FOXTENN, una volpe per sfidare l'occhio di falco

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FOXTENN, una volpe per sfidare l’occhio di falco

La ITF annuncia in un comunicato ufficiale che un nuovo sistema di verifica elettronica ha soddisfatto i requisiti delle principali associazioni del tennis. Prima di vederlo applicato, tuttavia, saranno necessari test nei vari impianti

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È appena terminata la settimana che ha fatto ribollire di futuro il calcio, con il primo rigore assegnato grazie alla VAR – Video Assistant Referee, la famosa moviola in campo -, e subito il tennis rilancia. Al sistema ormai storico denominato Hawk-Eye, che dal 2006 permette ai tennisti di chiamare il challenge per contestare la chiamata di un giudice di linea, potrebbe presto affiancarsi una concorrente. Il nome completo è FOXTENN Top Real Precision System, il logo è appunto quello di una volpe stilizzata e i “timbri” di approvazione ci sono tutti: un comunicato ufficiale della ITF ha annunciato infatti che la tecnologia di line-calling in questione soddisfa i criteri di ITF, ATP, WTA e singoli tornei del Grand Slam.

Prima che la “volpe” possa iniziare a dare la caccia al “falco”, in ogni caso, c’è bisogno di ulteriori valutazioni. Il nuovo sistema elettronico dovrà essere testato in maniera specifica nei singoli stadi, e soltanto poi arriverà l’ok per utilizzarlo nei tornei ufficiali. Il CEO di FOXTENN Javier Simon, intanto, esterna la propria soddisfazione: “È un onore aver lavorato fianco a fianco con le principali organizzazioni di tennis internazionali per poter sviluppare un prodotto del genere. Sarà un passo in avanti per il tennis sia dal punto di vista dell’arbitraggio che da quello dell’analisi del rendimento dei giocatori”.

FOXTENN si presenta con orgoglio come la prima tecnologia basata sul reale rimbalzo della palla. Ricordiamo che Hawk-Eye ha un margine di errore di 3.6 millimetri, dovuto al fatto che l’incrocio delle immagini delle dieci telecamere poste ai vari angoli del campo di gioco fornisce soltanto una simulazione (per quanto precisa) della palla. Le telecamere promesse dalla sua nuova “avversaria” sono invece addirittura 40, in grado di fornire oltre 150.000 immagini per secondo, da sommare ai rilevamenti laser.

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