Pagellone uomini 2017: l'anno del NO e i suoi perché

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Pagellone uomini 2017: l’anno del NO e i suoi perché

Con il No referendario che ancora rimbomba, diamo i voti all’anno segnato dal cambio della guardia tra Djokovic e Murray. La resurrezione di del Potro, in attesa dei ritorni di Federer e Nadal. Zverev, Thiem e Kyrgios sono pronti per il vertice

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Novak Djokovic: NO non ha fatto il Grande Slam. Pareva essere l’anno in cui avrebbe stradominato la scena, un po’ il Renzi della situazione e alla fine invece si è dimesso da numero 1. Dal sesto can-guro al Guru il balzo del gambero è evidente. Fino a Parigi da 9 poi il tracollo. Voto: 7,5

Andy Murray: NO, non è stata un’annata come le altre da Ringo Star. Rio, Wimbledon, il Masters e tanto altro. E l’impensabile ascesa al numero 1. Anche se resta la sensazione che abbia lasciato per strada uno ( New York) o forse due (Roland Garros) Slam. VOTO: 9

Milos Raonic: NO, la sua panchina non è mai stata vuota, tra Moya, Piatti, McEnroe e chi più ne ha più ne metta. Prima finale slam, best ranking e in rampa di lancio per il 2017. Ma può ancora progredire? VOTO: 7

Stan Wawrinka: NO, non è un mostro di continuità. Ma possono bastarci un paio di settimane all’anno per riempirci gli occhi. VOTO: 7,5

Kei Nishikori: NO, non è guarito né fisicamente, né mentalmente. Una certezza matematica, sai che quando dovrà perdere, inevitabilmente perderà. Scommessa sicura. VOTO: 5

Marin Cilic: NO, un altro miracolo non gli è riuscito, ma forse la miglior stagione in carriera si. Ma se Cilic rappresenta una delle alternative ai primi due, siamo alla frutta. VOTO: 7

Gael Monfils: NO, non c’è un motivo valido perché sia numero 7 del mondo. Poi vai a vedere i tabelloni e capisci: senza battere quasi nessuno è arrivato più o meno avanti ovunque. Per perdere puntualmente al momento giusto. Elogio della mediocrità, ma non è colpa sua. VOTO: 6,5

Dominic Thiem: NO, il concetto di programmazione non l’ha ancora compreso. Però fino a Parigi quasi incontenibile, un rovescio da sogno e tante altre belle cose. Se non scoppia, esplode. VOTO: 7,5

Rafael Nadal: NO, non la gioco la stagione indoor. Se Parigi (rosso) non val bene un polso, Parigi (indoor e tutto il finale di stagione) non valgono bene un capello. La verità è che quando dice che non gioca più per vincere, sa già che si è arreso. Ed è ancora in top-10, pensa gli altri quanto sono forti. VOTO: 5

David Goffin: NO, non è sbarcato in top-10 e la sensazione è che possa diventare presto una maledizione. Un’ottima stagione, ma manca un po’ di cattiveria per il salto in alto. VOTO: 6,5

Nick Kyrgios: NO, non ci ha fatto annoiare. Un mago, un genio assoluto: dopo un anno di mattane, riesce a farsi squalificare giusto in tempo per evitare un noiosissimo viaggio a Londra e poter serenamente partire per il mare. Se mette la testa a posto…no, non la metterà. Ma può fare qualsiasi cosa. VOTO: 6,5

Roger Federer: NO, quel numero 16 davanti a lui non si può vedere. Dopo Ustica,  il suo infortunio al ginocchio resta il mistero irrisolto più clamoroso della storia ( vabbè il bagnetto ai gemellini, su), la sua semifinale a Wimbledon battendo Cilic senza una gamba e la schiena rasenta il diciottesimo mistero di Fatima. Pare che risoRogerà nel 2017. Alleluja. VOTO: 7

Juan Martin del Potro: NO, non è uno scherzo, è tutto vero. Delpo è tornato, vivo, vegeto, commovente e inarrestabile. Ha battuto tutti i migliori, si è inventato un nuovo colpo, ha fatto piangere una nazione. Chissà, forse c’è ancora tempo per un altro slam. VOTO: 10

David Ferrer: NO, David, non te la prendere. Grazie di tutto. Game over. VOTO: 4,5

Alexander Zverev: NO, non è il figlio di Misha ma il fratello. Sprazzi del futuro che verrà. Intanto chapeau pure al fratello: VOTO: 7

Marcel Granollers: NO, è decisamente meglio non inimicarselo. Ha azzoppato mezzo circuito con le sue macumbe, il furbetto del cartellino che porta a casa lo stipendio (e che stipendio) senza che nessuno se ne accorga. Tutti, nella vita, meritiamo un giorno da Granollers. VOTO: 10

Tomas Berdych: NO, non è bastato cambiare pelle e vestire in modo più decente. Tomas, non te la prendere anche tu, ma i buoi sono scappati.  VOTO: 5

Roberto Bautista Agut: NO, non è che siccome ce l’ha fatta lui, ce la possono fare tutti. Pedalare gente, pedalare. VOTO: 7

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