I match dell'anno: la top 5 del circuito ATP

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I match dell’anno: la top 5 del circuito ATP

Il racconto dei cinque match più belli del circuito ATP dell’anno appena concluso, in vista di un 2017 ancora più entusiasmante

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I match dell’anno: la Top 5 degli Slam

La stagione 2016 si è conclusa già da alcune settimane. In questi mesi ci sono stati molti scontri entusiasmanti; a livello ATP, il match che ha fatto impazzire maggiormente il pubblico di tutto il mondo è stato senza dubbio quello tra Djokovic e Nadal disputatosi al Foro Italico. A questo se ne sono aggiunti altri, come ad esempio la partita di Madrid tra Wawrinka e Kyrgios, senza contare l’epica battaglia delle ATP Finals tra Murray e Raonic e la durissima lotta ingaggiata da Thiem e Nadal in quel di Buenos Aires, passando anche per l’incredibile vittoria di Klizan su Bautista in quel di Rotterdam.

1) ATP MASTERS 1000 ROMA QF: [1] N. Djokovic b. [5] R. Nadal 7-5 7-6(4)

Quasi mai nella storia di un Masters 1000 c’è stata una sfida di questo livello nei quarti di finale, con due dei più grandi giocatori della storia del tennis a contendersi un posto per la semifinale degli Internazionali d’Italia. Lo spagnolo parte alla grande, approfittando anche del vento, che notoriamente crea molti problemi al suo avversario. Il mancino di Manacor si lamenta più volte – giustamente – delle pessime condizioni del campo. Nole non si sente sicuro nel palleggio da fondocampo, cercando dropshot estemporanei per uscire dallo scambio e scendendo a rete con poca convinzione ed efficacia. Ciò nonostante, nell’ottavo game – dopo che sul 4 a 2 il numero 5 del seeding non riesce a centrare il doppio break – le insicurezze di Nadal degli ultimi due anni, che consentono al serbo di tornare in parità. Sul 6-5 per quest’ultimo si gioca un game meraviglioso. Rafa non concretizza una palla per giocarsi tutto al tiebreak, ma annulla il primo set point con una smorzata di pregevole fattura. Dopo essersela cavata su altre due palle set per l’avversario, però, Nadal deve cedere dopo uno scambio mozzafiato conclusosi con un corpo a corpo a rete vinto da Djokovic, che esulta come se fosse Hulk.

Il fuoriclasse di Belgrado, quando decide di innalzare il livello del suo gioco, appare superiore, ma il suo avversario non molla di un centimetro e così, dopo aver approfittato di un piccolo passaggio a vuoto del numero uno del mondo, il nipote di Toni va avanti di un break e lo conserva con agio fino al 5-3. Nel decimo game, però, Nadal non sfrutta ben cinque set point (su due di questi sbaglia in malo modo rispettivamente un back di rovescio ed una palla corta), con Nole che torna in partita anche nel secondo parziale. Dopo un punto irreale vinto dal serbo sul 5 pari 30-30 grazie ad un incredibile rovescio in diagonale dopo uno scambio sensazionale, si arriva al jeu decisif. Adesso il livello di gioco e d’intensità è massimo: Djokovic sale 5-3, ma Nadal reagisce vincendo un punto grazie a quattro dritti uno più bello dell’altro. Ciò nonostante, il futuro campione di Parigi dimostra tutta la sua superiorità piazzando due vincenti da urlo dopo due scambi prolungati, ponendo fine alla partita dopo 2 ore e 24 minuti che non possono che riconciliare chiunque con il tennis.

2) ATP FINALS SF: [1] A. Murray b. [4] M. Raonic 5-7 7-6 (5) 7-6(9)

Milos Raonic e Andy Murray quest’anno hanno compiuto progressi enormi: il primo si è issato fino alla terza posizione del ranking mondiale arrivando anche in finale a Wimbledon, mentre il secondo ha strappato il trono del tennis a Novak Djokovic dopo oltre due anni di dominio incontrastato. Dopo vari scontri terminati sempre in favore dello scozzese, l’allievo di Riccardo Piatti era deciso a vendicarsi nella bellissima cornice della O2 Arena di Londra. Il gigante di Podgorica parte forte, variando molto bene il servizio e giocando in maniera impeccabile dal punto di vista tattico, incidendo col dritto lungolinea ed evitando di stuzzicare il passante di rovescio del rivale senza aprire troppo gli angoli. Andy sembra spento, forse anche a corto di benzina dopo gli ultimi mesi incredibili – non perde un incontro dalla sfida di Davis di settembre contro del Potro – e va sotto di un set e di un break: 5-7 1-2. Qui, però, il canadese molla la presa e fa rientrare in gara il numero uno del mondo, che porta la sfida al set decisivo giocando da campione la parte finale del tiebreak (fenomenale il punto che lo porta avanti 6-5, dove entra molto bene con i piedi dentro al campo col dritto per poi chiudere con la stop volley).

Nella frazione di gioco decisiva Raonic tiene duro, ma è costretto a cedere la battuta sul 4 pari. Tuttavia, il numero 4 ATP reagisce e con due splendidi dritti si riporta in parità, salvo poi perdere nuovamente il servizio. Eppure il nordamericano non demorde, dimostrando enormi progressi sotto il profilo psico-fisico. Nel tiebreak decisivo nessuno dei due sembra essere lucido, ma allo stesso tempo entrambi rimangono attaccati alla partita con tutto ciò che hanno. Murray dà l’impressione di poterla chiudere, ma Raonic riesce sempre a salvarsi, senza però riuscire a dare la spallata decisiva (bravo il britannico a cancellare il match point venendo a rete). Il servizio slice toglie le castagne dal fuoco al fratello di Jamie e, dopo un dritto in rete del canadese, Murray riesce a vincere una gara infinita (3 ore e 38 minuti e partita più lunga della storia del Masters per quanto riguarda i match giocati al meglio dei tre set). Questo sarà solo il preludio al capolavoro dell’indomani, che vedrà il fenomeno di Dunblane suggellare la propria leadership mondiale sconfiggendo in finale Djokovic. 

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