caso, perché l’ucraina ha anche battuto Serena Wiliams alle Olimpiadi – ma, eccezion fatta per i fanatici, a chi volete che interessi una partita del genere? Non è quello il modo per sviluppare il tennis, a prescindere da quello che dice il presidente Binaghi. Poi fa piacere vedere un po’ di tennis in più e sono il primo a dirlo e l’ho sempre detto. Tuttavia, per quanto riguarda i soldi da investire e la scelta delle priorità, io mi sarei comportato in maniera completamente diversa. So che molti non sono d’accordo, so che pensano che io combatta sempre battaglie perse, ma la situazione è quella che è.

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