Ormai di Richard Gasquet non si parla quasi più. Sulla bocca di tutti (e sulla famigerata copertina di Tennis Magazine) alla tenera età di nove anni, con il passare del tempo il bambino prodigio di Béziers, da discendente diretto di quella “stirpe stilistica” a cui il tennis aveva abituato, è diventato un comprimario del circuito ATP. Colpa dei risultati, che non sono mai stati quelli desiderati da lui e dai suoi fan, e dall’ascesa di tanti colleghi meno anticipati: giusto tre semifinali nei major e 14 titoli, sì, ma tutti da 250 punti. Eppure lui non ha intenzione di darsi per vinto, né di accontentarsi d’una vecchiaia tennistica in questi toni minori: l’età avanza e il fisico gli ha causato non pochi problemi nell’ultima stagione, con ben tre infortuni alla schiena, ma i suoi obiettivi rimangono quelli di sempre. “Wawrinka ha un anno più di me, e guardatelo: è in grado di vincere tornei dello Slam, di giocare a gran ritmo e ad alto livello. Penso di avere ancora qualche stagione anche io, diciamo tre o quattro”.

L’obiettivo dichiarato è quello di essere già al top per l’Australian Open, dove non ha mai superato gli ottavi di finale: “Quest’anno non sono stato alle ATP Finals neppure da riserva, quindi io e Sergi Bruguera abbiamo potuto riprendere gli allenamenti già quindici giorni dopo Bercy. Mi preoccupo di essere al meglio dal punto di vista fisico, muscolare e da questo punto di vista Barcellona è perfetta: il clima va bene per allenarsi anche all’aperto”. Negli ultimi giorni Gasquet è stato impegnato nel solito Open di Caen, a cui hanno preso parte anche Jo-Wilfried Tsonga e Roberto Bautista Agut. Il torneo amatoriale conclude una stagione amara, che lo ha visto uscire dai primi 10 del mondo e saltare a malincuore le Olimpiadi: “Ho sofferto molto le sconfitte con Edmund agli US Open, e con Cilic in Davis. Bruciano ancora, ma nel 2017 mi prenderò la rivincita. Voglio tornare nei top-15, poi nei top-10″. La scalata inizierà in Australia, dove Gasquet comincerà ad allenarsi assieme al connazionale Benoit Paire. Un altro che finora ha prodotto più fumo che arrosto ma magari, mettendoli insieme, chissà.